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Dimmi come -non- mangi.

Fonte Immagine Google.

Il tema dell’alimentazione è – ironicamente- quotidianamente sulle nostre bocche. Si mangia troppo, si mangia troppo poco, si mangia male.. Talvolta non si mangia del tutto.

L’approfondimento di oggi, presenterà una nuova patologia che sembra iniziare a svilupparsi in maniera piuttosto consistente, ovvero, il respirianesimo.

L’intento dell’articolo ha come scopo ultimo solo quello (senza giudicare o fomentare) di presentare quella che sarà una delle nuove psicopatologie del campo alimentare; campo che vede la presenza e compresenza di diversi disturbi dal quadro sintomatologico difficile, radicato, complesso e altalenante.

Buona lettura.

La pratica di eliminazione del cibo per l’essere umano, era piuttosto conosciuta con le pratiche Ascetiche secondo cui attuando- con l’ausilio di specifiche pratiche e dottrine- una dissociazione mente/corpo, si giungeva alla perfezione superando il mondo e le richieste della carne per arrivare ad essere “puro spirito fluttuante”.

Il termine stesso “ascetismo” deriva da “ascesi” che sta proprio ad indicare l’esercizio o l’allenamento per superare una prova; la pratica era molto comune nel Cristianesimo.

Recentemente sono balzati alla cronaca e all’attenzione clinica coloro che, definendosi “respiriani” sostengono di vivere abbandonando completamente il cibo e, tramite il superamento di livelli, giungere a vivere nutrendosi di sola aria.

Il respirianesimo sembra essere descritto dai sostenitori come uno stile di vita. Coloro che seguono questo -pericolosissimo- stile di vita, sostengono che al livello più alto della pratica (il 4) avvenga come “il miracolo” secondo cui la persona arriva a non assumere più cibo solido e liquido per anni o decenni.

La seconda manifestazione (livello 3) comporta che la persona mangi una sola volta a settimana. In realtà alcuni in questa fase mangiano solo cibi liquidi oppure si nutrono una volta al mese.

I respiriani sottolineano la loro differenza con l’anoressia in quanto sostengono che se nell’anoressia ciò che la persona fa, è il digiuno, loro (i respiriani) tendono, invece, non a digiunare ma a connettersi energeticamente con il proprio corpo e la propria esistenza. I respiriani sostengono che il loro non sia un digiuno vero e proprio (privazione totale del cibo), ma una astensione dal cibo.

Ciò che in termini clinici appare all’occhio (per le problematiche altamente pericolose in termini nutrizionale e fisici, non credo ci sia bisogno che mi dilunghi. Non sono una nutrizionista ma è chiaro che privarsi del cibo anche solo per qualche settimana/mese è, senza giri di parole, dannoso e letale), è il fatto che queste persone facciano leva sull’importanza della connessione con il proprio senso di sè, che questa pratica sembra portare.

Quelli che hanno iniziato questo percorso, sostengono la forte sfida emozionale che hanno vissuto durante queste pratiche, secondo cui è emerso/ uscito fuori, tutto il loro passato.

Sembra quindi che eliminando il cibo (fonte di sostentamento, gratificazione e soprattutto piacere), non potendo poi eliminare altro dal proprio corpo (ovvero gli scarti fisiologici dell’alimentazione), possano emergere sentimenti, sensazioni e problematiche del passato.

Se nell’anoressia la persona è “senza origine” e rifiuta il cibo in quanto non ha bisogno di niente se non di essere puro spirito fluttuante; nella bulimia si trattiene e poi si getta via ad esempio con il vomito (l’agito) tutto ciò che non si può trattenere nella speranza di ritornare anoressica e nell’obesità si tiene tutto addosso, con sè, nel respirianesimo sembrerebbe esserci una condizione ulteriore in cui mi esercito gradatamente a non avere bisogno del cibo ma della sola mia energia tornando, nel momento giusto, “all’uso” del cibo stesso.

Gli studi in merito sono ancora in divenire, l’etichetta di respiriani è piuttosto recente ma di fatto non indica nulla di particolarmente nuovo; sembra essere più una moda del nuovo tempo. Una moda però, pericolosa.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio

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