Tra i giovani e gli adolescenti, ma anche per le altre fasce d’età, c’è una condizione psicologica decisamente prevalente in questi mesi: la noia.
In verità, la noia, è uno stato mentale ed emotivo, un sentimento, di cui tutti abbiamo avuto conoscenza e che ha da sempre coinvolto, in particolare, la fase adolescenziale. La condizione pandemica ha solo amplificato enormemente lo stato di noia nei giovani.
La noia si può definire come una condizione psicologica caratterizzata da demotivazione, sentimenti di vuoto, riluttanza al movimento e all’azione, insoddisfazione. Ha da sempre focalizzato l’interesse della psicologia e della psicoanalisi, ma come ogni condizione umana ha da sempre interessato anche la filosofia.
” La noia riposa sul nulla che serpeggia per l’esistenza, la sua vertigine è come quella che viene dal guardar giù in un infinito abisso, è infinita. Che quindi quel tal eccentrico divertimento sia costruito sulla noia, si può anche vedere dal fatto che il divertimento sia costruito sulla noia, si può anche vedere dal fatto che il divertimento risuona senza eco, proprio perché in un nulla non c’è nemmeno quel tanto che renda possibile una risonanza.”
Kierkegaard

In psicoanalisi uno degli autori che si è interessato più da vicino all’argomento è stato O. Fenichel che definiva la noia come un conflitto tra il bisogno di attività e l’inibizione della stessa, un conflitto esasperato tra i bisogni dell’Es e quelli dell’Io: “la tensione della pulsione è presente, ma lo scopo della pulsione è perduto”. Secondo Fenichel la sensazione di essere annoiati (in una situazione più vicina alla patologia) è uno stato di eccitazione il cui scopo è già represso. La persona annoiata avrà la sensazione inconscia che qualsiasi cosa faccia sarebbe inutile e inadeguata a quietare quella “tensione intima”. La repressione dei desideri conduce ad una mancanza di scopo e di significato, perché la persona non sa proprio cosa vuole fare.
Secondo Greenson (Psicoanalista), alla base della noia vi è un’inibizione della fantasia da parte dell’Io, che percepisce la fantasia come una minaccia da cui difendersi. La negazione della fantasia provoca un vissuto sgradevole, in cui vi è mancanza di tensione, mentre l’impossibilità del soddisfacimento del pulsionale potrebbe spiegare la percezione intollerabile della lentezza del tempo.
L’incapacità di sapere cosa ci potrebbe rendere felici, o semplicemente che potrebbe darci conforto e piacere, può portare a una profonda noia esistenziale, dovuta ad una diffusa mancanza di significato. La noia esistenziale può emergere anche in quelle situazioni in cui una persona rinuncia a obiettivi importanti della propria vita a causa di preoccupazioni o altri motivi. La noia inoltre comporta una mancanza di stimoli, per la persona che vive il suo ambiente. La persona annoiata pare incapace di trovare attorno a sé gli stimoli giusti. La stessa povertà di stimoli è percepita anche dentro di sé. Spesso infatti la condizione di noia, nelle situazioni più gravi, può essere sintomo di una depressione.
“Essere annoiati significa essere sconnessi dal mondo”
John D. Eastwood (Psicologo – York University Toronto)
Come evitare la noia?
Non c’è un modo univoco per combatterla e ritornare a vivere “connessi” con il mondo circostante e con gli altri. Ogni persona può avere a sua disposizione una strada diversa. In genere, la chiave per la risoluzione della noia è il cambiamento delle proprie abitudini, del proprio modo di gestire le cose, di vivere le relazioni.
Affrontare la noia significa scardinare le abitudini dannose e i pensieri negativi, incoraggiare la fantasia e alimentare il coraggio nelle decisioni importanti.
Spesso brevi percorsi psicoterapeutici sono risolutivi e aiutano decisamente molto a comprendere le “origini” del proprio sentimento di noia. Nei casi in cui non vi sono comorbilità con altre psicopatologie è decisivo intraprendere percorsi psicoterapeutici più lunghi, ma altrettanto risolutivi.
“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
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io ho notato che è soprattutto fra i giovani che prende forma questo stato d’animo, poi col passare degli anni si trovano sempre cose belle da fare e anche la stessa noia tende a diventare un ricordo. Quando ero ragazzo io devo dire che facevo tante di quelle cose che neppure sapevo da dove cominciare, ma conoscevo parecchi miei amici che attraversavano questo stato d’animo, spesso li vedevi seduti fuori dal bar del paese, con l’aria scazzata, senza vogli di far nulla. Alcuni passavano la giornata solo a lamentarsi…
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Ciao Max, si infatti nel post lo dico, la si può trovare soprattutto nei giovani, ma è qualcosa di cui tutti abbiamo fatto esperienza e che può condizionare anche gli adulti. E comunque l’immagine della persona annoiata e quindi priva di prospettive ed aspettative è proprio quella che ha descritto tu.
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lots to chew over here, Gennaro. repression built up over time, I suppose, causes a lot of false starts and one can become oddly comfortable/uncomfortable in their lives. causing an almost addictive response to the repression, leaving one feeling a sense of boredom, hence lack of purpose, or purpose unfilled perhaps. nevertheless good post, like I said, this leaves one to chew over for a bit…cheers!
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Hi Jay, yours is a very pertinent observation, in fact I have found this ambivalence in some patients I have had in therapy in recent months. Due to the restrictions of the pandemic, some are now struggling with this feeling of addiction to repression; because initially they felt they were at ease, because they were safe at home, but then they began to feel great discomfort and then the feeling of boredom and dissatisfaction took over, strongly linked with a feeling of helplessness. Yes, there is a lot to chew here. Thanks so much for your words!
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yes, and I feel even people who don’t repress are being greatly effected by this right now as well, so many layers! some were able to ignore, a great many, by the harried pace and frenzy of running around etc.. thanks for all you do, Good day!
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Thanks to you Jay! Good day to you too!
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Soprattutto i giovani oggi sono annoiati è scontato dire: perchè hanno tutto! un discorso complesso perchè effettivamente è qualcosa che è tutt’uno con l’essere umano. Vedo bambini che con una macchinina stanno ore e ore a giocare e altri con stanze piene di giocattoli che piangono e si disperano, paragonando ciò agli adulti chi ha tanto si annoia e chi possiede poco è più attivo? E’ una deduzione molto semplicistica, è chiaro che ogni individuo è un mondo a se, conta tanto il carattere, il vissuto, le esperienze fatte ma questa è vostra materia dottore non mi permetto di andare oltre. Cordiali saluti
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Ciao Minghina. Si, probabilmente il fatto di possedere tutto e subito, influisce molto sul futuro sentimento di noia nei ragazzi e infatti può essere uno dei fattori predittivi. Però a questo, tante volte si unisce anche l’incapacità a saper vivere il proprio “tempo”, l’incapacità di progettare il proprio futuro, ad esempio.
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I liked the theme. Would you like to know more.
Is it possible to be confused with depression or sadness?
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Let’s say that boredom, in some cases, can precede depression or can even be part of it. The same goes for sadness, which is an emotion that can also characterize boredom or be a consequence of boredom.
They were often linked mental and emotional states. However, we can say that boredom is more often accompanied by sadness and only in the most serious cases can it accompany depression.
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Thaks!
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Thanks to you!
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