
Un giorno un uomo poco più che quarantenne si è presentato in studio.
L’aspetto era quello di un uomo “vissuto”; mostrava più anni della sua età anagrafica, era sovrappeso e si muoveva ondeggiando, quasi mimando il movimento delle barche attraccate al porto.
Il suo essere goffo era rimarcato dalla difficoltà nel tenere lo sguardo dell’interlocutore. D. sudava in continuazione; il viso rosso faceva da letto a delle leggere discromie del volto che rendevano il tutto particolarmente raggrinzito e “âgée” .
D., era nervoso e preoccupato “il tempo è poco”..
Tutto rendeva la sensazione del moto ondoso; sembrava si stesse quasi per essere investiti da una qualche onda sbucata senza preavviso.
D., dice di lavorare sulle navi e di essere momentaneamente a terra “tre mesi, poi ancora in mare, non so bene dove ma credo verso l’Africa.. non ci dicono molto.. scopriamo tutto quando siamo su”.
Le prime notizie di D., sono abbastanza disconnesse ; l’uomo non sembra avere motivazioni intrinseche molto forti.. tanto che risulta difficile capire la fonte dell’invio e l’analisi della domanda è complessa e stancante.
I colloqui proseguono, così come i giorni.
D., ha un dolore, forte e nascosto nelle profondità più buie del suo animo. Vive in e di mare; ha sacrificato tutta la sua vita per aiutare la famiglia di origine (che a suo dire non gli è mai stata riconoscente), è stato ripetutamente tradito dalle donne; offeso, preso in giro e umiliato.
D., ha dei ricordi che bruciano come il sole di fine giornata quando il corpo è ormai disidratato e preda del sale che si attacca e fa le croste bianche. L’uomo vorrebbe cancellare memoria e ricordi, azzerare tutto.. sparire come “quelle navi inghiottite da chissà cosa o chi“.
D., sembra un uomo bloccato in mezzo al mare, impossibilitato nel chiedere aiuto, ustionato dalla vita con i polmoni pieni di ricordi fluidi che continuano a girare nel suo corpo impedendogli di respirare (spesso D., ha avuto degli attacchi di panico molto forti).
Con il tempo D., da uomo goffo e ondeggiante ha cominciato a rendere l’immagine dell’uomo infinito.
Raccontava le avventure più assurde.. paesi mai sentiti.. lingue mai lontanamente considerate.
D., non è più tornato dal mare.. ma amava uno scrittore, De Silva, e ripeteva spesso un piccolo pezzo di un suo scritto
“Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l’impressione che niente finisca mai veramente. Io vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono pieno di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi. Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati.“
Diego De Silva
Dott.ssa Giusy Di Maio.
how amazingly sad…
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I know, Jay. I was a bit undecided about sharing this interview, but .. I think it is important to talk about all the facets of the human soul. Thanks for reading 🙂
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I totally agree with that viewpoint
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🙏🙏🙏🙏
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ottima questa tua narrazione, hai dato vita a questo bizzarro personaggio, tanto che per un attimo mi è sembrato di vederlo qua davanti a me, col suo ancheggiare, con quel mare dentro che forse ancora gli appartiene 👍👏👏😉
P.S
Come si è conclusa questa terapia? Ne è uscito migliore?
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Grazie Max, sono ben lieta quando le vite dei pazienti prendono vita qui.. è bello sapere e rendere l’immagine reale del disagio di una persona e non fare della persona solo una malattia. “Non è tornato dal mare”…
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ah ok 😉 ti leggo sempre con interesse e attenzione, tranquilla 😊🤗👍
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Povero uomo, mi fa tenerezza. Chissà quale delusione lo ha lacerato fino a questo punto….
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Come in ogni sfera della vita, le ipotesi/spiegazioni sono multifattoriali. È stato un incontro che mi ha profondamente segnato..
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Ci credo… ha toccato anche me , che sono solo una tua lettrice
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Ti ringrazio per aver letto con passione. Buona serata 😊
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Scrivi meglio di Riza 🙂 Bella storia, ricorda un racconto del grande Buzzati
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Ahahahaha menomale dai! Mi sono salvata in corner. Grazie 😊 provo solo a render giustizia alle vite dei pazienti 😊
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bella storia raccontata benissimo, Bello scritto finale
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Grazie mille. Buona giornata 😊
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Come si fa a non far ‘annegare’ un simile uomo nei propri dispiaceri o fantasia e a farlo riemergere? Misteri della psicologia, a me sembra un’impresa titanica
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buonasera Valentina.. è un po’ come la questione del calciatore Eriksen che era praticamente morto. Per 20 minuti il suo cuore si è fermato, ma i medici hanno persistito cercando la giusta strategia (il giusto massaggio, il giusto ritmo) a quanto pare lui ha voluto, si è aggrappato alla vita ed è salvo. le cose poco probabili non sono impossibili (lo dice la statistica) e quando ci muoviamo nel mondo della psiche, le variabili da considerare diventano così tante che è impossibile prevedere un esito (possiamo fare però delle ipotesi che sono poi quelle che guidano un trattamento). Per ritornare al tuo dubbio: come si fa.. Bene.. si fa.
Se D., è venuto in studio, ha fatto una mossa, ci ha dato e si è dato un chiaro messaggio e lui, in quei mesi, si è dato una possibilità.
I misteri della psicologia risiedono nella capacità di darsi una possibilità, possibilità resa tale da un grande atto di fiducia che si fa verso se stessi e il terapeuta.
Buona serata 🙂
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