
Disclaimer:
Coloro che inviano la mail, acconsentono alla resa pubblica di quanto espressamente detto. Tutte le informazioni personali (ad esempio nome), così come tutti gli altri dati sensibili, sono coperti dal segreto professionale e dalla tutela del cliente (ART.4,9,11,17,28, Codice Deontologico degli Psicologi). Le fonti di invio delle mail sono molteplici (non legate al solo wordpress).
La storia di cui parlerò oggi è quella che ha dato inizio al progetto “Un caffè freddo con i dottori”. Un giorno, giunge presso la mia casella di posta personale la richiesta di una giovane ragazza.
La giovane aveva urgente bisogno di un supporto psicologico ma – come spesso accade- prima di giungere in consultazione, c’è stato uno scambio che in questo caso, è stato tramite mail.
Fatta l’analisi della domanda, la ragazza ha cominciato un supporto psicologico con me poi una psicoterapia familiare con il Dott. Gennaro Rinaldi.
NB. Nel testo ci saranno molti puntini di sospensione che indicano tagli del discorso; tali tagli hanno la funzione di proteggere il cliente.
Ma andiamo per ordine.
“Gentile Dottoressa, mi chiamo … non so se questo è il modo corretto per procedere ma leggo molto il suo blog e ho visto che insieme al suo collega siete molto abili a parlare a noi giovani. Sto vivendo un momento di difficoltà molto forte e sono spaventata.
(…)
Sono nell’età dell’invincibilità (così dicono), ci descrivono come smart, belli, cazzuti e invincibili; hanno preso come modello della mia generazione gente come i Maneskin o Madame.. ma noi, i giovani veri, non siamo come quelli lì. La verità è che mentre mi vogliono cittadina del mondo, con la media altissima, sempre pronta a difendere i diritti di tutti e tutto, io ho solo una gran paura del mondo.
(..)
Molte cose sono precipitate con questa pandemia del cazzo. Ho visto la mia famiglia andare a pezzi: mio padre ha avuto il covid, è stato a casa chiuso nella camera da letto con l’ossigeno attaccato. Non l’ho visto per settimane intere (io non lo sapevo che questa malattia potesse durare anche mesi); mia madre era l’unica che entrava e usciva dalla stanza vestita come un sub.. l’ho sentita piangere per giorni interi e nel contempo ha perso 15 kg. Mio fratello piccolo piangeva perché voleva papà e ha cominciato a farsi la fantasia che lui ci avesse abbandonato.
Ricordo solo il rumore delle bombole, l’ossigeno che stava per finire e io che dovevo fare la maturità e volevo solo urlare.
Invece di urlare mi sono stampata la faccia da forte e ho finto che “tutto andasse bene”. Poi il crollo.. Dottoressa io ho paura, sento che non ho il controllo su niente e sento che quella vita che stava per iniziare è finita prima del tempo.
Ma quale generazione smart.. Sto seriamente pensando che la mia generazione un futuro non lo avrà mai più a disposizione. Vorrei la smettessero di dire che spetta a noi salvare il mondo, quando il mondo che ci state consegnando è già distrutto”.
Gentile ragazza,
le tue parole stamattina mi giungono come un cazzotto in pieno volto; una sveglia amara ma che riporta velocemente alla realtà dei fatti. Innanzitutto grazie mille per la tua fiducia e sì, hai fatto bene a contattarmi tramite mail.
(..)
La tua storia può sembrare piena di livore ma al suo interno noto un grande atto di coraggio: ci vuole coraggio a dirsi arrabbiati, stanchi e delusi. Ci vuole coraggio a dirsi “non ce la faccio più. Io non sono come voi mi volete”.
Il contesto storico in cui ci muoviamo è complesso e difficile perché muta di continuo senza assecondare l’enorme movimento di cui anche l’essere umano è – per sua natura- capace.
Ti sei trovata nella fase del ciclo di vita in cui stavi per terminare un lungo percorso di vita, quello che “termina” con la maturità; maturità che apre, tecnicamente, alla prima età adulta, quella fatta di scelte (università o lavoro?; vado a vivere da sola o resto a casa?; lascio il mio fidanzato storico o resto con lui?).
Gli interrogativi, in questa fase della vita sono molti e recano con sé ancora un germe che ci collega all’età adolescenziale: c’è in sostanza ancora bisogno di sentirsi piccoli, a tratti.. e i piccoli hanno bisogno della propria famiglia.
Hai visto tuo padre cadere preda della malattia, una malattia sconosciuta e subdola perché può avere tanti sintomi che possono essere scambiati per un “banale raffreddore”. Il ritardo nei soccorsi “quella notte”.. la paura di perdere il centro della famiglia, il freddo improvviso che senti percorrere tutto il tuo corpo che si palesa, nel momento presente con un’unica domanda che crea una eco senza sosta “papà è morto?”.
Hai visto tua made crollare (come quel giorno in cui è svenuta tra le tue braccia) e tuo fratello piccolo piangere senza sosta perché convinto che “papà ci ha abbandonati”.
Dici che ti vogliono smart, bella e sempre sul pezzo..
Ma tu ora vuoi piangere..
Poi c’è quella parentesi del vuoto affettivo creato da un ragazzo che appare e riappare quando più gli fa comodo; un fantasma.. un giovane senza corpo che sa riempirti di belle parole salvo poi lasciarti sola, quando più ne hai bisogno.
Sento il tuo dolore, cara (..), vedo la luce del razzo di posizione che hai gettato in aria, nella speranza che qualcuno, da qualche parte, ne seguisse la scia luminosa.
Sono qui per te e sono lieta di accogliere la tua richiesta di supporto psicologico.
Non sarà una strada facile, ma le acque agitate a te, non fanno paura.
Sei come una marinaia persa in mare che gira e di dimena tra le acque agitate della sua esistenza: io sono qui a tenderti un salvagente che sapremo gonfiare – insieme- tra un’onda e un’altra.
(Dopo i primi tre incontri di consultazione, dopo aver colloquiato anche con la famiglia, si è deciso di procedere parallelamente al supporto psicologico, con una psicoterapia familiare. Il nucleo familiare è stato preso in carico dal Dott. Rinaldi).
Sono tante le famiglie che vediamo ma poche quelle che si mettono – davvero- in gioco.
Non sarai come i Maneskin o come Madame (..) ma il coraggio con cui hai detto “Io ho paura”, a 19 anni, raramente l’ho visto.
Buona Navigazione.
“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio.