Archivi tag: Freud 1895

Questa donna è troppo “uterina”…

Immagine Personale .

Nel seguente approfondimento vorrei condividere con voi l’affascinante storia dell’isteria. Nel ripercorrere origini e sviluppo di un disturbo così complesso sarò (per ovvie ragioni), costretta a compiere salti diacronici. Spero di creare in voi interesse e passione, analogamente a quanto accadde a me – ormai- anni fa. L’articolo sarà diviso in due parti: nella prima parte affronteremo le origini dell’isteria mentre nella seconda parte condividerò con voi uno dei casi di isteria più famosi, nella storia della psicanalisi.

Buona lettura.

La storia dell’isteria comincia ben prima di Freud. Il termine stesso isterion (dal greco Hystera) indicava l’utero femminile responsabile (come a breve vedremo), di una patologia che andava a colpire il solo sesso femminile. Nell’antica Grecia infatti, si considerava la migrazione dell’utero nel corpo della donna (utero vagolante), come il responsabile di tali attacchi (nevrotici) di cui le donne soffrivano.

Successivamente un’altra spiegazione fornita era data dalla teoria “vaporosa”. Secondo tale teoria, formazioni gassose (formatesi per fermentazione degli umori uterini), attraverso il midollo spinale e le radici nervose, giungevano al cervello determinando i sintomi isterici.

Nel 1895 Freud insieme a Josef Breuer (medico che già dal 1880 curava le isteriche usando l’ipnosi), scrive “Studi sull’Isteria”. Tale scritto fu il derivato di ciò che Freud ebbe modo di osservare e conoscere a Parigi, dove aveva avuto modo di assistere all’ipnosi usata dal neurologo e psichiatra Jean Charcot . Tale metodo era utilizzato da Charcot per curare pazienti neurologici (epilettici) e isteriche. Il neurologo sosteneva che l’isteria avesse una origini organica e che presentasse dei sintomi distintivi e caratterizzanti, quali paralisi, anestesia o dolore nella regione ovarica. Ciò che era importante risiedeva nel fatto che secondo lo psichiatra, l’isteria non era una prerogativa del sesso femminile (si cominciava pertanto ad andare oltre la semplice equazione utero = donna ); inoltre le manifestazioni isteriche erano viste come frutto di simulazioni.

Charcot distinse le manifestazioni isteriche in “Grande hysterie” e le forme più comuni di “formes frustes”. Secondo Charcot solo gli isterici erano ipnotizzabili infatti con loro, l’ipnotista riusciva a indurre a comando allucinazioni o paralisi. In una lezione sulla paralisi isterica Charcot osservò che era sorta, nella malata, come un’idea che si stabiliva come un parassita isolata dal resto della mente, che poteva esprimersi all’esterno attraverso i fenomeni motori tipici dell’isteria. Charcot inollte era fermamente convinto che la suggestionabilità fosse una caratteristica patognomica dell’isteria stessa.

Il neurologo distinse l’attacco isterico e le convulsioni in 4 periodi:

  1. PRODROMI: malesseri, vomito, crampi e dolori ovarici
  2. PERIODO EPILETTOIDE: somigliante all’attacco epilettico; caratterizzato da fase tonica, clonica e di risoluzione. La fase tonica inizia con movimenti di circonduzione di arti superiori e inferiori, arresto della respirazione e gonfiore al collo. La fase clonica comporta un irrigidimento degli arti che sono presi da oscillazioni e scosse sempre più rapide fino a giungere al rilassamento finale.
  3. PERIODO DELLE CONTORSIONI O CLOWNISMO: contorsioni e movimenti sono fatti con enorme agilità. Il malato sembra quasi stia facendo una lotta con un essere immaginario; in una crisi di rabbia sembra voglia mordere o fare tutto a pezzi.
  4. PERIODO DEGLI ATTEGGIAMENTI PASSIONALI CARATTERIZZATO DA ALLUCINAZIONI: il paziente ci fa seguire il dramma in cui recita la parte di primo attore. E’ come uno specchio che riflette due immagini; una gaia e una triste.
  5. PERIODO TERMINALE: contratture dolorose (circa 15 minuti di durata) accompagnate da tremende grida di dolore.

Freud quindi giunto a Parigi ebbe modo di conoscere il lavoro di Charcot di cui apprezzò, in particolare, l’intreccio da lui proposto circa il legame tra sintomi somatici e la mente. L’ipnosi fino a quel momento era stata un modo per mostrare come un’idea potesse trasformarsi in un sintomo. Charcot infatti “faceva e disfaceva” il sintomo ipnotizzando l’isterica.

Ciò che nessuno aveva però ancora considerato, era il ruolo che l’isterica aveva nel successo della scena; ma questa, è un’altra storia…

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.

Pubblicità

Sogno per sognare o Sognare per un sogno?

Immagine Personale: ” Vienna, Berggasse 19″, Casa di Freud. Quando” mi sognavo” psicologa

L’essere umano ha costituzionalmente da sempre avuto bisogno di manipolare quel che non poteva fisicamente manipolare. Miti, favole e leggende hanno accompagnato lo sviluppo dell’uomo che, tramite l’ausilio di questi “mezzi”, provava a spiegare e indagare fenomeni che non poteva (con altri mezzi più concreti), manipolare. Analogamente a ciò, nel corso dello sviluppo umano il materiale onirico ha destato sempre interesse, paura, timore o fascino.

Ciò che oggi vorrei fare con voi, è provare ad indagare l’origine e lo sviluppo di tutto ciò che in ambito psicanalitico è stato il sogno. L’approfondimento sarà diviso in almeno due parti iniziando dalle origini e lo sviluppo del concetto tanto caro a Freud e alla psicanalisi stessa.

Buona lettura.

Il sogno: Appagamento di un desiderio.

Partendo dall’autoanalisi Freud comprese l’importanza del materiale onirico; fu infatti nel 1898 che Freud scrisse “L’interpretazione dei sogni”, nato per interpretare e metabolizzare il lutto per il padre. Nel testo Freud comincia ad utilizzare per lo più i propri sogni intuendo come i sogni stessi non appaiano solo come assurdi e insensati. Da quel momento Freud comincerà a formulare l’ipotesi che il sogno sia “l’appagamento di un desiderio” (citazione apparsa nella nota lettera a Fliess del 1895). Il sogno comincia così a diventare materiale scientifico ai fini dell’indagine del mondo inconscio.

Già nel Progetto di una psicologia (1895), una prima idea di Freud indicava il sogno come una scarica dell’apparato psichico dovuta all’impossibilità per lo stimolo a percorrere la via motoria, dato lo stato di sonno (banalmente vuol dire che, se non ho possibilità di muovermi visto lo stato di sonno, non posso attuare una scarica immediata di un certo impulso). Successivamente, con l’Interpretazione dei sogni, Freud aggiungerà alla teoria del sogno come scarica, quella del sogno come mezzo per conoscere il mondo interno del soggetto. Pertanto il sogno e la sua interpretazione, divengono la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica.

L’idea che Freud comincia a coltivare, è quindi che il sogno sia l’appagamento di un desiderio il che, tuttavia, non vuol dire che tutti i sogni abbiano una natura sessuale. Nell’adulto, il sogno, preserva il sonno ma solo perchè vi è una censura che maschera il desiderio rimosso che sarebbe altrimenti così eccitante, da provocare il risveglio. La censura a sua volta, vero organizzatore del lavoro onirico, va a determinare la vera organizzazione del lavoro onirico stesso.

Freud pertanto giungerà alla formulazione della legge del sogno .“Il sogno è l’appagamento (mascherato) di un desiderio (rimosso), sottolineando che ai fini della conservazione del sonno si tratta di velati appagamenti di desideri rimossi.

Ora.. come possiamo vedere da quanto appena scritto, il sogno è ben lontano dall’essere un semplice “se, allora”. Le spiegazioni che la tradizione popolare ci ha spesso fornito, sono piuttosto inconsistenti dal punto di vista dello sviluppo psicodinamico del soggetto. L’appagamento mascherato di un desiderio (rimosso), implica l’andare a scartavetrare un contenuto che a noi appare tale (come vederemo, la scena onirica, il sogno), e andare ad analizzare tutte quelle che sono le equivalenze simboliche.

Quali materiali utilizza l’apparato psichico? Da dove nasce il sogno?

1)Materiale recente e indifferente: si tratta di residui diurni, ovvero materiale più o meno indifferente del giorno prima che può fungere da stimolo al sogno o fornire materiale che serve a dar forma espressiva al sogno. In ogni sogno è possibile trovare un collegamento con le vicende del giorno precedente.

2)Elementi infantili: in ogni sogno dovrebbe essere rintracciato un elemento inerente ad un desiderio infantile rimosso. Bisogna sempre rimarcare che i desideri inconsci rimangono sempre attivi ed è questa, una caratteristica dei processi inconsci: rimanere indistruttibili.

2)Fonti somatiche: da distinguere in stimoli sensoriali esterni (oggettivi) come rumori, tuoni ; stimoli sensoriali interni (soggettivi) dovuti ad eccitamenti interni degli organi di senso; stimoli corporei interni (organici) dovuti a stato di eccitamento (o malattia) degli organi interni che possono dare anche sensazioni dolorose.

Le fonti possono poi essere distinte in:

1)un impulso dell’Es (un desiderio inconscio rimosso o proveniente da un eccitamento somatico in atto)

2)una catena di pensieri conflittuali preconsci

3)un desiderio dell’Io (desiderio diurno) rafforzato da un elemento inconscio

4)un desiderio del Super- Io, come ad esempio accade nei sogni di punizione.

Il nostro piccolo approfondimento continuerà in un prossimo articolo dove, andremo a conoscere da più vicino il lavoro onirico; come il sogno si forma e quali sono i meccanismi di difesa utilizzati dal nostro apparato psichico.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio