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L’irraggiungibile felicità..

“Alcuni temono che la felicità sia un bene molto lontano, quasi irraggiungibile, motivo per cui corrono a più non posso nella speranza di avvicinarla, senza mai rendersi conto che più corrono e più se ne allontanano.”

LUCIANO DE CRESCENZO

Tempo fa una giovane donna mi contattò per un appuntamento. La sua insistenza era legata ad un’urgenza apparentemente impossibile da contenere.

Venne il giorno dell’appuntamento. Ricordo la luce grigia di un pomeriggio autunnale che faticava ad attraversare la finestra dello studio. Un pomeriggio opaco, bagnato e trafficato.

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Nonostante le difficoltà legate al traffico, la giovane donna si presenta puntuale. Il suo saluto è veloce, il suo sguardo è sfuggente. Accenna un sorriso e farfuglia qualcosa che stento a capire.

Lei anticipa la mia domanda con una risposta: “Mi scusi, a volte parlo tra me e me, ad alta voce” (ride).

“Dottore credo di non essere mai stata felice. Non voglio più essere quella eterna infelice, quella triste. Da un po’ di tempo questa condizione mi sta stretta, prima invece me la tenevo stretta. “

“Quindi presumo stia già facendo qualcosa per cambiare le cose?”

“Si, sono una che si mette subito in gioco e ho provato da subito a fare qualcosa per sentirmi meglio per mandar via questa tristezza. Pensi che ho cambiato tre fidanzati in due anni, lascerò a breve l’ennesimo posto di lavoro e cambierò tra tre mesi casa per la seconda volta in tre anni. Cominciai tre anni fa accettando un lavoro all’estero, poi mi sono resa conto dopo qualche mese che non era quella la vita che volevo, anche se guadagnavo molto bene. Adesso sono poco più di due anni che “non trovo pace” (sorriso sarcastico e triste)”

“Insomma, ha fatto di tutto per cambiare le cose e per stare meglio, ma è cambiato poco o nulla della sua condizione emotiva iniziale..”

“Si.. da qualche settimana sento di essermi persa.. mi sento stanca di rincorrere..”

“..di rincorrere se stessa..”

“Ecco..” (i suoi occhi diventano rossi e scorrono sulle guance due lacrime)

“Credo sia arrivato il tempo di fermarsi e ascoltarsi, forse quello che cerca è molto più vicino di quanto pensa..”

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Lontano dalla folla – shorts

Usciamo dai percorsi conformistici, incuriosiamoci.

Apriamoci alle nuove possibilità, usiamo anche i percorsi alternativi, quelli “meno battuti” e godiamoci il paesaggio..

Lontano dalla folla – Youtube shorts – ilpensierononlineare youtube

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Benessere Psicologico – Siamo noi il nostro cambiamento

Non aspettiamo che cambino gli altri, cominciamo da noi stessi..

Siamo noi il nostro cambiamento – youtubeshorts – ilpensierononlineare youtube

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Rocce, sabbia e psicoterapia: riflessioni psy.

Ho sempre trovato affascinanti le rocce e ogni volta che posso, le osservo, le “studio”, le manipolo.

Una roccia è un aggregato solido naturale di minerali o mineraloidi (si tratta, in questo caso, di un materiale che non corrisponde alla definizione di minerale).

Nella maggior parte dei casi, le rocce, hanno una composizione polimineralica (composte quindi da molti tipi di cristalli minerali) ma abbiamo anche rocce monominerali (composte da cristalli di un singolo minerale).

Come facciamo a fare l’identikit di una roccia?

Dobbiamo fare un’analisi petrografica, un terminone che indica la possibilità di fare delle sezioni sottili della roccia usando un microscopio petrografico (cioè un microscopio che illumina questa sottile sezione utilizzando una luce polarizzata trasmessa).

Lo so… stai cercando di capire il mio inconscio dove vuole finire…

Aspetta… e -se ti va- seguilo insieme a me…

Le rocce possono essere:

Ignee: in maniera (troppo) breve, dirò che si tratta di di rocce che si formano per solidificazione del materiale fuso.

Sedimentarie: si formano a bassa temperatura e pressione sulla superficie terrestre mediante il consolidamento (diagenesi) dei sedimenti, dopo che sono stati trasportati e depositati/accumulati dall’acqua, dal vento o dal ghiaccio in un bacino.

Metamorfiche: derivano da cambiamenti nel tempo dei fattori ambientali (pressione, temperatura, composizione dei fluidi) di una roccia precedente (denominata protolite) rispetto al suo stato iniziale.  Il metamorfismo si verifica al di sotto della superficie terrestre, quando il protolito si trova in un nuovo ambiente e subisce cambiamenti sia fisici (cioè strutturali) che chimici. Il metamorfismo è un processo molto lento, che richiede tempi geologici per permettere ai nuovi assemblaggi minerali di formarsi e di equilibrarsi alle condizioni metamorfiche. 

L’essere umano è un po’ come una roccia metamorfica; non è passivo spettatore dell’ambiente che lo circonda ma interagisce e agisce con e su esso: si tratta di uno scambio che è un processo attivo e circolare.

Siamo costantemente esposti (che ne siamo consapevoli o meno) a processi che agiscono dentro -e fuori- di/da noi; la nostra temperatura, la nostra pressione e i nostri fluidi sono continuamente in variazione/movimento.

La stasi non è condizione naturale -pertanto- nemmeno condizione umana.

Buona parte delle psicopatologie contemporanee ha infatti inizio in una stasi che la persona “si impone”. Hikikomori (persone che decidono di ritirarsi completamente dalla vita sociale, chiudendosi in una stanza della loro casa .Nei casi gravi non escono nemmeno per andare in bagno, ma lasciano i propri bisogni fuori dalla porta della stanza); disturbi di ansia generalizzata, panico e fobie, ne sono grandi esempi.

Anche la psicoterapia è un processo metamorfico lento e persistente.

Un processo implica un avanzamento, una successione di fenomeni (qui condivisa), uno scambio attivo in cui nel momento presente della situazione terapeutica, paziente e terapeuta modificano qualcosa di sé pur conservando -analogamente alle rocce- sottili lamelle della propria forma originaria.

Siamo fatti di strati; siamo sovrapposti, certo… ma non del tutto schermati dalla possibilità di sfaldarci.

Cosa può accadere allora?

Diventiamo sabbia (e anche di questa, ne ho passione) una roccia sedimentaria clastica, che proviene dall’erosione di altre rocce.

La sabbia non è ben vista; si dice si “attacchi”, da fastidio.. a certi prurito… te la trovi nei posti più assurdi del costume (per chi lo usa).. e anche se spazzi come un ossessivo compulsivo, anche dopo settimane la trovi sempre da qualche parte, sul pavimento…

Siamo come le rocce, portatori pluristratificati di storie con la possibilità di diventare sedimento che persiste senza insistere (quindi esiste) e come la sabbia, abbiamo possibilità di lasciar nostra traccia…

Prenditi cura dei tuoi strati e se ne hai bisogno, chiedi aiuto.

“Finisce bene quel che comincia male”.

#PromozioneDelBenesserePsicologico

Dott.ssa Giusy Di Maio.