Per fuga psicogena (o fuga dissociativa) si intende un improvviso allontanamento dai luoghi familiari, con un restringimento della coscienza e una successiva amnesia e quindi incapacità a ricordare il proprio passato.
Uno dei primi casi di fuga dissociativa della letteratura scientifica, è descritto in una tesi di laurea dal dottor Tissiè alla fine dell’Ottocento.
Tissiè scriveva:
“Viaggiava ossessivamente, straniato, spesso senza documenti d’identità e a volte senza identità, senza sapere chi fosse o perché viaggiasse, e a conoscenza solo della sua prossima tappa. Al momento del “ritorno” non aveva idea di dove era stato, ma sotto ipnosi riviveva fine settimana perduti, anni perduti”
Buona visione!
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“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
interessante questo stato di coscienza, potremmo dire d’incoscienza, ma in senso buono. Vivere per un attimo estraniati dal proprio oggi può essere anche terapeutico soprattutto se si vive attimi di grande stress. Questa è solo una chiave di lettura che ho voluto vedere io immaginando queste persone che viaggiano con la mente in un mondo tutto loro, distanti da tutto. Poi va beh per chi li vive sicuramente son problemi…😉👍😊 sempre interessanti i tuoi articoli..👏👏👏👏👏
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Ciao Max! Una interpretazione romantica la tua, ma purtroppo non realistica.. grazie mille per il feedback.🙂
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un po’ di romanticismo concedimelo 😁😁😁😁😁 siamo anche vicini a San Valentino 😁😁
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