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Transfert p1.

Scoperto grazie alle pazienti isteriche, è inteso come l’insorgere di affetti buoni e cattivi, erotici e aggressivi, rivolti verso l’analista; tali affetti sono riferibili alle figure genitoriali, ovvero ai primi oggetti d’amore.

Nella situazione analitica si trasferiscono tutti i desideri rimossi, i conflitti, le angosce (specie se non sufficientemente elaborati nell’infanzia) sulla figura dell’analista stesso; queste esperienze si ripresentano nella relazione che viene a crearsi, pertanto, con l’analista.

Queste situazioni affettive infantili (che sono rimaste inelaborate), trovano spazio nelle relazioni umane e in particolare in quelle terapeutiche. Si può in tal modo ricreare nell’analista quel rapporto di dipendenza, gelosia, analogo a quanto vissuto e rimosso nell’infanzia, in relazione agli oggetti primari edipici.

Per transfert si intende quindi il trasferimento di desideri inconsci infantili nell’attuale delle relazioni e ella vita psichica del soggetto: “non è pertanto un fenomeno limitato al solo contesto analitico” (Mangini, E., 2001).

Se il transfert avviene all’interno della cura analitica, transfert stesso e analisi costituiscono una riattualizzazione della malattia all’interno della cura, e si ha una nevrosi di transfert, la cui risoluzione coincide con la fine della cura.

Con la scoperta del complesso di Edipo, il concetto di transfer è stato ampliato e connotato da sentimenti ambivalenti di odio/amore tipici della situazione edipica. Proprio nella situazione edipica, Freud mutuerà il concetto che possa esistere un transfert positivo (sentimenti d’amore) e uno negativo (sentimento di odio). Inizialmente il transfert era di ostacolo al lavoro analitico poi fu considerato necessario a quest’ultimo poichè la sua risoluzione è lo specifico del trattamento psicoanalitico per cui tutti i conflitti devono essere affrontati nell’ambito della traslazione.

Il transfert positivo implica che la relazione si fondi su sentimenti d’affetto verso il terapeuta, permettendo l’accettazione delle interpretazioni; il transfert negativo è caratterizzato da sentimenti di ostilità per cui la resistenza alla cura è difficilmente superabile.

Secondo Zeztel perchè si instauri una positiva relazione transferale è necessario aver vissuto una adeguata relazione uno a uno con la madre, ovvero con il primo oggetto d’amore. Il principio cardine del transfert è la coazione a ripetere per cui si ripetono esperienze relazionali inscritte nell’inconscio, dunque rimosse, che non hanno trovato adeguato soddisfacimento ed elaborazione psichica; il rivivere analiticamente queste esperienze consente quindi di superarle.

Essendo legato alla coazione a ripetere, il transfert all’inizio sarà inteso come capace di produrre una malattia artificiale, ovvero la nevrosi di transfert, è così che il transfert è anche legato al concetto di resistenza ovvero quanto più siamo vicini al materiale inconscio e infantile, più aumenta la resistenza. Se infatti un ricordo può accedere alla coscienza, questo viene ripetuto nel transfert perchè la coazione a ripetere è il modo più primitivo di ricordare. Quanto maggiore è la resistenza, tanto maggiore è la misura in cui il ricordare viene sostituito dal ripetere.

Continua.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.

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