Per una serie di motivi, mi sono imbattuta in questo video.
Lasciamo per un attimo da parte le questioni di gusto; qua si parla di sentire emotivo (corsivo mio, in letteratura il concetto è ancora poco indagato).
Durante il canto Mengoni piange; la commozione diviene tale da impedirgli di proseguire con il canto.
Riconosco nella gestualità del ragazzo, nell’analogico, il senso di sconfitta per una perdita; la perdita della speranza, l’attesa, il vuoto e la veloce presa di coscienza: ti (ho) voluto bene veramente.
L’uso del tempo passato.
Il suo sentire emotivo prende il sopravvento fino a fargli sentire le sue stesse emozioni.
Le emozioni si rigirano come onda e (s)battono sul cantante che diviene scoglio in balìa della situazione.
Sarà che mi sono trovata nella stessa identica situazione (ah no.. Avevo uno scomodo vestito e dei tacchi che erano, invece, scomodissimi), ma sento il sentire del ragazzo.
Siamo molto abituati (troppo) a costruzioni costruite talmente finemente, da celare l’umano fino a renderlo materia opaca alla sua stessa essenza; corpo esposto – certo- a riflettori, però, che sono essi stessi rifrazione di finzione.
Marco piange, si emoziona e poco conta se il pezzo è bello, brutto o commerciale.
Marco si emoziona di sentire sincero, quel sentire che mi fa ricordare di una cosa:
Ti voglio bene veramente.
“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio.