La confabulazione (detta anche fabulazione) è un’attività rappresentativa con cui si dà vita a racconti privi di rispondenza concreta seppur – spesso- verosimili e strutturalmente concreti.
Si distingue:
una confabulazione infantile in cui si esprime la tendenza a caricare di significati immaginari il mondo concreto echeggiando -ad esempio- fiabe, racconti fantastici o reminiscenze di eventi recenti e passati, con sostituzione di significati reali con significati immaginari e
una confabulazione patologica frequente ad esempio nella sindrome di Korsakov, nelle demenze e in alcuni stati deliranti. La confabulazione svolge il ruolo di compensare i vuoti di memoria o di rendere le esperienze reali congruenti con la struttura del delirio.
La confabulazione è caratterizzata da una totale inconsapevolezza del soggetto che è pienamente convinto di ciò che sta dicendo e in ciò, si distingue dalla pseudologia (detta anche pseudologia fantastica, mitomania o bugia patologica) ovvero il frequente ricorso (che diventa patologico), alla bugia.
E’ frequente in soggetti istrionici o psicopatici e viene considerata un prodotto dell’immaginazione, ciò vuol dire che non dipende da deficit della memoria e non va confusa – per l’appunto- con la confabulazione. Il soggetto – inoltre- abbandona la propria produzione fantastica quando è messo innanzi all’evidenza dei fatti.
“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio.
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