Proviamo a giocare un po’ insieme..
Per pensare correttamente dobbiamo far funzionare la parte anteriore del nostro cervello più di quella posteriore. Osserviamo il seguente insieme di forme:

Ora: prendiamo una forma a nostra scelta e mettiamola in ciascuna casella vuota, in modo che non sia rispettata la seguente regola “Se non c’è un quadrato rosa a sinistra, allora c’è un cerchio giallo a destra”.
E’ tutto chiaro?
La maggior parte delle persone colloca un quadrato rosa a sinistra perché cerca di non rispettare la prima parte della frase.

Queste persone però, sono vittime di un bias percettivo, si lasciano influenzare dall’esordio della proposizione, mentre per violare la regola sul piano logico bisogna rispettare la prima parte, e non rispettare la seconda.
Un esempio di configurazione che viola la regola

Quando le persone svolgono questo test per la prima volta e si ingannano, il loro cervello attiva aree percettive (quelle situate nella parte posteriore del cervello); se, invece, si insegna loro a non cedere al bias percettivo, spiegando che devono resistere alla tentazione di negare la prima parte della frase, allora si attiva la parte anteriore del cervello, ossia la corteccia prefrontale inferiore.
Quest’ultima blocca le aree percettive attivate dalla prima fase e attiva un’area della memoria di lavoro coinvolta nel ragionamento logico, la corteccia prefrontale laterale. Questa attività cerebrale permette di ragionare senza essere disturbata da errori di giudizio oppure percettivi, ma sui puri termini del problema.
Il modo migliore per attivarla è restare attenti e non cedere ai nostri impulsi.
Come?
Esistono diversi modi per bloccare i nostri impulsi (in senso generale). Immaginiamo per un attimo il momento in cui stiamo per dire qualcosa ma sappiamo che questa cosa potrebbe arrecare danno a qualcuno qualcosa e “ci mordiamo la lingua”.. Immaginiamo ancora quando abbiamo tanta voglia di cioccolata ma resistiamo alla tentazione… Aspettiamo per tanti minuti il ritardo di una persona e cominciamo a giocare con il cellulare..
Bene..
Questi momenti di resistenza interiore sviluppano le nostre funzioni esecutive in senso generale, ovvero la capacità di pianificazione e le strategie che dipendono dalla corteccia prefrontale. Molti programmi di valutazione imperniati sulle funzioni cognitive della corteccia prefrontale hanno dimostrato che queste attività migliorano le capacità di ragionamento e del controllo mentale nei bambini.
Un po’ alla volta, mettendole in pratica, diventiamo attrezzati a prendere decisioni più ponderate e a farlo con maggior distacco.
“Finisce bene quel che comincia male”,
Dott.ssa Giusy Di Maio.