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Psicologia e pensieri. Totò e la guerra.

” Il denaro fa la guerra, la guerra fa il dopoguerra, il dopoguerra fa la borsa nera, la borsa nera rifà il denaro, il denaro rifà la guerra. In guerra sono tutti in pericolo, tranne quelli che hanno voluto la guerra.”

Antonio De Curtis – Totò

Il 15 aprile del 1967 moriva Antonio de Curtis in arte Totò.

Sono oramai passati quasi sessant’anni, ma le sue parole e i suoi film risultano più che mai attuali.

L’insensatezza della guerra, delle azioni disumane e prive di sensata moralità che vengono magistralmente mascherate da azioni eroiche e moralmente accettate, sono all’ordine del giorno oggi come allora.

Così il racconto degli avvenimenti, delle parti coinvolte, diventa contrastante fino all’assurdo, tanto da dimenticarsi della realtà, dell’umanità coinvolta e delle conseguenze.

Nel breve video estratto dal film di Totò “I due colonnelli” (che potete guardare sotto), è riportata una delle scene più famose e più significative.

Ad un certo punto Totò (colonnello delle forze armate italiane) dice al colonnello tedesco (che a quanto pare ha pieni poteri) : ” Io non sparo contro un paese inerme, lo faccia prima evacuare e poi farò cantare tutti i mortai che lei vuol sentire”, ” Io sono un soldato non sono un assassino”.

Il colonnello tedesco risponde dicendo: ” Che conta la vita di due- trecento persone dinnanzi alla vittoria del Gran Reich, sono come mosche!!!”.

Totò risponde: “Io non ammazzo nemmeno le mosche e sa cosa le dico? Che io l’ordine di sparare non lo darò ne ora ne mai!”

Il colonnello tedesco irritato dice: “Attento colonnello, Io ho carta bianca..!!”

Totò in una escalation catartica risponde, seguito dalla reazione di giubilo misto a sorpresa dei propri commilitoni: “E ci si pulisca il culo, va bene!!!?”

Totò – I due colonnelli

Magari ci fossero anche oggi tanti colonnelli coraggiosi come quello che interpretava Totò.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
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Considerazioni attuali sulla guerra..

“La guerra a cui non volevamo credere è invece scoppiata, e ci ha portato.. la delusione. Non soltanto è più sanguinosa e rovinosa di ogni guerra del passato, a causa dei tremendi perfezionamenti portati alle armi di offesa e di difesa, ma è anche tanto crudele, accanita, spietata […]. Essa infrange tute le barriere riconosciute in tempo di pace e costituenti quello che si diceva il diritto delle genti, non riconosce le prerogative del ferito e del medico, non distingue fra popolazione combattente e popolazione pacifica, viola il diritto di proprietà. Abbatte quanto trova sulla strada con una rabbia cieca e come se dopo di essa non dovesse più esservi avvenire e pace fra gli uomini. Spezza tutti i legami di comunità che ancora sussistono fra i popoli in lotta e minaccia di lasciar dietro di sé un tale rancore da rendere impossibile per molti anni una loro ricostituzione.

Questa guerra ha inoltre rivelato, in modo del tutto insospettato, che i popoli civili si conoscono e si capiscono tanto poco da guardarsi l’un l’altro con odio e con orrore. Una delle maggiori nazioni civili è diventata tanto odiosa agli altri popoli che si tenta di escluderla come “barbara” dalla comunità civile, e ciò benché essa abbia da gran tempo dimostrato, con altissimi contributi, le sue prerogative di civiltà.

Sigmund Freud – Considerazioni attuali sulla guerra e la morte (1915)

Queste considerazioni sulla guerra (di cui ho riportato un breve estratto), sono state scritte da Freud nel 1915, dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

Credo siano tutt’ora attuali, anche a distanza di oramai oltre un secolo.

A queste considerazioni Freud affiancava una riflessione sulla delusione, che definiva come la distruzione di un’illusione.

Freud sottolineava il fatto che furono due le delusioni che avevano caratterizzato quell’epoca: la scarsa moralità esperita esternamente da quegli Stati che invece internamente si fanno portatori e custodi delle norme morali; e la brutalità dei comportamenti dei singoli individui che, si pensava fossero membri di una civiltà umana progredita e moralmente avanzata.

Come è possibile, a distanza di più di cento anni, che nulla sia cambiato?

Enzo Avitabile – Tutt’egual song’ e criature – Featuring: Eliades Ochoa

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi