Un giorno a lavoro in una nuova struttura mi informarono che c’era un uomo di circa 30 anni che da diverso tempo si isolava.
Era in Italia da ormai diverso tempo, forse tre o quattro anni. Era stato sempre paziente, socievole, un gran lavoratore. Rispettoso delle regole e delle persone con cui condivideva la sua stanza e gli spazi del luogo che lo ospitava.
Ad un tratto, stanco e frustrato dall’attesa della farraginosa burocrazia dei documenti, si chiuse in se stesso. Era costretto all’inerzia, in una condizione paradossale in cui era letteralmente un prigioniero senza cella.
Viveva ormai da qualche tempo isolato, in mezzo agli altri. Passava ore a guardare l’orizzonte, mangiava poco e non parlava con nessuno.
Quel mondo lo aveva tradito.. e lui aveva deciso di rinchiudersi nella sua testa.
Il suo corpo mostrava delle cicatrici, la sua storia e la sua mente erano costellate da numerose ferite ancora aperte, che provocavano dolore.
Lui sopportava quel dolore in silenzio e si rifugiava nella sua mente.. che inesorabilmente si stava ammalando..
“L’apprendimento umano presuppone una specifica natura sociale e un processo mediante il quale i bambini accedono alla vita intellettuale di coloro che li circondano”
Nel corso dello sviluppo secondo Vygotsky, pensiero e linguaggio (partendo da radici differenti), diverranno interdipendenti e l’interiorizzazione del linguaggio permette la formazione di funzioni psichiche superiori.
L’interazione sociale, l’influenza degli adulti significativi e l’ambiente in cui cresciamo sono necessari per il nostro sviluppo cognitivo e quindi per lo sviluppo del linguaggio e per l’apprendimento.
“Vi sono momenti minuscoli di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza”.
Probabilmente i sogni sono incorruttibili, ci raccontano la verità in storie bizzarre, ci parlano dei desideri con immagini paradossali, ci offrono ricordi con sensazioni reali. Per Freud erano la via principale verso l’inconscio, dove tutto è presente, ma ben celato alla coscienza.
“Alcuni pensano che tenere duro renda forti. Ma a volte è lasciarsi andare che lo fa”.
Hermann Hesse
Immagine Personale
Cerchiamo di allontanarci dalle nostre posizioni rigide. Lasciamoci andare e sperimentiamoci, usciamo dalle nostre “zone di confort”, che a volte possono diventare le “nostre prigioni”.