“Così per amare, bisogna imparare prima a pazientare, a sapere stare da soli, ad accettare l’altro e rispettarlo; importante poi è avere fiducia in se stessi perché in fondo è nel rapporto con il proprio sé che si sviluppa il rapporto con il prossimo.”
“Il carattere attivo dell’amore diviene evidente nel fatto che si fonda sempre su certi elementi comuni a tutte le forme d’amore. Questi sono: la premura (o cura), il rispetto, la responsabilità e la conoscenza.”
Erich Fromm
Questa tappa del nostro viaggio ci farà volare in alto come il sentimento più forte che noi umani conosciamo, l’amore. Oggi approfondiremo la conoscenza di questo sentimento prima analizzandolo al suo esordio, magari osservando più da vicino il fenomeno noto come “Colpo di Fulmine” e poi ne approfondiremo anche alcuni aspetti puramente psicologici attingendo ad alcuni concetti di Erich Fromm sull’amore e sulla relazione d’amore.
Buon Ascolto..
Amore e Psiche. Dal “Colpo di Fulmine” all’Amore – SPREAKER PODCAST
Amore e Psiche. Dal “Colpo di Fulmine” all’Amore – SPOTIFY PODCAST
Il campo della nostra coscienza è molto piccolo. Accetta solo un problema alla volta.
(Antoine de Saint-Exupéry)
Lo sapete che carichi di stress molto elevati posso incidere negativamente sul nostro benessere psicologico e spesso provocare cali di concentrazione, dimenticanze e stati dissociativi ?
Come diceva Daniel Goleman, lo stress può rendere le persone stupide, proprio a causa della sua influenza negativa sul normale funzionamento cognitivo.
Secondo il dizionario Treccani l’ottimismo è “la disposizione psicologica che induce a scegliere e considerare prevalentemente i lati migliori della realtà, oppure ad attendersi uno sviluppo favorevole del corso degli eventi“.
L’ottimismo non è un’illusione psicologica, non riguarda nulla di improbabile e non deve essere confuso e circoscritto a sinonimo di “entusiasmo forzato” e quindi di un atteggiamento personale che porta alla negazione della realtà.
Le persone con un atteggiamento veramente ottimista verso la vita sono perfettamente coscienti dei problemi, ma li affrontano e provano a risolverli in maniera costruttiva.
“Curare in modo sistematico, intelligente e paziente le infanzie infelici potrebbe essere determinante per la prevenzione di quei disturbi che recano un contributo fondamentale alla psicopatologia più tradizionalmente psichiatrica dei disturbi di personalità, alle dipendenze gravi da sostanze, da gioco e da sesso e alla criminalità giovanile e adulta. Quello che serve è evidentemente uno scatto culturale o uno scatto di civiltà.”
Luigi Cancrini – “La cura delle infanzia infelici (2012)
Nel Mondo a causa della povertà, dei conflitti e della crisi climatica più di 400 milioni di bambini vivono in aree di conflitto. Tra i 10 ei 16 milioni non possono tornare a scuola perché costretti a lavorare o a sposarsi. A causa dei matrimoni troppo precoci 22.000 bambine e ragazze muoiono a causa di gravidanze e parti.*
A causa della carenza di condizioni sanitarie, igieniche e alimentari bambini in diverse parti del mondo rischiano di perdere la vita.*
In Italia la situazione non è assolutamente rosea. Quasi un milione e quattrocentomila bambini vivono in una condizione di povertà assoluta. Ovviamente questa condizione di precarietà inficia gravemente pure sulla condizione psicologica dei bambini e dei ragazzi.
La condizione di precarietà in cui versano i minori in Italia è anche frutto di politiche spesso disinteressate alla condizione dei minori e ai loro diritti e quindi alla loro salute mentale.
L’impatto della pandemia e delle crisi (climatica, energetica, guerra), ha solo peggiorato la situazione.
Quest’anno l’attenzione di questa giornata, grazie all’UNICEF è in particolare rivolta al benessere psicologico e la salute mentale dei minori.
“Nel mondo il suicidio è la quinta causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni, la seconda causa in Europa: parliamo di quasi 46.000 adolescenti che si tolgono la vita ogni anno – più di uno ogni 11 minuti. Quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% di queste si sviluppa entro i 24 anni: la maggior parte dei casi però non viene individuata nè presa in carico. “
UNICEF ITALIA
Oggi più che mai l’attenzione alla salute psicologica deve diventare un presupposto essenziale per garantire un futuro più sereno alle nuove generazioni.
Il dolore, la sofferenza psicologica, ripetuti traumi e relazioni familiari complesse, maltrattanti, malate o violente, possono avere conseguenze devastanti per i bambini e per i ragazzi a livello psicologico ed emotivo.
Vissuti traumatici, maltrattanti e distorti possono indurre cicatrici difficili da rimarginare. Se queste ferite non vengono curate il prima possibile possono portare a patologie psicologiche e mentali spesso gravi come disturbi di personalità e antisociali.
Purtroppo le ferite psicologiche subite negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, (anni fondamentali per lo sviluppo emotivo, dell’identità, per la formazione dell’autostima, dell’immagine corporea, per la formazione dei valori, del senso di sé e del rispetto degli altri) sono spesso le più profonde e quelle più difficili da guarire.
I traumi legati alle figure di attaccamento sono quelli più gravi, perché minano un elemento fondamentale che lega le relazioni e la sicurezza dell’individuo: la fiducia verso una figura di riferimento che istintivamente deputiamo alla protezione, all’accudimento alla rassicurazione. Questa ferita mina la sicurezza interna e la fiducia verso gli altri e verso se stessi.
La speranza è che la nostra società si liberi da questo meccanismo di difesa del “diniego” (che ne condiziona quello “scatto di civiltà” di cui parlava Cancrini), per cui nega che la questione della Salute Psicologica possa essere un problema, solo perché non accetta la possibilità che la mente si possa ammalare proprio come il corpo.
I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza passano anche dal diritto a poter avere l’accesso a servizi che garantiscono loro il Benessere Psicologico.
“C’è un granello di verità che si nasconde in ogni delirio“
S. Freud
Possiamo definire il Delirio come un’idea errata, ma alla quale una persona aderisce in maniera piuttosto convincente. Il contenuto delle idee delirante è spesso palesemente assurdo per gli altri.
Le idee deliranti spesso sono un tentativo estremo di dare una spiegazione razionale a situazioni e fenomeni percepiti come incomprensibili