
L’approfondimento di oggi mi fa male.
Fa male come donna che lavora anche – e soprattutto- con bambini e adolescenti, prendere atto dell’ennesima pericolosissima challenge che dovrebbe partire il 21 giugno ma che di fatto, è già abbondantemente in corso; ma andiamo con ordine.
Cos’è la boiler summer cup challenge?
Boiler: scaldabagno/ caldaia, termine usato in questo caso, per indicare ragazzine, ragazze, donne, dal supposto peso eccessivo.
La sfida che giovani anche qui -presunti- uomini, si sono lanciati, consiste nell’andare in discoteca o nei locali, individuare “ragazze grasse” e fare video/foto (tendenzialmente a loro insaputa) oppure fingere di abbordarle sempre al fine di scattare qualche foto/video, che poi andrà postata online.
Poi?
Succede che in base al presunto peso della ragazza, viene dato un punteggio: 80/90 chili, 1 punto. 90/100 chili, 2 punti. 100/110 chili, 3 punti. 110+, 5 punti (e qui già lo so.. qualcuno di voi, uomo, sta ridendo).
Molte ragazze hanno trovato loro video online, foto, con commenti vergognosi, scandalosi, angoscianti, stomachevoli; commenti al loro corpo; commenti fatti alla loro immagine, peso: commenti al loro involucro, al loro Io.… nel mentre erano convinte, dopo 2 fottutissimi anni di pandemia, di potersi divertire.
Discriminazione, grassofobia e misoginia.
Questo è bullismo; questa è violenza.
Siamo alle solite… il corpo della donna è sotto attacco, certo la novità qui non c’è.
Se esco devo preoccuparmi di non essere indecente, troppo provocante; devo preoccuparmi di non urtare la sensibilità altrui perché il mio sedere può essere troppo grosso; il mio seno può far venire strane idee… I brufoli possono infastidire qualcuno… La mia postura può essere troppo mascolina (siccome so che molte persone hanno difficoltà nella comprensione del testo, non riuscendo ad abbandonare l’assetto narcisistico, specifico che il riferimento qui non è personale. Parlo a nome di tutte le pazienti che non stanno più uscendo di casa).
“Ma quale estate da fidanzato, devo vincere la boiler summer cup/Ho toccato un boiler di 130 chili/», si legge sotto alcuni video, che TikTok ha provato a rimuovere ma che ormai sono diffusi sul web”
Perché anche se TikTok ha tentato di rimuovere questi video, questi oltre ad aver sostato per settimane online, i vari gruppi whatsapp o telegram sono belli che attivi e pronti a perpetrare la challenge.
Quale il risultato sulla salute psichica delle nostre giovani?
Ed eccoci qui.
Le ragazze si stanno approcciando ad una nuova versione eterodiretta degli hikikomori.
“Eh Dottorè.. mo basta una foto per non far uscire le persone da casa o per spingerle al suicidio…”
Sì: sta succedendo.
STA
Questa è una emergenza sociale in piena regola.
Siamo stanche di esser considerate pezzi di carne alla portata continua di tanti che decidono di smembrarci e masticarci avidamente, analogamente alla fettina di pollo che, la cara mamma cucina a questi ragazzi che hanno come unico scopo nella vita, infliggere dolore e badate bene.. che il dolore psichico è il peggiore perché non si vede.
E’ il dolore peggiore perché si vive nell’assordante e rumoroso silenzio personale; è nella propria mente e nel proprio corpo (che con questa challenge smette di appartenere alla persona chiamata in causa, per essere messo in piazza), che si vive l’angoscia della non appartenenza.
Nel pieno dell’adolescenza quando l’Io cerca di trovare disperatamente collocazione e contenimento; quando la psiche già soffre di per sé spinta su e giù dall’angoscia di non riconoscersi, di non sapere… con un corpo che cambia continuamente (e cambierà ancora) ecco che arriva l’idiota di turno.
Chi è l’idiota che partecipa alla challenge?
Figlio di un padre discutibile (ne ho letti e ne leggo di commenti di signori che non fanno altro che evidenziare come le forme non filiformi facciano schifo. I miei complimenti… So che nella maggior parte dei casi, non credete al lavoro dello psicologo -ho letto anche questo- ma bravi… Bravi per aver consentito il degrado socioculturale ed umano).
Dicevo…
Si tratta di ragazzi con serie problematiche psicologiche; l’ossessionato per la presunta buona forma altrui, presenta evidenti tratti nevrotici, fobici se non francamente psicotici. Se gli va bene, il ragazzo in questione è un futuro impotente (il bisogno di sancire la sua fallica superiorità la dice lunga sulle problematiche sessuali che molto probabilmente lo affliggono); potrebbe avere problemi di identità di genere che non riuscendo ad accettare, elicita sotto forma di persecuzioni fatte a quel sesso che lui non può avere. Sarà un sadico? Possibile (e qui, attenzione per davvero); un antisociale?
Sii tutto ciò che vuoi ragazzo che decidi di partecipare a questa challenge, ma per me, il punto di partenza è che sei un’idiota in piena regola.
Poi se vuoi, vieni a trovarmi in studio e -anche se sono donna e potresti vivere questa cosa come una minaccia- proviamo a parlarne.
“Se davvero la sofferenza impartisse lezioni, il mondo sarebbe popolato da soli saggi. E invece il dolore non ha nulla da insegnare a chi non trova il coraggio e la forza di starlo ad ascoltare”.
S. Freud
Dott.ssa Giusy Di Maio
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