(Non) Tornare.

Immagine Personale.

Das Unheimliche dal tedesco, termine utilizzato da Freud per indicare un particolare sentimento (o meglio, una certa attitudine) non assimilabile tout court alla paura, che si presenta quando qualcosa (persona, situazione, impressione) viene avvertita come familiare ed estranea allo stesso tempo provocando in maniera generica angoscia e una spiacevole sensazione di confusione.

Nella traduzione italiana il termine è reso con perturbante .

Il termine fu reso per la prima volta (in psicologia) da Ernst Jentsch (senza tuttavia individuarne la radice inconscia).

Ad un livello prettamente semantico trovo interessante il fatto che Unheimlich è il contrario di heimlich (heim- casa) che indica appunto “familiare, intimo, confortevole”.

Un-heimlich significa estraneo, non familiare.

In linea generale tutto ciò che è estraneo, genera paura e turbamento ma.. non è necessariamente sempre così.

La paura (nella sua accezione più pura del termine, per come ci è dato conoscerla), è una cosa; l’oggetto perturbante un’altra.. perchè?

Per essere realmente perturbante, qualcosa, deve presentare contemporaneamente caratteristiche di familiarità ed estraneità portando ad una sorta di dualismo affettivo.

Si tratta di qualcosa che potrebbe/dovrebbe (?) restare nascosto, celato e invece affiora, riaffiora, torna e ritorna presentandosi carne viva per sentimenti, sensazioni, affetti e ricordi.

Cosa (non) vuoi che ritorni prepotentemente alla ribalta?

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio

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49 pensieri su “(Non) Tornare.

  1. minghina55

    Da bambina quando frequentavo l’asilo spesso partecipavo alle recite, con orgoglio ero sempre la protagonista principale e, questo mi rendeva molto felice. purtroppo per varie questioni non erano mai presenti i miei genitori, vedevo gli altri bambini che raccattavano le caramelle che i familiari lanciavano ma io non avevo il coraggio di prenderle . Ho tante foto ma tutte senza mamma e papà. Ecco questo è uno dei tanti episodi che ricordo con tenerezza e affetto ma anche con dolore, vorrei rimuoverlo perchè mi fa stare male ma è sempre lì, è parte della mia vita.

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    1. Giusy Autore articolo

      i ricordi tristi sono sempre spiacevoli ma ci sono.. e fanno parte anche quelli della nostra costituzione psichica..
      il concetto di perturbante non è propriamente legato ai ricordi spiacevoli in sè, in realtà, ma capisco il disagio di dover fronteggiare questi pensieri 😚

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  2. Ettore Massarese ( fu Franz)

    il “Perturbante” credo sia uno dei grandi fondamenti lasciati all’analisi della coscienza e alla sua interpretazione da Freud… Una categoria interpretativa che funziona alla grande anche in letteratura e in teatro (pensiamo al “perturbante” nella tragedia greca, ad esempio, vedi L’Ippolito di Euripide o L’edipo re di Sofocle) ) il “perturbante” è il familiare deviato, l’elemento nascosto nel quotidiano che ne fa saltare le leggi… ma “perturbante” è anche l’inatteso che mette in dubbio i principi morali consolidati e, dici bene, non ha nulla a che vedere con la paura quanto con una dimensione sconosciuta che ci predispone al conflitto e alla scelta.

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    1. Giusy Autore articolo

      e quanto siamo disposti a scegliere? specie se la scelta non è dettata da “desiderio attuale”, ma da qualcosa che (ri)torna non essendo però stata chiesta.
      se la scelta diventa uno scegliere ancora la stessa possibilità? .. ripeto l’errore?
      inquietante estraneità… Io è un Altro.. Je/Moi…

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      1. anthony7119

        Je dis ce que je pense, aux hommes comme aux femmes Giusy. Pourquoi dire de mauvaises choses, ça ne m’intéresse pas.
        Je vois le bien, l’obscurité ne m’intéresse pas…ou plus !
        Bonne nuit Giusy 😉

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