SchizofrenicaMente.
Buona Lettura.

Volendo compiere una sorta di viaggio circa la relazione (possibile) tra creazione artistica e schizofrenia, si potrebbero quasi rintracciare tre ramificazioni (forse periodi), che hanno portato alla comprensione che anche (se non) soprattutto, i manicomi sono stati luoghi del sentir e del vivere artistico.
I manicomi sono spesso stati in odor di arte.
Inizialmente il folle è stato considerato come lontano dalla possibilità della creazione artistica; il folle infatti non ha “qualità” umane. Successivamente si è immaginato che il folle (e la sua creazione artistica) potessero coesistere solo nella fasi inter critiche, quando – in sostanza- nella ciclicità della malattia, vi era una pausa della fase critica. Gaston Ferdière, uno psichiatra francese, che si occupò di Antonin Artaud sosteneva, ad esempio, che Artaud stesso fosse un grande artista ma solo quando la follia era controllata dalle terapie (Artraud fu trattato con 62 elettroshock).
L’ultima (per così dire)…
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Qui si riprende il discorso degli occhi di specchio e della follia dell’altro che è la propria verità! 👀
È un caso? O il dialogo di oggi è stato ispirato da ciò? Magari anche inconsciamente
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Ciao Maria, senza scomodare l’inconscio è stato un caso. Questo è un reblog veloce di ieri perché alcuni giorni al blog non posso stare dietro. N esiste e vive nel Mio palazzo. Ho già condiviso stralci dei nostri dialoghi notturni visto che mi becca sempre la sera, quando torno tardi.
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Allora è stato un caso bello forte 😃 sorprendente 🌟
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Per dirla in lingua madre “na vera capata!” 😂
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ahaha siii 😆
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