“Così per amare, bisogna imparare prima a pazientare, a sapere stare da soli, ad accettare l’altro e rispettarlo; importante poi è avere fiducia in se stessi perché in fondo è nel rapporto con il proprio sé che si sviluppa il rapporto con il prossimo.”
“Il carattere attivo dell’amore diviene evidente nel fatto che si fonda sempre su certi elementi comuni a tutte le forme d’amore. Questi sono: la premura (o cura), il rispetto, la responsabilità e la conoscenza.”
Erich Fromm
Questa tappa del nostro viaggio ci farà volare in alto come il sentimento più forte che noi umani conosciamo, l’amore. Oggi approfondiremo la conoscenza di questo sentimento prima analizzandolo al suo esordio, magari osservando più da vicino il fenomeno noto come “Colpo di Fulmine” e poi ne approfondiremo anche alcuni aspetti puramente psicologici attingendo ad alcuni concetti di Erich Fromm sull’amore e sulla relazione d’amore.
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Amore e Psiche. Dal “Colpo di Fulmine” all’Amore – SPREAKER PODCAST
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“Noi pensiamo per storie perchè siamo costituiti da storie, immersi in storie, fatti di storie”
Gregory Bateson
Le “tappe” del nostro “Viaggio nella Psicologia” che vi propongo oggi, ci faranno vivere per qualche minuto come personaggi di storie. Storie che partono da antichi miti. Perché in qualche modo noi tutti siamo parti attive nel racconto della nostra storia.
Narrazioni che partono da lontano e che in qualche modo condizionano il nostro presente e il nostro futuro.
Nel primo episodio vi parlerò più in generale del mito e della sua importanza per i contesti sociali, per le comunità, i gruppi e per i singoli individui.
Nel secondo episodio invece vi parlerò più nello specifico del “mito familiare” e dell’importanza che ha assunto nella comprensione dello studio del funzionamento psicologico delle famiglie dal punto di vista della Psicologia Sistemico Familiare e quindi dell’importanza che assume per ogni persona.
Il campo della nostra coscienza è molto piccolo. Accetta solo un problema alla volta.
(Antoine de Saint-Exupéry)
Lo sapete che carichi di stress molto elevati posso incidere negativamente sul nostro benessere psicologico e spesso provocare cali di concentrazione, dimenticanze e stati dissociativi ?
Come diceva Daniel Goleman, lo stress può rendere le persone stupide, proprio a causa della sua influenza negativa sul normale funzionamento cognitivo.
Per fuga psicogena (o fuga dissociativa) si intende un improvviso allontanamento dai luoghi familiari, con un restringimento della coscienza e una successiva amnesia e quindi incapacità a ricordare il proprio passato.
Uno dei primi casi di fuga dissociativa della letteratura scientifica, è descritto in una tesi di laurea dal dottor Tissiè alla fine dell’Ottocento.
Tissiè scriveva:
“Viaggiava ossessivamente, straniato, spesso senza documenti d’identità e a volte senza identità, senza sapere chi fosse o perché viaggiasse, e a conoscenza solo della sua prossima tappa. Al momento del “ritorno” non aveva idea di dove era stato, ma sotto ipnosi riviveva fine settimana perduti, anni perduti”
Questa tappa del nostro viaggio ci farà viaggiare in luoghi scuri e spesso pericolosi. Luoghi che raccontano storie complesse disturbanti, storie di delitti e misteri, di traumi e patologie. Luoghi dove sono avvenuti fatti di cronaca macabri umanamente difficili da accettare. Parleremo del fenomeno del Turismo Dark.
Buon Ascolto..
I risvolti Psicologici del Turismo Dark – In Viaggio con la Psicologia – Spreaker Podcast
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Giro di boa a cinquanta punti. Seconda a meno dodici. Impensabile, incredibile..
Nel mezzo del cammino di questo campionato e all’alba luminosissima di un nuovo anno ci stropicciamo gli occhi increduli e proviamo imperterriti ad accomodare la vista per avere la prova visiva e oggettiva di ciò che sta accadendo.
Il tifoso del Napoli sta vivendo questi giorni immerso in un mare magnum di emozioni crescenti, e pallide visioni di vecchi tormenti e paure, che ogni tanto tornano e vedono concretizzarsi in gelide e piovose sere di coppa.
Ma la realtà spesso supera l’immaginazione e i più fervidi desideri.
Eppure, se lanciamo uno sguardo alle nostre spalle, scorgiamo il ricordo dello stato d’animo del tifoso medio napoletano, nel periodo che precedeva l’inizio del campionato. Un umore altalenante e instabile.
Si galleggiava emotivamente e cognitivamente nell’ambivalenza estrema.
Ma probabilmente era solo “pessimismo difensivo”, un atteggiamento adattivo che al tifoso napoletano, permetteva di premunirlo e difenderlo da una possibile, ennesima delusione imminente. Una sorta di meccanismo di “controllo”, legato all’anticipazione dei problemi e al controllo dell’ansia.
Forse quell’atteggiamento era il preludio ad una sorta di consapevolezza inconscia della potenzialità di un gruppo e di un progetto vincente. Allora piuttosto che inebriarsi di un pericoloso ottimismo “irrealistico” che avrebbe potuto far abbassare la guardia dinnanzi a possibili difficoltà e insidie future (già vissute, già viste) e quindi potenzialmente dannose per l’autostima, il tifoso ha deciso di far prevalere il più negativo pessimismo.
Oggi forse ci stiamo risvegliando da quel torpore emotivo dovuto a quell’atteggiamento “preventivo” e a quella scaramanzia insita e caratteristica di buona parte di noi tifosi napoletani, che ci ha condizionato fino alla ripresa del campionato e addirittura fino alla partita delle partite.
Personalmente (e credo sia esperienza condivisa anche da altri), le emozioni che provo, in particolare post 5 a 1, vacillano tra incredulità, meraviglia, gioia e frenesia. E si sommano, ma crescendo pian piano, senza esondare (per il momento).
L’entusiasmo, che in questo momento è lo stato emotivo prevalente della squadra e dei tifosi, dovrà accompagnarci per il resto della stagione, perché permette all’autostima di crescere. L’entusiasmo garantisce anche la una maggiore e più efficace consapevolezza dei propri mezzi. Insomma l’entusiasmo è veramente come un carburante potente. Ma proprio perché l’entusiasmo ha il potere di inebriare e alterare gli stati cognitivi, c’è il rischio che diventi un’arma a doppio taglio e che alteri la percezione del pericolo e che abbassi il livello di attenzione.
Quindi meglio premunirsi con un po’ di quel pessimismo difensivo che ci ha caratterizzato nel recente passato; accogliamo l’ansia di ogni partita, anche quelle apparentemente più semplici, e utilizziamo il nostro entusiasmo bene, magari per riempire quei momenti di insicurezze e paure che ci accompagneranno fino alla fine di questo splendido viaggio.
“Il calcio è una cosa seria! Il Napoli è una cosa seria!”
In questa tappa del nostro viaggio ci soffermeremo su un aspetto della nostra vita psichica, legata allo sviluppo cognitivo, alla memoria, all’uso del pensiero narrativo e al legame che tutto ciò ha con la cultura d’appartenenza.
Concluderemo poi la tappa di oggi facendo una riflessione sull’importanza dei libri e sul legame sensoriale, narrativo ed emotivo che evocano; quindi sull’importanza di non perdere, nonostante il progresso tecnologico, l’abitudine al loro utilizzo, magari integrandolo semplicemente alle nuove abitudini tecnologiche più in voga.