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Sindrome da Rientro dalle vacanze?

In vacanza siamo generalmente liberi da scadenze, ritmi frenetici e viviamo il nostro tempo in maniera diversa; è come se il tempo si dilatasse.

Al rientro le cose cambiano radicalmente e bisogna nuovamente riabituarsi a pensare e vivere alla maniera “convenzionale – abituale”.
In Italia la Sindrome da Rientro colpisce “circa il 35% della popolazione, con maggior incidenza tra i 25 e i 45 anni” – più di un italiano su 3, rischierebbe di soffrire il rientro, a tal punto da somatizzarlo con sintomi psicosomatici..

Buona Visione

Sindrome da Rientro dalle vacanze? Qualche consiglio per affrontarla.. – ilpensierononlineare YouTube Channel

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
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PsicoMusica: sul mal di testa #2.

Una canzone in tema con l’argomento del post condiviso nel pomeriggio.

Mal di testa?

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.

Mal di testa e Musica.

Immagine Personale.

Soffro di mal di testa e senza entrare nello specifico.. posso dire che intuitivamente – il mio corpo- mi ha – negli anni- suggerito un modo per alleviare il dolore e/o la tensione: un modo che è stato successivamente confermato da numerose ricerche.

Fare vocalizzi può alleviare e aiutare a controllare il mal di testa.

“Una delle mie studentesse, Marilyn Utz di Santa Monica, in California, tornò un giorno a casa con un terribile mal di testa da sinusite. Non voleva prendere aspirina, Tylenol o altri farmaci, così si sedette in una poltrona reclinabile e cominciò a vocalizzare.

Dico sempre agli studenti dei miei corsi e dei miei seminari che ogni persona deve trovare le note che le sono proprie”. Don Campbell, L’effetto Mozart, curarsi con la musica, 2010, terza ristampa, p.,311

Non ci sono suoni specifici per specifiche patologie ma soprattutto gli stessi suoni non funzionano per tutti allo stesso modo.

La ragazza, Marilyn, racconta ad esempio che dal suo petto uscì un suono “Ouuu” che le faceva vibrare la testa fino a sentire l’apertura delle cavità nasali; in un secondo momento la ragazza sentì la lingua scivolare naturalmente lungo il palato fino a produrre suoni armonici che lentamente la portarono in uno stato simile alla meditazione per concludersi con la scomparsa del mal di testa.

Le emicranie rientrano fra i mal di testa più dolorosi e la musica può aiutare nella riduzione dell’intensità, frequenza e durata.

La psicologa Janet Lapp, dell’Università della California scoprì che le persone sofferenti di emicrania, grazie a uno speciale addestramento nell’uso della musica, delle immagini e del rilassamento, con due sedute di mezz’ora alla settimana per cinque settimane, avevano registrato nel successivo anno una riduzione media del mal di testa dell’83%; gli episodi inoltre erano stati più leggeri e di durata minore.

La Lapp scoprì inoltre che la musica consentiva di prevenire l’insorgere di un forte mal di testa, in chi aveva eseguito l’addestramento.

Uno studio polacco, condotto su 408 pazienti con forti mal di testa e problemi neurologici, ha mostrato come i pazienti che avevano ascoltato per 6 mesi musica da concerto, avessero meno bisogno di farmaci e antidolorifici durante gli attacchi di mal di testa.

Mary Scovel è una musicoterapista fondatrice di Health Harmonics, una nuova tecnica che cerca di individuare la “nota chiave” o nota dominante di un individuo, per fornire le frequenze necessarie con l’aiuto di una tavola dei suoni e di cuffie.

Lo stimolo chiave, dice, è un suono “non solo percepito attraverso le orecchie, ma sentito come una vibrazione in tutto il corpo e fa sì che i sintomi diminuiscano abbastanza a lungo perché il corpo cominci a curarsi da sé”.

Ruth, 48 anni, si è presentata allo studio della Scovel a Tahlequah, in Oklahoma con una anamnesi di grave mal di testa da emicrania e con sintomi che comprendevano nausea e vomito. Fin dall’adolescenza i dottori avevano attribuito le emicranie allo stress; col tempo la frequenza del mal di testa era aumentata tanto che il marito di rientro dal lavoro, aveva un giorno trovato la moglie distesa sul pavimento mente vomitava. Ruth venne portata d’urgenza in ospedale dove dopo una TAC (normale) e altri esami, i dottori attribuirono le sue emicranie alle allergie. La cura per le allergie alimentari, tuttavia, le causavano gonfiore così Ruth doveva prendere moltissimi farmaci come: ormoni per lo stress, Xanax, diuretici, e così via.

Ruth sperava che il suono e la musica potessero aiutarla. la Scovel le prescrisse due frequenze specifiche. Ruth ascoltò queste frequenze su cassetta insieme alla Sinfonia n 39 in Mi bemolle (K V543) e al concerto per Pianoforte n 12 in la maggiore (K. 414) di Mozart.

Dopo aver ascoltato i suoni a la musica per due settimane, Ruth smise di prendere i farmaci: le sue allergie alimentari e l’edema migliorarono e le emicranie diminuirono. La donna usa ancora la sua personale frequenza per ridurre lo stress e mantenere l’equilibrio. Don Campbell, Ibidem.

Anche io ho la mia personale frequenza…

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.