Dilemmi Morali.
Nel 2016/17 in Germania, “Terror“, è stato il testo teatrale maggiormente messo in scena (anche più del Faust di Goethe o di qualsivoglia testo di Shakespeare). Il testo si presenta come la messa in scena di un dilemma morale cui il pubblico (che diviene parte attiva dell’opera) è chiamato a porre rimedio.
La situazione è la seguente: un aereo con 164 persone a bordo, è stato dirottato dai terroristi. Il maggiore Lars Koch ha il compito di portare l’aereo fuori dallo spazio aereo. D’improvviso però il velivolo cambia rotta puntando sullo stadio di Monaco di Baviera dove circa 70 mila persone stanno assistendo alla partita Germania – Inghilterra.
Koch deve ora prendere una decisione.
Al maggiore viene richiesto di prendere una decisione veloce che consiste nell’abbattere l’aereo con le 164 persone a bordo, utilizzando un missile; la conseguenza di questa decisione è un processo con l’accusa di omicidio (essendo l’atto in sé giudicato un atto bellico).
Ora: il maggiore ha obbedito ai superiori oppure resta il solo responsabile di una persona scelta?
E’ innocente o colpevole?
Da questo momento in poi sarà il pubblico in sala a decidere, ponendosi come una giuria di un processo, per le sorti del maggiore.
In sei paesi su un totale di 295.858 giurati, per il 60,8% Koch è innocente; in Giappone però le cose cambiano poiché in tutte e 4 le rappresentazioni, il maggiore è stato giudicato colpevole.
In Germania – inoltre- è stata proposta una versione di Terror per la televisione e i telespettatori sono stati invitati ad esprimere online la loro opinione; in questo caso l’86,9% ha assolto il maggiore.
Le implicazioni dal punto di vista morale ed etico sono molteplici così come il dato interessante concerne le differenze culturali laddove si trovano a decidere, per la stessa situazione, culture di tipo collettivistico e individualistico.
Il dilemma proposto mi sembra inoltre molto interessante alla luce di ciò che l’attualità ci pone innanzi, relativamente alla questione Palestinese..
Credo che le opinioni (e alle opinioni) vada dato tempo, spazio e modo; il tempo per informarsi, lo spazio per formarsi e il modo per essere espresse.

“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio.