Gioia.

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La gioia può essere definita come una somma di attivazione e piacere che si manifesta con il sorriso (espressione emotiva innata, contagiosa e frequente).

Il sorriso è geneticamente programmato perché assicura, ad esempio, al neonato un’interazione positiva con la mamma e con tutte le persone atte alla sua sopravvivenza.

Secondo Ricci Bitti il sorriso può essere sia di gioia che contentezza; nello specifico il sorriso di gioia ha origine dal rapporto sociale e si accompagna a una particolare apertura e luminosità dello sguardo; si manifesta – inoltre- in conseguenza della gratificazione dei bisogni essenziali.

Secondo Izard, invece, la gioia appare in seguito a un’azione (meglio se creativa e socialmente utile), che è stata compiuta per motivi diversi dal fare piacere a se stessi.

Emozioni affini alla gioia sono:

Allegria: può essere un tratto del temperamento o un processo emotivo

Euforia: stato emotivo con forte componente fisiologica e comportamentale (iperattività, fluidità verbale, ecc.)

Contentezza: stato emotivo di intensità variabile

Felicità: stato emotivo di benessere complessivo limitato all’esperienza immediata.

Secondo le ricerche compiute sul tema, sembra che il buonumore comporti effetti positivi anche sulle capacità di apprendimento, il quale sembra essere migliore (più forte e duraturo), se si è allegri durante la presentazione del materiale di studio o da ricordare. A tal proposito, Bower, sostiene che si ricordi meglio il materiale verbale o visivo che si accorda con lo stato emotivo del soggetto in quel momento. Questo effetto è più accentuato nel caso di emozione positiva. Secondo Bower, la spiegazione di tale fenomeno risiede nel fatto che la memoria è una rete associativa i cui nodi tengono conto non solo degli aspetti di contenuto ma anche di quelli emozionali.

L’essere di buon umore influenza inoltre altri aspetti del pensiero come:

i processi di categorizzazione

la velocità ed efficacia nel risolvere vari tipi di problemi (problem solving)

la capacità di previsione, descrizione e assunzione rischi.

Isen e collaboratori hanno analizzato le modificazioni che gli stati d’animo hanno sui processi cognitivi. Quando si è di buon umore si producono più associazioni positive, inoltre le persone positive hanno maggior flessibilità mentale.

Le persone positive, inoltre, risolvono i problemi di flessibilità e creatività con più facilità.

Le persone allegre tendono inoltre ad attuare il mood maintenance quel procedimento che tiene lontane le persone gioiose da situazioni di rischio serie perché si tende a mantenere l’umore di partenza (quello allegro).

L’effetto del sentirsi sereni, allegri e gioiosi ha ripercussioni anche sul comportamento sociale si tende infatti ad incontrare maggiormente persone, amici, parenti e si incorre nell’helping behaviour.

Si tratta dell’associazione tra buonumore e altruismo. Quando le persone sono più allegre si rendono più utili; questo fenomeno è stato spiegato anche con il mood maintenance perché le persone di buonumore tendono ad evitare quelle tristi per mantenere il proprio livello di benessere, ecco perché persone tristi e allegre difficilmente andranno d’accordo..

Ognuno protegge il proprio stato d’animo e il proprio vissuto emozionale.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.

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