“Sono rimasto nella mia testa troppo a lungo e ho finito per perdere la mente”.
Edgar Allan Poe

Un giorno a lavoro in una nuova struttura mi informarono che c’era un uomo di circa 30 anni che da diverso tempo si isolava.
Era in Italia da ormai diverso tempo, forse tre o quattro anni. Era stato sempre paziente, socievole, un gran lavoratore. Rispettoso delle regole e delle persone con cui condivideva la sua stanza e gli spazi del luogo che lo ospitava.
Ad un tratto, stanco e frustrato dall’attesa della farraginosa burocrazia dei documenti, si chiuse in se stesso. Era costretto all’inerzia, in una condizione paradossale in cui era letteralmente un prigioniero senza cella.
Viveva ormai da qualche tempo isolato, in mezzo agli altri. Passava ore a guardare l’orizzonte, mangiava poco e non parlava con nessuno.
Quel mondo lo aveva tradito.. e lui aveva deciso di rinchiudersi nella sua testa.
Il suo corpo mostrava delle cicatrici, la sua storia e la sua mente erano costellate da numerose ferite ancora aperte, che provocavano dolore.
Lui sopportava quel dolore in silenzio e si rifugiava nella sua mente.. che inesorabilmente si stava ammalando..
“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
Io ciavrebbi una storia simile. Ibrahim. Un giorno la racconterò. Finale credo positivo e non merito mio (ci ebbi dato una mano)
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Anche questa storia fortunatamente con lieto fine..
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😀
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Importante che quello che comincia male finisca bene, per lui per ognuno 😊
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