“Un giovane su tre con problemi di malessere psicologico, uno su cinque con problemi di depressione, uno su sette con una patologia psichica strutturata, il suicidio come seconda causa di morte (4 casi su 100 mila): questi i dati del Rapporto Unicef presentato oggi 5 ottobre.”
(David Lazzari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Psicologi – su “il Tempo”)
Il costo umano, psicologico ed economico è devastante per il futuro di tutti. Si stima un costo di circa 400 miliardi di dollari l’anno (London School of Economics) per la sanità globale, per provare a porre in qualche modo rimedio a questa situazione. L’onda lunga della pandemia pare si stia facendo sentire in questi ultimi mesi.
La politica e i governi hanno preferito rimandare e concentrarsi solo ed esclusivamente sull’emergenza più visibile, senza badare alla prevenzione e ad una vera e propria progettazione per contrastare l’enorme tsunami del disagio psichico (nonostante gli avvertimenti e i consigli di tutta la comunità psicologica).
«Come per l’ecologia, servono provvedimenti per una “transizione psicologica” dal malessere e patologia ormai dilagante alla promozione del benessere psicologico. Se manca, è carente – continua Lazzari , è tutto lo sviluppo della futura persona che viene compromesso. Si va verso una società malata. È ora che dopo due anni di chiacchiere le Istituzioni e la politica prendano in mano la situazione».
Il Tempo – Milioni di giovani depressi i dati dell’UNICEF (05/10/2021)
Prevenire, lo si sa, è meglio che curare (parafrasando una vecchia pubblicità), ma ad oggi la prevenzione purtroppo deve diventare cura.
Purtroppo l’Italia paga un retaggio culturale ancorato sulla diffidenza e il sospetto verso la cura della psiche. E ciò fa si che restiamo ultimi in Europa e non solo. Con danni apparentemente solo invisibili, ma che sono stati quantificati da vari studi.
“Secondo i dati del World Mental Health Survey i giorni medi di lavoro persi per depressione sono tra i 4 e 15 l’anno a persona (a seconda del livello economico del Paese) e tra 8 e 24 per ansia, più da 11 a 25 giorni di disabilità parziale per depressione e 12-26 per ansia, mentre sono stati calcolati il 10% di aumento di giorni lavorativi come effetto del trattamento.”
Huffington Post – 04/10/2021
Gli psicologi a disposizione nei servizi pubblici in Italia sono meno della metà della media europea.
In Francia Macron non ha assolutamente esitato ad investire sulla Psicologia, allarmato dai dati sulla depressione, sull’ansia e sul rischio del disagio psichico. Ha subito investito su assunzioni nella sanità pubblica di numerosi Psicologi e ha dato la possibilità alla popolazione di usufruire di un rimborso delle sedute di psicoterapia. La Gran Bretagna prima dello scoppio della pandemia con il programma IAPT (acronimo di “Improving Access to Psycholological Therapies”) nel quale ha sinora investito più di un miliardo di euro.
E pensare che se si aumentassero le cure psicologiche, in tutti i contesti, raddoppiando il numero delle persone trattate per ansia, depressione, stress o altri disagi psichici, si potrebbe avere un risparmio per la sanità pubblica di oltre 4 euro per ogni euro investito nella Psicologia.
«Senza Psicologi nella scuola o nei servizi sanitari non c’è possibilità di fare nessuna prevenzione, nessuno ascolto, sostegno e nessuna promozione di nuove risorse per affrontare la vita […] ora servono ’vaccinì per la psiche se vogliamo superare questa situazione che la pandemia ha aggravato».
David Lazzari Presidente CNOP
La salute non è solo fisica, e un paese moderno e proiettato al futuro non può ancora far finta di niente.
“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
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