Con la nostra prossima tappa andremo a conoscere, con maggior chiarezza un fenomeno in continuo aumento tra le giovani generazioni e che inevitabilmente condiziona in negativo le loro vite.
Il bullismo diventa cyberbullismo) quando si passa dal piano del reale a quello del virtuale attraverso la diffusione illecita e perpetuata volutamente di messaggi, e-mail, foto, video offensivi (sulle diverse piattaforme social) creati ad hoc e di situazioni di violenze filmate da altri e non rispettosi della dignità altrui. Buon Ascolto..
Cyberbullismo – conseguenze psicologiche e fisiche – In viaggio con la Psicologia – Podcast
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La loro presenza – non richiesta- nella mia vita è stata costante, invadente talvolta invalidante.
Ho spesso meditato sull’importanza di parlare del bullismo ma quello che voglio fare adesso, non è fare una lezione sulla terminologia o sul motivo per cui una persona “decide” di diventare bullo.
Non faccio altro che sentire di quanto i bulli siano ragazzi con problemi ma a me, all’epoca, non avrebbe minimamente aiutato o giovato sapere che quella stessa persona che mi buttava a terra, strattonava o insultava pesantemente aveva dei problemi.
Il problema all’epoca era il mio.
Quando andavo a scuola, il termine non esisteva .. così come il problema in sé. C’era il ragazzino o la ragazzina problematica, i galletti di turno.. e tu da solo te la vedevi con loro.
Molti anni sono stati difficili; portare i capelli rossi con la mia altezza, il mio colorito di pelle chiaro e le lentiggini è stato un vero dramma.
Ho odiato il colore dei miei capelli in maniera viscerale; odio ancora le lentiggini; uso da poco indossare abiti con le gambe a vista perché -anche in tempi recenti- donne adulte, hanno preso in giro le mie gambe bianchissime.
Mi hanno chiamata nei modi peggiori a causa del colore dei capelli, mi hanno fermata per strada ponendomi le domande più imbarazzanti e assurde della mia vita..
Poi all’improvviso per alcuni i miei capelli erano poco rossi.. poi la pelle chiara era come quella delle bambole… Insomma non sapevo più se l’immagine che vedevo era quella giusta o meno.
Ma giusta, per chi???
La tua pelle sarà sempre o troppo chiara o troppo scura; gli occhi saranno sempre troppo rotondi o troppo allungati; tu sari sempre o troppo magra o troppo grassa..
(E no.. qui c’è poco da fare ironia, l’argomento è serio.)
Recentemente una madre ha prima ucciso la figlia, poi si è tolta la vita perché la propria bambina subiva bullismo, ovunque.
Lo studio è invaso di ragazzini e ragazzine vittima – più raramente incontriamo i carnefici- dei bulli.
Ho capito – con il tempo- che le persone si possono uccidere e/o ferire prima con le parole.. le stesse parole porteranno poi a dei fatti spesso dall’esito nefasto.
Cosa ho fatto..
Ho deciso nella mia vita che non avrei mai ucciso una persona con le parole ma che quelle stesse parole, quelle armi, le avrei usate per accogliere e contenere chi invece le aveva vissute sulla propria pelle come punta di coltello appena affilata.. quella punta che non buca ma resta fissa ferma immobile creando un livido sempre più scuro e dolente.
Non mi piace la violenza. Non mi piace la morte, specie quella psichica. Non mi piace la distruttività.
Col tempo ho capito che quei benedetti bulli potevo vincerli con l’intelligenza, lo studio e la passione.
Non sarò mai abbastanza.. forse…
Ma sarò sempre me stessa, e la cosa più difficile oggi è aversi, sapere chi sei e portare avanti il tuo personale progetto di costruzione del tuo sé.
Questo non vuol dire “sono così accettami a prescindere”.. questo atteggiamento cela, probabilmente, una non integrazione delle tue parti, lasciando spazio a uno scarico di responsabilità sul prossimo “non mi accetti, il problema è tuo”. Sembra quasi un atteggiamento da bullo.
Cosa ti devi, allora…
Innanzitutto -denuncia- perché oggi i bulli possono essere fermati anche legalmente poi datti il tempo di capire e metabolizzare insieme ad uno specialista.
Dopo che hai denunciato, hai chiesto aiuto e sei ripartito, regalati del tempo e dedicalo alla tua personale costruzione.
Non sarai mai perfetto; le lentiggini saranno sempre troppe.. la tua identità di genere non sarà mai accettata, da qualcuno; alcuni troveranno ripugnante il tuo peso “elevato” o “basso”.
Sarai sempre poco simpatico, troppo frivolo o “facile”.
Ho visto dei bulli ed è vero.. Hanno dei problemi, anche piuttosto profondi, ma quello che puoi fare è non chiuderti in casa o in te stesso a rimuginare per anni perché è così che i bulli vincono.
Puoi decidere di costruire e di edificare la versione che hai, di te stesso.
Le due foto qui sotto, per me, sono piene di difetti (no… non voglio sentirmi dire cose come – non è vero-) voglio più che altro dire una cosa..
Ognuno ha le sue insicurezze.. ognuno vede pregi e difetti che un’altra persona non vede. Ci sarà sempre un “ma”…
Fa che quel ma sia uno spazio di dilatazione al cui interno ci sei solo tu. Sii come la farina (quale tocca a te, saperlo), ingrediente centrale e principale in ogni ricetta, diventa maglia glutinica e solleva te stesso.
Il cyberbullismo è la derivazione e l’evoluzione tecnologica del bullismo.
Quello del bullismo è un fenomeno tutt’ora diffuso e può essere definito come un’oppressione fisica e psicologica, continuata nel tempo, perpetuata da una persona percepita più forte, nei confronti di una percepita come più debole. Il bullismo riguarda in modo più ampio: ciò che subisce la vittima, il comportamento dell’aggressore/bullo e l’atteggiamento di chi assiste al fatto.
Il bullismo può essere diretto, indiretto, oppure, può evolversi e diventare “elettronico” (diventa quindi cyberbullismo) quando si passa dal piano del reale a quello del virtuale attraverso la diffusione illecita e perpetuata volutamente di messaggi, e-mail, foto, video offensivi (sulle diverse piattaforme social) creati ad hoc e di situazioni di violenze filmate da altri e non rispettosi della dignità altrui.
Spesso il cyberbullismo è legato a fenomeni di bullismo che avvengono nel reale ed è perpetrato con molta più facilità perché ancor meno controllato e gestibile. Inoltre gli atti violenti generati online influenzano anche le vite offline delle vittime e dei bulli.
Caratteristiche del Cyberbullismo.
Il
cyber bullismo ha alcune caratteristiche ben individuabili:
è pervasivo ed iper-accessibile: il cyber bullo, purtroppo, ha la possibilità di raggiungere la sua vittima in tutti i momenti e in qualunque luogo;
ha spettatori illimitati: il materiale messo in rete diventa fruibile da un numero elevatissimo di persone e può diventare incontrollabile;
persistenza nel tempo: il rischio maggiore è che il materiale, proprio per le caratteristiche del web, possa essere disponibile a tutti per troppo tempo, prima di essere arginato ed eliminato;
moltiplicazione ed emulazione del cyberbullismo: grave è anche la possibilità che le gesta e gli atti incriminati, diventino facilmente modello di emulazione;
mancanza di un feedback emotivo: chi attua il bullismo e lo divulga, chi segue e da spettatore fomenta, non riesce assolutamente a rendersi conto della gravità di ciò che perpetua, anche perché non vi è un riscontro diretto con le vittime e le loro reazioni.
Il cyberbullo spesso è una persona che conosce la vittima, ma può capitare anche che sia qualcuno estraneo e può essere supportato nei suoi comportamenti vessatori anche da altri cyberbulli.
La rete internet permette al sé di celarsi con più facilità e garantisce in apparenza maggiore protezione, anonimato e potere, sia sul tempo che sullo spazio virtuale, per il bullo.
Il cyberbullismo è un fenomeno subdolo perché complicato da individuare e di difficile denuncia da parte delle vittime, che in alcuni casi molto gravi può portare a depressione e al suicidio nelle vittime, come hanno mostrato, purtroppo, casi recenti di cronaca in Italia.
Nei casi meno gravi si può incorrere, in chi lo subisce ad un generale effetto negativo sul benessere personale, psicologico, emotivo e sociale. Spesso le vittime possono incorrere nella chiusura sociale, in problemi scolastici, disturbi dell’umore più o meno gravi, fobia sociale, perdita dell’autostima. Problematiche che unite ai cambiamenti psicofisiologici in atto nell’adolescenza (considerando che il problema del bullismo è più frequente nella fascia d’età compresa tra i 12 e i 17/18 anni) può davvero creare squilibri importanti a livello psicologico nelle vittime e nelle famiglie di queste.
Le conseguenze in genere coinvolgono anche i cyberbulli che corrono il rischio di sviluppare problemi nella sfera relazionale, comportamenti antisociali, abuso di sostanze delinquenza.
I numeri del Cyberbullismo
Secondo
l’indagine “I
ragazzi e il Cyberbullismo” realizzata da Ipsos per Save the
Children nel 2013, attraverso 810 interviste con questionari compilati
online da ragazzi di età compresa fra 12 e 17 anni, nel periodo che va dal 20
al 26 gennaio 2013, i 2/3 dei minori italiani riconoscono nel cyber bullismo la
principale minaccia del proprio tempo. Per tanti di loro, il cyber bullismo
arriva a compromettere il rendimento scolastico (38%, che sale al 43% nel
nord-ovest) erode la volontà di aggregazione della vittima (65%, con picchi del
70% nelle ragazzine tra i 12 e i 14 anni e al centro), e nei peggiori dei casi
può comportare serie conseguenze psicologiche come la depressione (57%,
percentuale che sale al 63% nelle ragazze tra i 15 e i 17 anni, mentre si
abbassa al 51% nel nord-est). Viene inoltre percepito come più pericoloso tra
le minacce tangibili della nostra era per il 72% dei ragazzi intervistati (percentuale
che sale all’85% per i maschi tra i 12 e i 14 anni e al 77% nel sud e nelle
isole, ), più della droga, del pericolo di subire una molestia da un adulto o
del rischio di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile.
In un’altra indagine più recente chiamata “Osservatorio adolescenti” e presentata da Telefono Azzurro e DoxaKids nel mese di novembre 2014, si è andato ad analizzare un campione di oltre 1500 studenti italiani di età compresa tra gli 11 e i 19 anni. Questa indagine ha mostrato come il cyberbullismo sia un fenomeno ben noto ai ragazzi: l’80,3% degli intervistati ha sentito parlare di cyberbullismo; 2 su 3 (39,2%) conoscono qualcuno che ne è stato vittima, 1 su 10 ne è stato vittima(10,8% degli intervistati; il 9,1% dei ragazzi ed il 12,6% delle ragazze). “Dalla stessa indagine è emerso che i ragazzi che sono stati vittime di cyberbullismo esprimono più frequentemente manifestazioni di disagio, quali difficoltà a dormire e poca voglia di mangiare, ma anche vissuti di solitudine e scarsa gratificazione nelle relazioni interpersonali, come ad esempio il timore di essere derisi dagli altri”(http://www.azzurro.it).
Secondo
i dati più recenti, i fenomeni in questione sono quindi in espansione (anche in
Italia) e sono di un importanza sociale fondamentale, perché si rivolgono ad
una fascia d’età che si avvia verso l’età adulta e che quindi può compromettere
seriamente la propria produttività all’interno del contesto sociale
d’appartenenza, in una situazione psico-socio-economica generale già molto
complicata.
Oggi ci sono numerose iniziative sociali governative e regionali di sensibilizzazione dentro e fuori le scuole e questo è un bene.
Bisogna però che la nebbia dell’indifferenza, della paura e del silenzio si diradi e che se ne parli di più nei contesti familiari e amicali, in modo da poter denunciare e intervenire più tempestivamente e potersi rivolgere subito a psicologi, educatori, insegnanti e anche medici in grado di aiutare le vittime, i carnefici e le loro famiglie.