“Voglio giocare anche se ho il menisco in pezzi. Chi è sempre prudente non arriva mai primo. Io intendo giocare e vincere; è una follia? Farò il pazzo per tutta la vita.”
DIEGO ARMANDO MARADONA
Foto web – google
“È fantastico ripercorrere il passato quando vieni da molto in basso e sai che tutto quel che sei stato, che sei e che sarai non è altro che lotta”
DIEGO ARMANDO MARADONA
Murales – DIos Umano – Jorit (Napoli)
È pazzo chi lotta? O per lottare bisogna essere un po’ pazzi?
Ci vuole sicuramente un pò di follia, estro, genio, coraggio, motivazione, voglia di rischiare e cambiare, per restare unici e per lasciare il segno.
E credo che tutti, nel nostro piccolo, possiamo provare a farlo.
Sono Napoletano e in quanto napoletano ho dentro di me un legame stretto con Maradona. Sono nato l’anno in cui lui è venuto a Napoli.
Sono cresciuto percependo la storia che si stava scrivendo, assorbendo il significato delle sue gesta sportive. Sono cresciuto ascoltando i cori a lui dedicati, sono cresciuto vivendo la leggenda nel momento stesso in cui si stava scrivendo.
Diego é molto più di un calciatore, è molto più dell’essenza stessa del calcio. Non è solo il Migliore di tutti i tempi, il D10S del calcio, l’inarrivabile. La sua figura è trasversale ed è rappresentativa dell’umiltà di popoli che sentivano addosso lo spettro dell’emarginazione e dell’oppressione. Si era fatto portavoce della voglia di rivalsa della gente e attraverso la sua concezione irrazionale della fisica della sfera e della gravità, era capace di invertire i poli. Il sud diventava nord. Napoli si rispecchia in lui quasi si guardasse allo specchio. Un Argentino Napoletano, un Napoletano Argentino.
D10S
La gente vive il suo mito, perché lui è diventato parte della nostra storia personale e ha scolpito la sua immagine nella “genetica” della cultura e della società del popolo Napoletano.
Napoli perde un altro simbolo. Se ne va un altro pezzo di Napoli, se ne va un altro pezzo di eternità..