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Reciprocità intellettuale.

Un giorno ho ricevuto una mail dal contenuto semplice ma d’effetto; qualcuno -dall’altra parte del mondo- era interessato al mio lavoro tanto da volerlo tradurre in un’altra lingua.

Sapere di esser riuscita a dare così tanto corpo a delle semplici letterine lette su uno schermo, tanto da renderle vive e tridimensionali, come le persone che ho di fronte nello studio, mi ha riempita di gioia.

Perchè?

Non si tratta di eccessi narcisistici (che ahimè a me mancano pure), né di bisogno di esser necessariamente visti, il mio spazio non nasce come contenuto personale ma come un servizio “extra” che offro alla comunità e ai miei pazienti (il sito è infatti indicato sul mio bigliettino da visita).

E qui arriviamo a uno dei punti che mi hanno fatto riflettere.

Spesso i miei pazienti mi hanno chiesto “Dottoressa ma perché quei commenti così sconclusionati sotto i suoi post?” , ho dovuto spiegare loro che atteggiamenti di squalifica sono, nei miei confronti, all’ordine del giorno per tutta una serie di motivi.

Aspetta… non si tratta di esser permalosi che lo psy non può esser permaloso che altrimenti come fa a contenere un setting e un disagio psichico, in corso?

Cerco di spiegarmi.

I pazienti ci affrontano, usano, spesso abusano… un paziente può masticarti avidamente e rigettarti all’improvviso; può squalificarti, aggredirti verbalmente, fisicamente o psicologicamente; può tentare di sedurti… Per questo è importantissimo tutto il lavoro di training personale; perché dobbiamo esser pronti a non essere a nostra volta aggressivi, permalosi o collusivi.

E’ capitato di dovermi scontrare con questi atteggiamenti anche nell’online, un mondo che mi è sconosciuto per molti versi; un mondo conFuso con la realtà, dove spesso non ci si aspetta di trovare qualità ma quantità dallo scarso peso specifico.

Nel mentre, allora, i pensieri sulle difficoltà imposte dal mezzo, si facevano strada nella mia mente, ecco che Quirico si presenta nella mia casella di posta.

La questione è semplice ma al contempo affascinante e suona più o meno così “vorrei tradurre alcuni dei tuoi scritti perché li trovo interessanti”.

Boom…

Qualcuno vuole “perdere del tempo” su qualcosa di mio?

Che cosa mi ha piacevolmente colpita..

La delicatezza, la sensibilità e la bellezza nel trattare le mie parole. Le parole sono mie certo, ma sono il reso delle parole, della vita ma soprattutto del disagio di un’altra persona. Quando qualcuno dedica del tempo a qualcosa che ha fatto qualcun altro, gli dedica cura e (ormai chi mi legge lo sa abbondantemente), la cura è la dimensione migliore e più potente che possiamo dedicare all’altro.

L’opera di traduzione non è stata per niente banale e veloce; Quirico ha chiesto con interesse per ogni parola, per ogni concetto, dandomi la possibilità di spiegare e di rendere -in un gioco di reciprocità- vive le mie sensazioni ed emozioni che per molti magari passano in secondo piano.

Non per Quirico.

Lavoro con le parole, è vero, ma lavoro soprattutto con i silenzi e non è cosa facile leggere e capire cosa si nasconde all’interno di una pausa, di un sussurro.. di un respiro..

Un alito caldo che esce dal corpo dell’altro, in luogo della parola… Come fai a rendere quel concetto scrivendolo?

E allora…

Grazie di cuore, compagno di scrittura, e grazie mille a Juan che rende possibile un progetto incredibile: comunicare e comunicarsi, raccontare e raccontarsi, leggendosi.

(Avete un bel caffè sospeso a Napoli!)

Masticadores

Dott.ssa Giusy Di Maio

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Buone feste a te.

Questo Natale sarà per tutti particolare.

L’anno che sta per terminare è stato denso di cambiamenti (per lo più non voluti), imposizioni.. divieti.. separazioni.. Avventure.. Inizi..

Fine.

Dovessi scegliere una parola, non sceglierei mai “assembramento, distanziamento”.. non sceglierei mai parole dal suono evocativo così triste e chiuso; parole così prive di fantasia.

La parola che scelgo – invece- è casa.

E’ stato l’anno della casa; l’anno in cui siamo stati in un luogo “la casa” senza magari sentirci realmente al riparo o di converso siamo stati al riparo senza mai sentirci realmente a casa.

Sarà l’anno delle festività trascorse in casa “a forza”.

Natale è un pò la festa del calore, dell’accoglienza e dell’affetto. Un parto (e una nascita) giunti dopo un lungo cammino, un’attesa e una capanna gelida dove si cercava di riscaldarsi con qualunque mezzo.

Siamo stati un pò tutti così… in attesa.. un’attesa tesa e sospesa alla ricerca del calore.

In quei mesi che hanno portato ad oggi, questa strana vigilia di natale, ho avuto la possibilità di sperimentare e sperimentarmi con la scrittura, condividendo lo spazio con un collega che ammiro e apprezzo (e credo tutti sappiamo quanto sia difficile poter contare su colleghi davvero attenti, presenti e competenti; colleghi da cui puoi solo imparare).

Ci siamo buttati in questa avventura dove tu, hai deciso di diventare parte attiva decidendo di seguire il mio blog. A te che stai leggendo dico un sincero “grazie di cuore”. Grazie per aver creduto e per credere in un progetto come questo. E’ stato entusiasmante e ancora oggi lo è, ricevere commenti, opinioni e pezzi di vita da ognuno di voi.. e da ogni parte del mondo!

Tutti i commenti sono sempre apprezzati, molti mi commuovono e posso solo sinceramente ringraziare.

Il mio Natale è stato questo; l’affetto e la stima di tutti voi.

Qui ci sarà sempre spazio per chiunque nel rispetto dell’altro, voglia esprimere la propria opinione. Non rispetterai mai me, se non rispetterai chi è venuto prima di te qui e chi verrà dopo di te (così facendo avrai avuto il regalo più grande per te, perchè avrai rispettato indirettamente anche te stesso).

Questo resterà uno spazio di pensiero libero, di parole fluide in movimento.

Auguro a te un Buon Natale o delle buone festività, in qualunque cosa tu decida di credere, qui troverai sempre spazio.

Non troverai barriere, muri o costrizioni, ma – come solo l’acqua sa fare- fluidità libera.

Buon natale a te che leggi e a te che – domani- leggerai.

Fonte Immagine Google.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.