I conflitti e le incomprensioni, con il partner, con i figli, con i colleghi, sono spesso legati a difetti di comunicazione. La comunicazione è uno strumento eccezionale e fondamentale, ma non viene usato sempre nel modo giusto.
Fortunatamente c’è la possibilità di comprendere i difetti e gli errori di comunicazione in cui perseveriamo e imparare ad evitarli e quindi ad utilizzare al meglio le nostre abilità comunicative.
Ad esempio, le parole spesso vengono utilizzate male e magari danno solo l’illusione a chi le usa di aver comunicato qualcosa di chiaro e definito, ma in realtà “comunicano” solo confusione o messaggi incomprensibili, a chi le ascolta.
Alcuni parlano moltissimo, ma non ascoltano gli altri e le loro risposte, creando così fraintendimenti, frustrazione o noia nell’altro, che diventa, suo malgrado, esclusivamente un ascoltatore passivo.
Tante volte, nelle terapie con i giovani e gli adolescenti e le loro famiglie, osservo che alla base dei conflitti tra i membri della famiglia e dei disagi psicologici individuali, ci sono dei veri e propri “vuoti comunicativi” causati da una mancanza di una comunicazione autentica e chiara tra i genitori e i figli.
Ad esempio, atteggiamenti intransigenti e uno stile comunicativo inquisitorio e/o giudicante può creare oppositività, incomprensioni, rabbia, frustrazione, confusione..
Per favorire il dialogo è utile partire dal presupposto che probabilmente se uso un tono e uno stile comunicativo con gli altri, che trovo personalmente desiderabile, allora anche gli altri lo useranno con me. Inoltre se vogli creare una interazione soddisfacente e costruttiva, devo “parlare” di argomenti che possono favorire il dialogo con chi ho davanti.
Ciò significa che un adulto parlerà con un bambino anche per il solo piacere di ascoltarlo e non solo per dovergli insegnare qualcosa, per dargli “una lezione”, per farsi obbedire o per imporre il suo punto di vista di adulto. Lo scambio interattivo in una comunicazione è sempre a doppio senso; quindi non basta che il figlio si metta a parlare di sé e delle sue cose al genitore, ma è necessario che anche il genitori ricambi, parlando di sé al figlio.
Bisogna sempre considerare che una buona comunicazione si comincia a costruire in famiglia a partire dall’infanzia.
“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
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