PsicoMusica: Pregiudizio e Musica.

Con il termine pregiudizio si indica un giudizio preconcetto negativo di un gruppo e dei suoi singoli membri. Gordon Allport definiva in “La natura del pregiudizio”, il pregiudizio stesso come “un’antipatia basata su una generalizzazione sbagliata e inflessibile”.

Una persona prevenuta e che attua un comportamento o una decisione basata sul pregiudizio, può provare antipatia per chi è diverso da lei e comportarsi in modo discriminatorio credendo l’altro ignorante e pericoloso.

Il pregiudizio è complesso in quanto è possibile che anche un atteggiamento “positivo”, condiscendente, sia in realtà volto a mantenere l’altro in posizione di svantaggio e sia quindi intimamente connesso col pregiudizio.

Le valutazioni negative che contraddistinguono il pregiudizio sono spesso sostenute da credenze negative e sono chiamate stereotipi.

Avere stereotipi vuol dire fare generalizzazioni. Le generalizzazioni influenzano ogni aspetto della nostra vita: possiamo generalizzare sulle persone, sugli alimenti, sull’abbigliamento e sulla musica.

In ambito musicale molte riserve -recentemente- vedono coinvolta la musica napoletana classica (e non).

Si dice scala di seconda minore o di seconda napoletana, una scala musicale molto usata nel XVII secolo dalla Scuola Napoletana e tutt’ora in uso presso gli autori di canzoni dal gusto vagamente arabeggiante e mediterraneo, nonchè nell’ambito dell’improvvisazione jazz. Questa scala musicale si presenta in vari sottotipi e in alcuni di essi vi sono elementi tonali che risalgono all’epoca classica greca (VII secolo a.C.).

In sostanza, ciò che secondo alcuni è volgare, stridulo o troppo malinconico, ha origini storiche/culturali ben precise.

Il gioco/riflessione di stasera è provare ad andare oltre il pregiudizio. Propongo l’ascolto di un paio di pezzi. Il primo “Il canto delle lavandaie del Vomero” diventò da canto d’amore, canto di protesta contro la dominazione aragonese. Considerato tra i primi esempi (se non addirittura il primo) esempio di canzone popolare, nonchè l’origine della canzone napoletana tra il duecento e il quattrocento.

L’altro pezzo è invece una cover di due voci evocative e pulite; Voci di talento e anema. Nei pezzi è intuibile la componente classica del ritmo e della melodia.

Non mi dilungherò su molti aspetti della questione; sono sempre stata convinta (e credo proprio che ancora lo sarò), che l’unica cosa a salvarci – oggi più che mai- sia la cultura

Conoscere invece di giudicare fa pensare, immaginare, mettere in relazione, modificare o restare nello stesso modo.

Conoscere fa muovere.

Buon movimento.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.

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16 pensieri su “PsicoMusica: Pregiudizio e Musica.

    1. Giusy Autore articolo

      non è un caso se la canzone classica, al di là della barriera linguistica, all’estero è da sempre apprezzata e riconosciuta come la vera canzone… italiana…
      Mi sembrava una citazione doverosa

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  1. Alessandro Gianesini

    Io avevo dei pregiudizi su di te, non in quanto psy, nè per altro, ma per alcune letture “decontestualizzate”. Poi, però, si può cambiare idea e “rinsavire” 😉
    Però, pur capendo poco musicalmente, soprattutto di tradizione musicale napoletana, sono due brani molto diversi, ma ugualmente affascinanti! 🙂

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    1. Giusy Autore articolo

      essere intelligenti è anche comprendere che talvolta il nostro pregiudizio sta prendendo il sopravvento e -appunto- rinsavire. Sono consapevole che le mie letture talvolta sembrano strane ma.. provo sempre a mostrare la coerenza e il filo logico sottostante. Fa comunque anche piacere quando non si trova un senso logico, è una buona dritta che va presa in considerazione.
      Grazie e grazie per esserti messo alla prova con i pezzi.

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  2. maxilpoeta

    sono due stili diversi ma entrambi molto particolari, vanno al di la dei classici brani che siamo abituati a sentire dalle radio nazionali. Qua c’è talento espressivo, vocalità, eleganza di stili sonori, un arpeggio di sensazioni che vanno al di la della semplice lingua, per approdare nella bellezza genuina della musica in quanto tale. Belle scelte.. 😉

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    1. Giusy Autore articolo

      ma sai che non saprei cosa aggiungere di più 🙂 mi fa tantissimo piacere che tu abbia compreso il senso del post e che abbia apprezzato le scelte musicali , al di là della lingua o dello stile proposto. Hai usato parole davvero toccanti e le apprezzo molto. grazie 🙂

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    1. Giusy Autore articolo

      Buongiorno.. certo, il discorso è complesso. Fare cultura, purtroppo, non è (oggi più che mai) ricoprirsi di libri oppure fare esercizio di alti concetti. Bisogna ripensare ad una cultura che si inserisca in una società “smart” e veloce; una cultura che intessa trame fitte in una contemporaneità liquida e per sua stessa natura tendente a non prendere una forma cristallizzata e statica. Bisognerebbe ripensare alle scuole, ai centri di aggregazione, alle attività che i giovani (e non) svolgono.. insomma… questione complessa e dura, sì😁

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  3. minghina55

    Quando i preconcetti ci attanagliano mettono i paletti tra noi e il mondo che ci circonda. Mai fermarsi alla prima impressione, aprire di più la mente alla cultura in tutte le sue forme e sfaccettature e spogliarsi di quei pregiudizi che la dottoressa ci ha così elegantemente enunciati facendoci anche sognare con due brani stupendi.

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