Memoria: pillola di neuro.

Si tratta della capacità che ha un organismo vivente, di conservare tracce della propria esperienza passata al fine di utilizzarla, per così dire, per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri.

La funzione in cui si esprime la memoria è il ricordo, la cui diminuzione o scomparsa determina l’oblio. Come fenomeno normale che descrive la fase discendente di ogni processo mnemonico, l’oblio va distinto dall’amnesia, termine che indica, invece, un fenomeno patologico che porta a disturbi del comportamento.

La memoria non è localizzata in singole zone ma è il risultato dell’interazione dell’intera attività corticale.

La persistenza dei ricordi lascia supporre che nella struttura del cervello si verifichi una trasformazione duratura che prevede, secondo l’ipotesi biochimica, che nelle cellule nervose la traccia mnestica si depositi sotto forma di particolari molecole di acido ribonucleico (RNA) prodotto dall’attività neuronale.

Questa ipotesi troverebbe conferma nella possibilità, sperimentata in animali inferiori, di trasferire biologicamente la memoria da un individuo ad un altro (genetica).

(Il che potrebbe spiegare perché alcune persone o luoghi, sanno di te. Il loro ricordo è dentro, come RNA che porta messaggi, in tutto il corpo, facendosi sensazione, tatto: facendosi calore.)

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio

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