“Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”.
Oscar Wilde
Uno dei principali problemi che possono avere le persone “costrette” ad un regime alimentare restrittivo (una dieta), è che se si cade in tentazione, dopo giorni e settimane di rigide privazioni, si è più inclini all’abbuffata. Diversi studi hanno infatti dimostrato che le persone che sono convinte di aver in qualche modo infranto le regole rigide della propria dieta (cedendo ad una tentazione), saranno più inclini a perdere l’autocontrollo e quindi abbandonarsi ad una scorpacciata (“tanto ormai ho già ceduto con quel dolce; oggi è andata così, tanto vale godermi il resto delle pietanze”).




Alcuni regimi alimentari prevedono la completa abolizione di alcuni alimenti e cibi che consideriamo tra i nostri preferiti. Nel momento in cui vi rinunciamo la nostra mente svilupperà un desiderio profondo nei confronti di quegli alimenti, fino a sognarli di notte. La preoccupazione per il cibo è l’inevitabile conseguenza di ogni dieta.
Questo fenomeno è detto “effetto rimbalzo” e si può verificare ogni volta che, sopprimendo un pensiero, ne incrementiamo automaticamente la ricomparsa, anche se indesiderata.
Quindi ciò fa pensare che tutti i tipi di proibizioni rigide, non hanno un effetto realmente positivo sul corretto mantenimento di un regime alimentare sano, ma paradossalmente fanno da effetto boomerang. Non appena l’alimento viene proibito il desiderio nei suoi confronti aumenta moltissimo. Chi usa la strategia delle restrizioni per perdere peso finisce per consumare quantità maggiori di cibi proibiti.
Quindi pare necessario un equilibrio, concentrarsi su ciò che piace del proprio corpo, mettendosi obiettivi realistici e non pretendere cambiamenti troppo repentini. Introdurre cambiamenti costanti, semplici e graduali, senza rinunciare e abolire intere categorie di alimenti preferiti è il modo migliore per favorire una perdita di peso duratura (è escluso da questo discorso ovviamente chi ha patologie o intolleranze alimentari, tali da dover per forza eliminare alcuni alimenti).
“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
Motivo per cui le diete “miracolose” che ti fanno mangiare 3 noci e un broccolo per tot settimane sono nocive e pericolose
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Infatti.. non hanno alcun senso e non fanno altro che alimentare la frustrazione.
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diciamo che alle tentazioni dolciarie rinuncio difficilmente, appena entro in un ristorante guardo già cosa c’è di dolce, poi scelgo il resto! 😊 però ultimamente cerco di contenermi un pochino…😋 ad ogni modo peso sempre tanto uguale da due anni a questa parte,,,😉
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Dipende da quanto pesi.
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ah ah ah bella questa 🤣🤣🤣 no va beh un peso quasi normale, sono 63 kg 😊
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Dalla foto si vedeva che sei magro.
Buona serata
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Sei troppo severo e pessimista😄
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Max fai bene a farti passare lo sfizio del dolce. Le rinunce forzate non fanno bene. Infatti non hai mai avuto problemi e resti peso forma.😄
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grazie per comprendere, per fortuna riesco a mantenere un peso forma, ma solo perché cammino tutti i giorni! 😊
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Camminare tutti i giorni è un toccasana!!
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resistere, resistere, resistere…e cedere alfin dell’ardua ordalia. Nun ce la posso fà.
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Eh si…cedere, è un po’ la fine che fanno tutti, difficile farcela. Se ci si concentra esclusivamente sul resistere e privarsi si sprecano troppe energie e si alimenta la frustrazione.
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Credo di aver trovato la soluzione giusta a inizio 2011, nessun “miracolo”, quella che sto ripetendo da un mese e mezzo: continuo a mangiare tutto, ma a metà porzione. Mantengo la varietà, non c’è un piatto, un alimento proibito che diventi obiettivo di desideri. Un po’ più di limitazione l’ho attuata solo con i formaggi. Tolto il periodo strettamente iniziale, la cosa prosegue con tranquillità anche psicologica, tanto da limitarmi automaticamente anche quando mi invitano a pranzo o a cena. Nel 2011 in tre mesi e una settimana persi oltre 15 chili. Questa volta in circa 45 giorni ho perso sei chili. Potrei dire di aver trovato uno strumento equilibrato e che non mi fa cadere in raptus. Confesso che se un paio di volte in pranzi con amici sono andato oltre, la sera ho compensato con uno yogurt o un tè verde… e la cosa non mi è pesata: mi sono sentito come avessi mangiato. Miracolo no, ma varietà e nessuna limitazione sulla tipologia di cibo
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Ciao Giuseppe. La tua esperienza rispecchia pienamente quello che intendevo nel post. Il senso è proprio questo: evitare la ricerca disperata del “miracolo” attraverso rinunce esasperate e disperate. La chiave è raggiungere un equilibrio alimentare con una dieta varia e spensierata, ma corretta e senza digiuni di aspirazione ascetica.
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