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Cosplay. PODCAST.

Il viaggio di oggi ci porta alla scoperta del cosplay. Cosa si intende con questo termine e cosa dice la letteratura psicoanalitica in merito?
Buon viaggio e buon ascolto.

Dott.ssa Giusy Di Maio

I disturbi del linguaggio: Afasie. PODCAST

Se ti dico “insalata di parole” oppure “anomie, circonlocuzione”, sai di cosa sto parlando?
Il viaggio di oggi ci porta tra le stanze della neuropsicologia, alla scoperta delle Afasie. Si tratta di un deficit nella capacità di comprendere elaborare e produrre messaggi linguistici.
Mettiti comodo allora: buon viaggio e buon ascolto.

Dott.ssa Giusy Di Maio

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Il caso di Kitty Genovese: l’assunzione di responsabilità #psicologia #psicoterapia #saludmental

Immagina di essere spettatore di un evento che almeno potenzialmente appare essere una situazione di pericolo. Qualcuno urla in strada.. sta subendo una aggressione e tu sei lì… indeciso sul da farsi… “Chiamo i soccorsi oppure no? Avranno già allertato chi di dovere?” L’approfondimento di oggi vuole proprio indagare le potenziali situazioni di pericolo e il comportamento assunto dai soggetti che assistono a queste situazioni; per capire ciò però.. dobbiamo andare indietro nel tempo e fermarci al 1964 quando una giovane donna di nome Kitty Genovese, viene aggredita nel cuore della notte tra le strade di New York. Kitty urla così tanto da svegliare 38 persone….

Cosa sarà accaduto?

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio

Conflittualità – Perchè alcune persone reagiscono alle situazioni in maniera violenta? PODCAST

In questa tappa del nostro viaggio dovremmo fare molta attenzione, percorreremo strade minacciose e poco tranquille. Ci troveremo a tu per tu con un costrutto psichico molto evidente, tanto attuale, ma ancora in fase di esplorazione.


Parliamo di “Carenza Conflittuale” una mancanza di quelle componenti personali che ci consentono di percepire il contesto critico come sostenibile e non come una possibile minaccia.


Buon Ascolto

Conflittualità – ilpensierononlineare – Spreaker podcast

Conflittualità – ilpensierononlineare – Spotify podcast

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Psicologia e Sviluppo. Quanto incidono gli stili educativi familiari sulla personalità dei figli?

Le prime relazioni, specie quelle con i genitori, incidono in maniera significativa sulla nostra vita futura e sullo sviluppo della nostra personalità. In particolare le norme implicite ed esplicite trasmesse dai genitori, insieme allo stile familiare, diventano parte integrante dell’identità, delle abitudini, dei comportamenti, del modo di agire e di pensare della persona che sarà.

Ma qual è lo stile educativo migliore per i bambini?

Partiamo da quello per antonomasia più rigido e serioso: lo stile educativo autoritario.

Quello autoritario è caratteristico di quelle famiglie in cui ai “no” numerosi, si affiancano tante regole inflessibili, punizioni severe e a volte minacce di “botte”. In queste famiglie i figli sono poco o per nulla coinvolti nelle decisioni familiari. I genitori sono molto esigenti e si aspettano che i figli obbediscano senza possibilità di esporsi.

In genere i figli di famiglie autoritarie sono diffidenti nei confronti dei genitori e non hanno un dialogo vero, perché non gli è permesso. Considerano le punizioni ingiuste, non si confidano con i genitori, sono abituati a mentire e cercano sempre di allontanarsi da loro.

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Lo stile permissivo è all’esatto opposto dello stile autoritario. In genere le famiglie con stile permissivo non contraddicono i figli e cedono spesso alle richieste e ai capricci dei propri figli. I figli, in questo caso, non hanno grossi limiti, sono liberi di scegliere da soli, anche quando magari non hanno la capacità e la maturità per farlo. Questo comporta, purtroppo che spesso i figli si sentano, in situazioni complesse, un po’ in balia degli eventi, perché non supportati e aiutati. Insomma, si aspetta che i figli si educhino da soli.

I genitori permissivi sono, in effetti, tolleranti e incoraggianti, ma spesso diventano incoerenti. Ciò accade perché quando si sentono attaccati o devono affrontare situazioni troppo difficili e serie, il loro tentativo di riprendere il controllo e esercitare la disciplina diventa inefficace e appaiono deboli; oppure possono diventare improvvisamente, intolleranti e autoritari.

Un eccesso di stile permissivo rischia di sfociare nella trascuratezza.

Lo stile trascurante è quello che adottano i genitori distaccati e non coinvolti, che tendono a distanziarsi “emotivamente” dai propri figli e mostrano così uno scarso interesse nei loro confronti. Questi genitori lasciano fare ai figli ciò che vogliono, non li sostengono e non forniscono, ai propri figli, quasi nessuno strumento per la comprensione del mondo e le regole. Risultano assenti dalla vita dei propri figli e quando sono costretti ad interagire con loro, si infastidiscono e risultano ostili.

I figli di questi genitori in genere vivono continuamente un distacco, un abbandono. Rischiano così di crescere inesperti, immaturi, con la sensazione di non valere abbastanza e con un forte sentimento di rivalsa. La loro fortuna potrebbe essere quella di incontrare e vivere, nel loro ambiente di vita, con altre figure di riferimento importanti e ben disposte nei loro confronti.

Esistono poi i genitori con uno stile iperprotettivo ed ansioso. Questi non sono distaccati e neppure demotivanti, ma si sovrappongono continuamente alle scelte e alle iniziative dei propri figli. Nonostante abbiano una buona capacità di stabilire un legame significativo con i propri figli e siano molto consapevoli dell’importanza dell’educazione dei propri figli, risultano di contro essere veramente troppo preoccupati.

Questa iper-preoccupazione porta a una costruzione di una “bolla” protettiva attorno ai propri figli che non permette a questi di poter sbagliare, mettersi in situazioni potenzialmente pericolose, andare incontro ad insuccessi. Questo purtroppo non concede ai figli di provare a raggiungere l’autonomia personale, che è necessaria per imparare dalle proprie esperienze e rafforzarsi.

In questa situazione i figli possono ribellarsi improvvisamente, oppure (come spesso accade) adeguarsi e adagiarsi delegando anche decisioni molto personali ai genitori. Rischieranno di diventare adulti incapaci di gestirsi da soli, incapaci di prendere decisioni e abituati ad essere serviti ad ogni loro comando e desiderio.

Infine c’è lo stile autorevole, che pare essere il migliore. Questo stile educativo ci fornisce una chiara lettura di come un deciso equilibrio tra le varie componenti sia fondamentale per fornire un messaggio educativo chiaro e coerente ai propri figli. In questo caso infatti i genitori esigeranno rispetto e forniranno regole di comportamento coerenti con l’età e le caratteristiche individuali dei propri figli.

I genitori, inoltre, saranno desiderosi di riconoscere i bisogni dei propri figli e solleciteranno la propria opinione. Faranno in modo di condividere momenti con loro, ma non saranno invadenti. Li aiuteranno, ma non si sostituiranno alle attività che i figli possono tranquillamente svolgere da soli. Forniranno feedback coerenti e attenti. A differenza del genitore permissivo, il genitore autorevole saprà dire “no”, quando necessario, in coerenza con i valori che vuole trasmettere ai propri figli.

Infine, il genitore autorevole promuoverà l’autonomia del proprio figlio mettendo a freno le proprie ansie eccessive e sa che certi errori e dolori aiutano a crescere.

I figli dei genitori autorevoli, risultano in media i più capaci, i più fiduciosi nelle proprie possibilità e socialmente i più responsabili e maturi. In genere, risultano da adolescenti i meno inclini ad assumere sostanze e a farne abuso e anche meno aggressivi e quindi meno inclini a ricorrere alla violenza.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Mi ascolti? #YoutubeShorts #Shorts #ilpensierononlineare

Siamo davvero sicuri di saper ascoltare l’altro? Ascoltare (e comprendere il vissuto emotivo dell’altro), è un’azione molto più complessa di quanto siamo disposti ad ammettere. Capire come si sente l’altro non vuol dire sostituirsi completamente al suo vissuto emotivo..

Dott.ssa Giusy Di Maio

#PromozioneDelBenesserePsicologico

Trauma #Shorts #ilpensierononlineare

Che cos’è il trauma e perché se due persone sono esposte allo stesso evento, possono avere reazioni diverse all’evento stesso?

#psicologia #salutementale #benesserepsicologico #shorts #youtubeshorts #shortspsicologia

#PromozioneDelBenesserePsicologico

Dott.ssa Giusy Di Maio

Il disgusto

“Reazioni molto intense di disgusto tradiscono il loro carattere di formazione reattiva[…]. Il disgusto degli isterici in risposta a tentazioni sessuali può considerarsi una negazione estrema delle inconsce tendenze sessuali ricettive”

O. Fenichel
Cos’è il disgusto? – ilpensierononlineare – #Youtubeshorts

Il Disgusto è una reazione emotiva complessa fondamentale, ma a volte può diventare anche patologica..

https://youtube.com/shorts/R8_xtIyV6VY?feature=share

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi