Oggi vorrei riproporvi un articolo molto interessante e attualissimo. Purtroppo in questo periodo storico siamo spesso invasi da notizie false o falsate, che possono confonderci, disinformarci fino ad alimentare paura e rabbia, spesso e volentieri insensate. Lo studio, l’apprendimento, l’esperienza e la conoscenza delle diversità, sono la chiave per la libertà di pensiero. Buona lettura!
In un epoca dove tutto ciò che succede passa da internet e dai social, siamo continuamente pervasi da innumerevoli informazioni, provenienti da diversi “mittenti” più o meno affidabili e conosciuti. Molte volte queste informazioni che (passivamente) riceviamo si rivelano essere false e inaffidabili. Perché facciamo fatica ad arginarle?
C’è un modo per poter imparare ad acquisire una buona autonomia mentale e maggior spirito critico ?
A volte se proviamo ad esercitare uno spirito critico e portiamo avanti un nostro pensiero senza un metodo si rischia di cadere facilmente nella credulità.

Vi porterò un piccolo esempio; se siamo convinti di un probabile complotto, che riguarda un qualsiasi evento che ci colpisce molto emotivamente, saremo portati a concentrarci solo su uno – due elementi dell’evento, senza provare ad analizzare tutte le possibili spiegazioni di ciò che è successo. Il nostro sguardo e la nostra attenzione sarà…
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sicuramente in tempo di social anche il pensiero critico delle persone viene veicolato da queste informazioni, spesso false, e che alimentano tensioni inutili, per fatti, che talvolta sono solo frutto della fantasia di chi li ha scritti. Dovremmo sempre cercare di capire dove finisce la realtà e dove inizia la fantasia….👍
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Si Max, ci vuole un gran lavoro mentale per capire e differenziare la disinformazione dall’informazione. E paradossalmente è proprio questo il problema. La gente è molto interessata a “non pensare” e quindi fa difficoltà a discriminare e si lascia andare spesso e volentieri solo all’emotività.
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con tutte le conseguenze del caso aggiungo io …
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Esatto
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Sempre bello vedere e leggere articoli che vogliono fare del bene alla comunità trattando di problemi quotidiani. Del resto, cosa nel vostro blog non sortisce questo effetto?
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Grazie mille Twiki!!. Mi fa e ci fa davvero piacere poter arrivare alle persone e trattare argomenti che parlano di Psicologia e che possano risultare interessanti. Il nostro obiettivo è proprio quello di informare e far conoscere alle persone la Psicologia, il lavoro di noi Psicologi e Psicoterapeuti e la grossa utilità per il sociale, per la salute e il benessere individuale. Grazie ancora per le tue parole.
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Oggi questo tema è particolarmente complesso e spaventa proprio la sempre più diffusa pigrizia mentale. Ricordo sempre mio nonno materno, storico e filosofo siciliano, amico di Croce: nonostante il suo essere socialista (parlo di pre e post ultima guerra, alla vecchia maniera), diceva sempre, “io non lego la mia mente, devo capire”. Così ogni giorno comprava un giornale di sinistra, uno di centro e uno di destra perché sottolineava che solo così poteva farsi una chiara opinione dei fatti, dal confronto di diverse prospettive.
Oggi è vero che tutto è complicato dal marasma di informazioni, fattore che annacqua e diluisce la buona informazione, ma ad andare persa è stata la voglia di pensare, riflettere, troppo impegnative per i più. Viene prediletta la sbrigativa formulazione di tesi superficiali basate su fonti altrettanto facilone, non verificate, ma utili ad attrarre una massa pigra accumulando click (fonte di potere e denaro). Per abitudine familiare e per professione sono abituato alla verifica analitica, alla valutazione delle fonti, primo fattore per una fondamentale scrematura dalla melma strabordante di pseudo tesi, pseudo contro tesi, pseudo notizie, non-approfondimenti, favole e fantasie moderne sempre a caccia di nemici.
Confesso che spesso la confusione è tale che alcuni colleghi giornalisti ci cascano con tutte le scarpe (spesso però per colpa di poca curiosità e per un eccesso di pigrizia) rimediando però delle figuracce incredibili.
Per mio amor proprio, senso del decoro, passione in quello che faccio e una personale “rigidezza” intransigenza sull’informare, sull’informarmi e sul sapere, non potrei mai perdonarmi anche un solo errore del genere… e poi sarebbe troppo facile e insoddisfacente (oltre che dannoso). Ci sarebbe molto altro da dire, ma ho semplificato
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Ciao Giuseppe, la tua è una professione che ho sempre ammirato e che ho sempre considerato complicatissima. Il giornalista ha una responsabilità “sociale” non indifferente, proprio perché ha il “potere” di diffondere e manipolare le informazioni che ha il dovere di divulgare. Oggi la professione del giornalista credo abbia ancora più valore, perché (come diciamo a Napoli) “con questi chiari di luna” c’è bisogno di informare le persone e usare le parole nella maniera più opportuna, e nel frattempo lottare contro la disinformazione. Ovviamente la società sta cambiando velocemente e credo ci sia una forte responsabilità anche delle varie istituzioni (familiare, scolastiche, sportive..) e una ancora più grande dello Stato, in questa “epidemica pigrizia mentale” delle nuove e nuovissime generazioni e delle generazioni un po’ più attempate.
Fortunatamente, anche io ho avuto un’impostazione familiare molto stimolante e sulla mia strada ho incontrato alcuni maestri e professori che mi hanno invogliato alla curiosità e allo studio. Pensa che a casa dei miei genitori, esistevano svariate librerie. In salotto, nel corridoio, nella mia stanza, in cucina, persino in bagno. Un mio maestro delle elementari (uomo fermamente di sinistra) a cui ero molto legato, ci diceva proprio di informarci su più fonti (basta che siano serie) e di non accontentarci mai solo di un punto di vista. Insomma la questione è questa: bisogna coltivare bene e fertilizzare ancora meglio, per rendere le giovani radici forti, per riabituare le persone al pensiero libero. Ma non è una impresa facile. Proprio come dici tu, “ci sarebbe molto altro da dire”. Buon fine settimana.
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Perfettamente in sintonia
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