“Un cittadino di Birmingham,nel regno Unito, descrisse uno stato durante il quale egli “aveva viaggiato” fino a una città. che non aveva riconosciuto, dove le persone parlavano francese. Mentre camminava per le strade si accorse di essere vicino al terminal di un aeroporto e con sua grande sorpresa si rese conto di essere a Montreal. Contemporanea alla sua avventura era la storia del fallimento del suo matrimonio, avvenuta poco prima che egli scomparisse”
Andrew Sims – “Introduzione alla Psicopatologia descrittiva”
Per fuga psicogena (o fuga isterica) si intende un improvviso allontanamento dai luoghi familiari, con un restringimento della coscienza e una successiva amnesia e quindi incapacità a ricordare il proprio passato. L’amnesia, conseguente alla fuga psicogena, è un disturbo raro, descritto anche nel DSM e ICD nei disturbi dissociativi.
In genere è un disturbo “transitorio” si esaurisce in poche ore o pochi giorni, ma ci sono casi in cui l’amnesia è perdurata per diversi mesi; può presentarsi in conseguenza ad eventi traumatici e provoca uno stato alterato della coscienza, che funge da meccanismo di difesa per sottrarsi al ricordo dell’evento traumatico e dimenticare.

Le persone interessate dal disturbo sembrano, in apparenza, essere in contatto con la realtà circostante, comportandosi anche in modo appropriato, mostrando anche una certa disinibizione. A volte è presente anche una perdita della propria identità e l’assunzione di una nuova identità falsa.
Insomma la fuga dissociativa è una modalità di funzionamento mentale che si attiva nel momento in cui una persona, per fuggire da situazioni vissute come molto traumatizzanti, ha bisogno di “evadere” e dimenticare per non crollare e impazzire.
Questo tipo di disturbo è infatti molto comune in persone che hanno vissuto disastri naturali, guerre, violenze sessuali e abusi.
In questi ultimi venti anni anche alcuni fatti di cronaca nera ( casi di omicidio) molto famosi mediaticamente in Italia, sono stati spiegati in parte con eventi di “fuga dissociativa” e successiva amnesia da parte dei presunti colpevoli ad esempio: delitto di Cogne, il caso del piccolo Loris.
“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
interessante questa riflessione, indubbiamente per chi vive certe realtà questo tipo di comportamento sarà visto come una fuga dalla propria vita, come un nuovo inizio, anche se dal punto di vista traumatico penso che gli strascichi del passato restino vivi..
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La fuga psicogena può avere tanti significati per chi lo vive in prima persona e per chi invece lo guarda dall’esterno. Certamente è molto estraniante per chi lo vive.
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