Le parole che usiamo, il linguaggio che utilizziamo per comunicare è un fedele specchio della realtà che ci si presenta dinnanzi o è una personale interpretazione di ciò che vediamo e viviamo?
Secondo Paul Watzlawick esistono due lingue. Una che può essere rappresentata dalle parole che formulano queste frasi che leggete; essa è cerebrale, logica, analitica è la lingua della ragione, della scienza, della spiegazione (è la lingua del pensiero logico, diretto, che segue le regole della grammatica, della sintassi).
L’altra è molto più difficile da definire, proprio perché non è la lingua della definizione. La si potrebbe definire come lingua della metafora, dell’immagine, del simbolico. Una lingua della totalità e non della scomposizione analitica (è la lingua del pensiero che determina i sogni, le fantasie, il mondo interno).

“…giacchè è noto che un linguaggio non rispecchia la realtà, ma piuttosto crea una realtà.”
Paul Watzlawick
“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
la lingua del pensiero mi piace, la trovo molto poetica come immagine, sicuramente attraverso questo linguaggio ognuno può esprimere il meglio di se… 😉
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Tu utilizzi ad esempio la lingua del linguaggio del simbolico e della fantasia quando scatti le tue foto😉
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già, spesso creo storie proprio attraverso l’interpretazione delle immagini..😉
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Anche quando pensiamo profondamente e colloquiamo con noi stessi possiamo parlare di linguaggio del pensiero?
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Diciamo che si può sempre parlare di linguaggio del pensiero. Si distingue quello che riguarda il linguaggio del pensiero logico e quello del linguaggio del pensiero simbolico. Le autoriflessioni e il colloquio con se stessi può secondo me avere sia caratteristiche legate al pensiero logico sia a quelle del pensiero simbolico.
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“…giacchè è noto che un linguaggio non rispecchia la realtà, ma piuttosto crea una realtà.”
non so se è fuori tema, ma, in questa nostra epoca ‘ricca di impoverimento’ culturale e morale, di analfabetismo di ritorno che è peggio di una pandemia, mi chiedo : quale realtà ci stiamo creando?
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Se restiamo ancorati a questo “analfabetismo” il nostro linguaggio sarà povero e quindi anche il mondo che il linguaggio creerà non avrà altra possibilità che impoverire la nostra visione del mondo. Per fortuna ognuno di noi ha la possibilità di scegliere di arricchire il proprio linguaggio.
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