All’interno del gruppo dei disturbi di personalità drammatica, troviamo : disturbo antisociale di personalità, borderline, istrionico e narcisistico. I soggetti con disturbo antisociale di personalità, detti anche psicopatici o sociopatici presentano un quadro pervasivo di inosservanza e violazione dei diritti degli altri (APA, 2000).
“R., trentenne, detenuto da qualche anno, si presenta a colloquio una mattina d’autunno. La figura altissima ed esile si scontra con uno sguardo fisso, continuo e pressante (come spesso fa chi ha bisogno di attenuare l’aggressività). R., ti guarda senza sosta portando intorno a sé un’aura di elettricità tanto che sembra di vedere ogni piccola particella elettrica di carica opposta entrare in contatto sprigionando una qualche forma di energia.
Il viaggio di oggi ci porta all’interno delle stanze del ciclo di vita. Viaggeremo in quella delicata fase del ciclo di vita che è l’adolescenza per scoprire – insieme- cosa si intende per malessere e quali forme evacuative i nostri giovani, possono elicitare per dir(ci) qualcosa. Scopriremo anche qualcosa in più sul disturbo antisociale e narcisistico di personalità. Buon viaggio e buon ascolto.
A tempo debito vi racconterò la storia di Lord Johnson, in arte J. Lord.
Ragazzo di origini ghanesi adottato da una famigli di Casoria (Na); ragazzo che racchiude nella sua arte e nel suo essere quello che nella mia (ormai lontana) tesi triennale, si presentava come il cardine (e l’inizio) del mio lavoro di indagine: l’adolescente antisociale e il rap.
(No, il ragazzo non è un antisociale, ma per comprendere la sua storia e la sua frattura identitaria, dobbiamo aspettare un po’).
“R., trentenne, detenuto da qualche anno, si presenta a colloquio una mattina d’autunno. La figura altissima ed esile si scontra con uno sguardo fisso, continuo e pressante (come spesso fa chi ha bisogno di attenuare l’aggressività). R., ti guarda senza sosta portando intorno a sè un’aura di elettricità tanto che sembra di vedere ogni piccola particella elettrica di carica opposta entrare in contatto sprigionando una qualche forma di energia.
R., ti sfida ma senza darlo a vedere “hai mai guardato qualcuno negli occhi? sei bravo a cucinare? sai.. ho questo – prende un coltello- ahahaha- ride- tranquilla.. non lo userò con te….
Forse!”
All’interno del gruppo dei disturbi di personalità drammatica, troviamo :
disturbo antisociale di personalità, borderline, istrionico e narcisistico.
Ciò che contraddistingue questi disturbi (come abbiamo avuto modo di notare con qualche disturbo già trattato), è il comportamento altamente drammatico emotivo o imprevedibile tale da impedire loro di avere relazioni che siano solide e soddisfacenti.
Le cause di questo gruppo di disturbi (insieme al gruppo dei disturbi di personalità bizzarra), non sono state ancora comprese; i trattamenti si sono dimostrati moderatamente efficaci per disturbi che sono al momento ancora fonte di studio e osservazione.
I soggetti con disturbo antisociale di personalità, detti anche psicopatici o sociopatici presentano un quadro pervasivo di inosservanza e violazione dei diritti degli altri (APA, 2000). Insieme ai disturbi correlati all’uso di sostanze si tratta del disturbo maggiormente correlato al comportamento criminale, negli adulti.
La maggior parte delle persone con tale disturbo, ha manifestato aspetti della condotta disturbata già prima dei 15 anni; rientrano in questi comportamenti l’abbandono scolastico, scappare di casa, distruggere cose altrui e soprattutto la crudeltà verso gli animali.
I soggetti con disturbo antisociale di personalità mentono di continuo; hanno difficoltà a tenere il posto di lavoro, sono irresponsabili dal punto di vista economico oppure hanno molti debiti che non pagano. Si tratta di persone impulsive, molto irritabili e aggressive.
L’avventatezza è un’altra caratteristica: i sociopatici hanno scarsa considerazione per la sicurezza propria e altrui; sono egocentrici e non riescono a portare avanti relazioni strette; sono di converso molto abili a trarre piacere e benefici a spese degli altri.
Raramente causano danno o dolore fisico a sè, pertanto i clinici sostengono che essi abbiano mancanza di coscienza morale. Ciò che sappiamo di questi soggetti, lo dobbiamo agli studi eseguiti nelle carceri, unico luogo dove possiamo incontrarli visto che, prima o poi, avranno problemi con la giustizia.
Gli studi indicano nei soggetti sociopatici tassi di alcolismo e di altri disturbi correlati ad abuso di sostanze; intossicazione e abuso potrebbero innescare alcuni comportamenti ma di converso sembra che il disturbo stesso porti ad una maggiore probabilità che il soggetto abusi di sostanze.
Tralasciando le ipotesi psicodinamiche o cognitive per il disturbo, circa le possibili ipotesi di intervento, non abbiamo trattamenti specifici/efficaci. Uno degli ostacoli principali che si incontra è la carenza di coscienza; non a caso coloro che seguono una terapia lo fanno solo perchè obbligati. Negli ultimi anni si è tentato un approccio con farmaci psicotropi (antipsicotici atipici).
Uno dei campi di indagine che mi sta più a cuore, è sicuramente quello che concerne l’adolescenza. Ho sempre amato “lavorare” con gli adolescenti, specie con quelli provenienti dai contesti più svantaggiati (le note periferie malandate) e con coloro che finiscono (rin)chiusi nelle strutture carcerarie.
Uno dei miei sogni resta ancora poter lavorare nel carcere minorile. Non ho mai pensato al mio lavoro (intendo in maniera ampia, a quello dello psicologo), come un qualcosa fatto in maniera statica, rigida e ferma rinchiusi quasi come in una teca di cristallo (lo studio). Ho sempre – e ancora lo faccio- immaginato di poter scendere sul campo inserendomi, diventando parte attiva, nel tessuto sociale.
La periferia per me, è una grande risorsa. La periferia, per me, è vita.
Buona lettura.
Winnicott(1961) sostiene che l’adolescente può sentirsi inconsistente al punto tale da dover ricercare la prova della sua esistenza nelle reazioni che riesce a suscitare negli altri :
“se le grida di allarme, espresse attraverso i comportamenti a rischio, non vengono udite e raccolte, la sfida si intensifica, ad esprimere contemporaneamente rabbia e disperazione, aggressività e richiesta di aiuto”. Ruggiero I., p., 156., 2007.
L’adolescente sottoposto alla pressante spinta delle trasformazioni puberali, che si trova a vivere circondato da fattori potenzialmente stressanti (intensificazione pulsionale e fragilità narcisistica), non ha altro mezzo se non “evacuare tutto ciò che l’ambiente primario non è riuscito ad elaborare” (Kaes, P., 2014). Affinchè il narcisismo del soggetto possa svilupparsi, è necessario che sia preceduto da un investimento narcisistico da chi (egli stesso), precede. Ne deriva che la permanenza del contratto narcisistico non è dubitabile, in quanto senza una tale istituzione psico- culturale la specie non avrebbe potuto dare seguito nel tempo, al proprio lignaggio.
Può tuttavia accadere di trovarci di fronte a una deriva psicopatologia del contratto e la osserviamo ad esempio
“Nelle famiglie, nei gruppi nei quali predominano i processi psicotici”. Kaes, 2012.
Il contratto narcisistico è sensibile alle “strutture profonde della società” (Kaes,2013) il che implica che laddove ci troviamo di fronte a una “società senza padri” (Vegetti Finzi, 2016) esposta al crollo dei garanti metapsichici e matasociali (miti, ideologie, religioni o autorità), l’adolescente si trova a sperimentare di nuovo quello stato di angoscia originaria e innanzi a quell’impotenza e prematurazione che tutti almeno una volta (nascendo) abbiamo sperimentato, potrebbe incorrere in un disturbo di personalità antisociale o narcisistico.
I due disturbi hanno in comune:
la tendenza ad un uso massiccio della negazione dei bisogni e delle esigenze dell’altro e un difetto evidente di empatia nella relazione con lui;
i comportamenti aggressivi sono caratterizzati nell’adulto, dalla lucidità e dalla freddezza con cui vengono compiuti (…) dalla tendenza da chi li esegue a pianificarli e a giustificarli con delle razionalizzazioni (più sofisticate nel caso del narcisista, più povere ed essenziali nel caso dell’antisociale) e dalla mancanza, in tempi successivi, della capacità di un pentimento autentico;
nella situazione particolare dei bambini che possono sviluppare un disturbo narcisistico o antisociale, i comportamenti violenti vengono messi in atto verso esseri ancor più deboli e indifesi; basati sulla liberazione diretta di impulsi non controllati, essi vengono compiuti in apparente lucidità senza emozioni riconoscibili (..)
nelle situazioni dell’adolescenza e del giovane adulto l’elemento che appare prevalente è invece spesso relativo alla sfida e alla presunzione di potersi muovere al di sopra e al di fuori delle regole che valgono per i comuni mortali. (Cancrini, schema p.,326, 2012).
Per il disturbo antisociale di personalità va proprio sottolineato come questi ragazzi si comportino come persone crudeli in maniera incomprensibile; come siano violenti e aggressivi, emotivamente freddi e facili al rifiuto delle norme sociali. L’unico modo – a parer loro- per dire “io ci sono”, sembrerebbe pertanto essere un massiccio e insensato uso della violenza.
Picchiare, offendere, rubare, spacciare, drogarsi, talvolta uccidere, sono tutti modi utilizzati dai “piccoli uomini” per rendersi meno opachi agli occhi di una società, ma prima ancora di una famiglia che da sempre, finge di non vederli.
A noi, il compito di accendere il riflettore su quella che – non giustificandola, ma accogliendola- resta pure sempre una forma di disagio psichico sentita, presente e logorante.