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Fake news, errori cognitivi e rimedi – PODCAST

Con la nostra prossima tappa seguiremo un percorso molto battuto in questi tempi bui, ma spesso ambiguo e poco chiaro, proprio a causa della sua pessima illuminazione.. Perché attecchiscono le fake news, qual è la loro influenza sulle persone e come rimediare?
Buon ascolto.

Fake news, errori cognitivi e rimedi – PODCAST – Spotify

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
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Come le Nuvole.

Amfiteatre de Tarragona.

I veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole“.

Charles Baudelaire

Come le nuvole i miei desideri corrono lievi lungo le strade del caso che mi portano a casa.

Ovunque – nel mondo- è casa mia.

Fa la scelta giusta per te e per l’altro..

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.

Contagi emotivi in luoghi social. Suggestionabilità, regressione e credulità nei gruppi “social”.

Seguire un presunto leader (o chiunque si faccia portavoce di una idea), senza farsi domande, affidandosi a prescindere dal contenuto di ciò che viene proposto e detto, è una tendenza innata delle persone.

In genere questa tendenza è molto presente quando si è in gruppo, o meglio si appartiene a gruppi, più o meno numerosi.

Negli ultimi anni il concetto di gruppo si è evoluto. I gruppi non sono solo quelli che si incontrano nelle piazze, nei luoghi di incontro sociale. I gruppi adesso hanno la possibilità di “incontrarsi” in luoghi virtuali, nelle piazze virtuali. Quindi la modalità di interazione e la comunicazione avviene attraverso altri canali, molto più rapidi e con meno filtri “sociali”. Ciò però non ha per nulla modificato alcuni fondamentali meccanismi psicologici che governano il comportamento delle persone all’interno dei contesti gruppali.

E proprio come il contagio di una malattia anche le emozioni possono essere contagiate fino a determinare in maniera significativa un comportamento o una idea, da un individuo ad un altro. Il contagio emotivo e mentale avviene in situazioni particolari, che vedono una persona completamente presa dal gruppo di appartenenza. La persona in oggetto sarà completamente suggestionabile.

La suggestionabilità determina un altro carattere: il contagio mentale. Questi va ricollegato a fattori ipnotici i quali fanno in modo che ogni sentimento possa essere contagioso e derivi dall’azione reciproca che i vari soggetti esercitano l’uno sull’altro.

Photo by Denise Duplinski on Pexels.com

Ciò che caratterizza quindi le persone che entrano a far parte di gruppi molto numerosi (folla) anche sui social è la straordinaria influenzabilità e credulità. Freud analizzando il fenomeno dei primi raduni di folle numerose che stavano imperversando in Europa nei primi anni trenta del novecento disse che la “folla” “pensa per immagini che si richiamano le une alle altre per associazione, come negli stati in cui l’individuo dà libero corso alla propria immaginazione, senza che una istanza razionale intervenga […]” (Freud)

Una delle caratteristiche più preoccupanti di questi gruppi, individuate già da LeBon e da Freud è che le singole persone insieme giungono subito agli estremi e una semplice antipatia potrebbe diventare un odio feroce. Avviene una sorta di regressione e infatti quella che si osserva in queste persone è la stessa esagerazione e facilità di giungere agli estremi che si trova nella vita psichica dei bambini e nei sogni, dove una piccola riprovazione verso una persona può portare all’impulso di commettere un omicidio (nel sogno).

Insomma un po’ quello che oggi osserviamo sulle varie bacheche e post sui vari social. La diffusione rapida o irrazionale di emozioni (odio, paura..) e di comportamenti (false informazioni, violenze, offese, razzismo, idee bizzarre e comportamenti pericolosi); una escalation di “eccitamento collettivo” esasperato e incontrollabile.

“L’individuo si trova posto in condizioni che gli consentono di sbarazzarsi delle rimozioni dei propri moti pulsionali inconsci. […] Non abbiamo difficoltà a spiegarci il fatto che, in tali circostanze, la coscienza morale o il senso di responsabilità vengono meno”

Sigmund Freud – “Psicologia collettiva e analisi dell’Io” (1921)

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Informazione e fake news. C’è un modo per non cadere nella trappola della disinformazione?

Oggi vorrei riproporvi un articolo molto interessante e attualissimo. Purtroppo in questo periodo storico siamo spesso invasi da notizie false o falsate, che possono confonderci, disinformarci fino ad alimentare paura e rabbia, spesso e volentieri insensate. Lo studio, l’apprendimento, l’esperienza e la conoscenza delle diversità, sono la chiave per la libertà di pensiero. Buona lettura!

ilpensierononlineare

In un epoca dove tutto ciò che succede passa da internet e dai social, siamo continuamente pervasi da innumerevoli informazioni, provenienti da diversi “mittenti” più o meno affidabili e conosciuti. Molte volte queste informazioni che (passivamente) riceviamo si rivelano essere false e inaffidabili. Perché facciamo fatica ad arginarle?

C’è un modo per poter imparare ad acquisire una buona autonomia mentale e maggior spirito critico ?

A volte se proviamo ad esercitare uno spirito critico e portiamo avanti un nostro pensiero senza un metodo si rischia di cadere facilmente nella credulità.

Photo by Joshua Miranda on Pexels.com

Vi porterò un piccolo esempio; se siamo convinti di un probabile complotto, che riguarda un qualsiasi evento che ci colpisce molto emotivamente, saremo portati a concentrarci solo su uno – due elementi dell’evento, senza provare ad analizzare tutte le possibili spiegazioni di ciò che è successo. Il nostro sguardo e la nostra attenzione sarà…

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Informazione e fake news. C’è un modo per non cadere nella trappola della disinformazione?

In un epoca dove tutto ciò che succede passa da internet e dai social, siamo continuamente pervasi da innumerevoli informazioni, provenienti da diversi “mittenti” più o meno affidabili e conosciuti. Molte volte queste informazioni che (passivamente) riceviamo si rivelano essere false e inaffidabili. Perché facciamo fatica ad arginarle?

C’è un modo per poter imparare ad acquisire una buona autonomia mentale e maggior spirito critico ?

A volte se proviamo ad esercitare uno spirito critico e portiamo avanti un nostro pensiero senza un metodo si rischia di cadere facilmente nella credulità.

Photo by Joshua Miranda on Pexels.com

Vi porterò un piccolo esempio; se siamo convinti di un probabile complotto, che riguarda un qualsiasi evento che ci colpisce molto emotivamente, saremo portati a concentrarci solo su uno – due elementi dell’evento, senza provare ad analizzare tutte le possibili spiegazioni di ciò che è successo. Il nostro sguardo e la nostra attenzione sarà solo per gli elementi che affermano la nostra idea e che quindi confermano l’idea che ci sia un complotto.

Ma anche chi accetta passivamente qualsiasi spiegazione  senza riflettere minimamente, non ha per nulla spirito critico, anzi risulta essere un vero e proprio “credulone”, perché per una sorta di “pigrizia” mentale eviterà di confrontare la stessa notizia con altre fonti.

Il dubbio e la curiosità invece sono fondamentali e possono essere la via verso uno sviluppo delle conoscenze e verso una buona autonomia mentale.

Ci sono almeno tre condizioni pregiudiziali, (legati a fattori temporali, spaziali, sociali e fisici) che limitano in maniera inconsapevole la nostra mente quando riceviamo delle informazioni.

I pregiudizi dimensionali: non ne siamo consapevoli, ma ci arrivano solo alcune informazioni, rispetto ad una esperienza che stiamo vivendo, che possono variare sia in base al nostro “punto d’osservazione”, sia all’ambiente sociale.

I pregiudizi culturali: spesso interpretiamo le informazioni condizionati da diversi stereotipi incastonati nella nostra cornice culturale.

I pregiudizi cognitivi: gli automatismi del nostro cervello nei ragionamenti a volte ci conducono inevitabilmente ad errori (ad esempio il bias dell’ottimismo ci conduce a sovrastimare le nostre competenze).

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In generale siamo sempre e comunque condizionati dal nostro background culturale, sociale e cognitivo quando dobbiamo interpretare delle informazioni, difficilmente potremmo essere obiettivi.

Questo sistema di rappresentazioni  “facilita” le interpretazioni del mondo in cui viviamo, ma il ricorso a metodi, automatismi e strategie mentali, nei ragionamenti, può indurci a commettere errori di valutazione. 

Ad esempio, esiste un errore molto comune, quello di confondere correlazione e causalità. Questo tipo di errore potrebbe ritrovarsi in questa situazione di vita quotidiana (a me non è mai capitato, ma potrebbe capitare..): trovarsi a fare due esami all’università nella stessa sessione e riuscire a prendere due 30 e notare che in entrambe le occasioni, a distanza magari di un mese, ci si renda conto di aver indossato la stessa camicia; in questo caso si avrebbe la tendenza a credere che questa casualità sia una coincidenza vincente e che quindi quella camicia porti sicuramente fortuna. Si andrebbe così a sperimentare una vera e propria credenza illusoria o superstizione

Un altro errore cognitivo è noto come bias di conferma: fa in modo che ci accordiamo in maniera più o meno sistematica alle informazioni che confermano una nostra opinione preesistente.  Altro bias molto comune è quello della sovrastima delle piccole probabilità (fenomeno legato ad esempio alla sovrastima di molte persone della pericolosità maggiore dell’aereo rispetto agli altri mezzi di trasporto) e una maggiore sensibilità ai costi che ai benefici (avversione alle perdite).

Insomma tutti questi “errori” di valutazione pare siano inevitabili.

https://ilpensierononlineare.com/2019/01/16/non-ci-riesco-self-serving-bias-e-errori-al-servizio-del-se/

Quindi come possiamo analizzare in maniera più critica una nuova informazione, evitando di esporci a tutti questi “errori”?

Innanzitutto bisogna valutare e chiederci se le informazioni che ci stanno arrivando possano essere in qualche modo distorte dalla nostra “posizione” nello spazio fisico e sociale ( i nostri amici e colleghi di social non hanno forse la tendenza a riferire solo certi tipi di informazione? Probabilmente abbiamo l’abitudine a leggere e a informarci esclusivamente da alcune fonti, legate alla nostra cultura e al nostro pensiero politico ). Bisogna quindi, in alcuni casi, mettere in discussione le nostre intuizioni (spesso falsate dagli errori e pregiudizi come detto prima). Dovremmo prenderci un po’ di tempo, sospendere il giudizio e magari analizzare in maniera più approfondita l’informazione che riceviamo. Col tempo questo modo di approcciarsi alla notizia diventerà un automatismo e ci permetterà di non emettere un giudizio e crearci un’idea con troppa leggerezza.

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In un mondo in cui la maggior parte delle informazioni è veicolata da internet e dai social, diventa davvero necessario che questo “allenamento” allo spirito critico e al dubbio e quindi all’approfondimento sia innanzitutto appreso nelle scuole.

La diffusione sempre più capillare del senso critico, del dubbio e del libero pensiero, può aiutare anche nella lotta al pregiudizio. Lo studio, l’apprendimento e l’esperienza e la conoscenza delle diversità, sono la chiave per la libertà di pensiero.  

“Finisce bene ciò che comincia male”

Dott. Gennaro Rinaldi