Archivi tag: mito

Le storie che ci appartengono – Psicologia della Famiglia – PODCAST

“Noi pensiamo per storie perchè siamo costituiti da storie, immersi in storie, fatti di storie”

Gregory Bateson

Le “tappe” del nostro “Viaggio nella Psicologia” che vi propongo oggi, ci faranno vivere per qualche minuto come personaggi di storie. Storie che partono da antichi miti. Perché in qualche modo noi tutti siamo parti attive nel racconto della nostra storia.

Narrazioni che partono da lontano e che in qualche modo condizionano il nostro presente e il nostro futuro.

Nel primo episodio vi parlerò più in generale del mito e della sua importanza per i contesti sociali, per le comunità, i gruppi e per i singoli individui.

Nel secondo episodio invece vi parlerò più nello specifico del “mito familiare” e dell’importanza che ha assunto nella comprensione dello studio del funzionamento psicologico delle famiglie dal punto di vista della Psicologia Sistemico Familiare e quindi dell’importanza che assume per ogni persona.

Buon Ascolto..

In Viaggio con la Psicologia – Spreaker Podcast
In Viaggio con la Psicologia – Spreaker Podcast

Storie miti e narrazioni transgenerazionali (puoi cliccare sul link per ascoltare l’episodio o potete trovarlo e ascoltarlo nella playlist del nostro podcast In Viaggio con la Psicologia. )

Seguici anche sul nostro canale YouTube @ilpensierononlineare

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
Pubblicità

La domanda più importante…

“La domanda più importante che dobbiamo porci è: quale mito sto vivendo?

Carl Jung
Photo by Ivan Drau017eiu0107 on Pexels.com

Ve lo siete mai chiesto?

I Miti. Storie di popoli e di famiglie.. | ilpensierononlineare

I miti familiari | ilpensierononlineare

dott. Gennaro Rinaldi

I miti familiari

Nel post di martedì abbiamo parlato più in generale del mito e della sua importanza per i contesti sociali, per le comunità, i gruppi e per i singoli individui. Oggi invece parleremo più nello specifico del mito familiare.

I Miti. Storie di popoli e di famiglie.. | ilpensierononlineare

Il mito familiare si potrebbe definire come quell’insieme di opinioni e idee comuni, condivise e sostenute da tutti i componenti del sistema familiare che delineano la natura delle relazioni tra i membri e i ruoli che caratterizzano i membri.

Questo insieme di idee e convinzioni, racchiuse nei miti familiari, hanno la particolarità di essere sostenuti e condivisi da tutti i membri della famiglia.

Secondo uno psichiatra e Terapeuta Familiare Byng-Hall, ai miti familiari possono essere associati tre tipologie di immagini: le immagini ideali (quelle a cui uno tende ad adeguarsi e si aspetta che lo facciano anche gli altri); le immagini di ruolo condivise (quelle condivise da tutti i membri della famiglia); le immagini di ruolo disconosciute (quelle ripudiate, proibite o disapprovate negli altri o a se stessi, sono caricate di ansia quando se ne parla). Secondo quest’autore i miti familiari sono proprio l’insieme di queste immagini di ruolo condivise, nelle quali tutti sono disposti a riconoscersi.

Il mito familiare reincarna tutti quei valori che hanno una funzione prescrittiva e alla quale tutti i membri della famiglia debbono attenersi in quanto sono vincolati da debiti morali e legami di lealtà nei confronti degli altri familiari. A questo modello di valori, ogni membro della famiglia si rivolge per dare un senso e un significato alle relazioni e al comportamento proprio e degli altri. Il mito quindi, in tal senso, può essere inteso come una lente che ci da un modo di vedere, decodificare e interpretare la realtà.

Un mito familiare una volta che è stato negoziato e accettato dai vari membri, diviene parte integrante del sistema e difficilmente verrà criticato o messo in discussione. Le tematiche che spesso vengono osservate e riscontrate nei miti familiari sono quelle legate: all’armonia familiare (in base al quale la famiglia è percepita come unita e in perfetto accordo); alla condivisione totale (tutte le informazioni sono condivise, tutti i membri sanno tutto di tutti); ai temi di negazione familiare (famiglie percepite come odiose e inesistenti o dove qualsiasi comunicazione è ritenuta impossibile).

Spesso e volentieri i miti familiari, nonostante tutto, sono valorizzati e difesi dai membri e tuto ciò che viene percepito come non in accordo con essi è distorto e “scacciato” all’esterno. Infatti, chi è parte integrante di un sistema familiare, non riesce a distinguerlo e definirlo come tale, perché “ci sta dentro” e quindi percepisce il mito come verità insindacabile. Per avere una visione una visione più concreta di esso, bisogna distanziarsi da esso e provare a valutarlo criticamente.

La funzione più importante del mito è quella di favorire la coesione del gruppo, creare un equilibrio omeostatico per la famiglia, fornire spiegazioni a comportamenti e a situazioni familiari. E questa funzione, per lo più, difensiva si attiva spesso quando ci sono “pericoli di trasformazione” e quindi squilibri dovuti a caos o alla rottura di alcune relazioni familiari. Secondo un altro autore, Stierling, i miti potrebbero essere considerati, in molte occasioni, proprio alla stregua di veri propri meccanismi di difesa, attivati dal sistema familiare per proteggersi da una realtà sgradevole, dall’angoscia del cambiamento che potrebbe rompere e mettere in pericolo l’unità familiare e quindi i valori su cui e fondata.

I miti familiari caratterizzano tutte le famiglie e quindi sono sostanzialmente utili, se adattivi alla crescita e al cambiamento. Diventano prerogativa, invece, delle famiglie disfunzionali, quando diventano rigidi, chiusi e incapaci di integrare in se le novità dei cambiamenti che possono rincorrersi durante tutto l’arco della vita familiare. Infatti tanto più un mito familiare è dogmatico tanto più si irrigidisce, facendo in modo che la percezione personale dei membri, diventi distorta e deformata fino alla creazione di pregiudizi che determinano in negativo le relazioni e disturbano la dinamicità delle relazioni interne che possono diventare statiche, ripetitive e immutabili.

In genere le famiglie che vogliono evitare sistematicamente ogni tipo di conflitto, hanno miti rigidi; mentre nelle famiglie in cui c’è una buona gestione dei conflitti, che non vengono ripudiati ma divengono costruttivi, agiscono miti più flessibili e funzionali.

Per concludere, i miti sono parte della storia familiare e nascono nel momento in cui si costituisce una coppia proiettata ad un futuro genitoriale. Ma i miti si incarnano nella società e nella cultura di appartenenza e si legano indissolubilmente ai miti delle generazioni delle famiglie della coppia che formerà una nuova famiglia. Quando questa integrazione di storie e di miti diviene armonica, allora la narrazione della nuova mitologia familiare sarà funzionale e quindi flessibile ai cambiamenti.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

I Miti. Storie di popoli e di famiglie..

Potremmo definire mito un insieme di storie (reali o legate alla fantasia) che vengono considerate come prove scritte, tramandate, o raccontate del significato dell’universo e dell’esperienza umana. I miti sono narrazioni fantastiche intrise di significato che possono raccontare, ad esempio, delle gesta e delle azioni sovrumane di qualche essere sovrannaturale. Sono impregnati della cultura in cui nascono e possono tramandarsi da generazione in generazione.

In genere alle storie mitologiche viene data grande importanza e valore dalla comunità, fino a diventare parte integrante della storia comune. I miti diventano quindi indispensabili perché chiariscono e rispondono a domande su problemi cruciali relativi all’esistenza della stessa comunità.

Edipo e la Sfinge

Potremmo concettualizzarli come spiegazioni di ordine soprannaturale che determinano e giustificano i costumi, le usanze e le norme caratteristiche di un gruppo sociale. I miti favoriscono l’unità e la coesione del gruppo e dell’intera comunità. Hanno una funzione omeostatica fondamentale per i gruppi umani.

Pensate che addirittura le nostre famiglie sono impregnate di miti e di storie che hanno elementi di realtà e di irrealtà. I miti familiari, trasmessi di generazione in generazione, attraverso il racconto e le narrazioni intra-familiari, custodiscono “gelosamente” eventi e personaggi che hanno un peso specifico nel racconto familiare.

Ma di quest’argomento parleremo domani..

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

“C’era una volta..” dal mito alla fiaba: l’importanza del racconto.

favole-640x413

Fonte Immagine “Google”.

L’essere umano fin dagli albori della sua storia, ha utilizzato il racconto per scandire e accompagnare il tempo che inesorabilmente, passava. Parole in successione che lentamente prendevano corpo, si agglutinavano sempre più fino a costruire racconti, miti e fiabe, che fin da subito hanno evidenziato la loro potenza.

Se da un lato il mito consisteva nella narrazione di qualcosa dall’origine e dalla localizzazione storica o geografica sconosciuta; la fiaba (consistente in storie che la maggior parte di noi conosce fin dall’infanzia), consente di ripercorrere, vivere e rivivere eventi straordinari, dalla risoluzione per lo più inaspettata.

favole-al-castello.jpg

Fonte Immagine “Google”

Analogamente a ciò che avviene in seguito all’emissione di un suono, quando le oscillazioni[1] lungo la direzione di propagazione dell’onda, trasmettono il proprio movimento alle particelle adiacenti (e queste a loro volta a quelle subito seguenti) fino ad avere un movimento che propagandosi crea un’onda sonora, le parole (che altro non sono che produzioni sonore), una volta liberate e trasmesse di bocca in bocca con il racconto, vivono di vita propria consentendo – ad esempio- tutti quei processi di identificazione con l’eroe o l’eroina di turno.

La fiaba ci parla utilizzando il simbolo, ovvero qualcosa “che sta al posto di”; qualcosa quindi che non potendo apparire nella sua totalità, si cela dietro un simbolo (ad esempio un’altra immagine, un altro suono) per trovare la sua massima espressione. Come la psicoterapeuta Verena Kast evidenzia, i simboli che incontriamo nelle fiabe parlano sia al singolo (alla sua personale esistenza), che alla collettività, facendo comprendere all’individuo che il problema non è solo “suo”, ma che può interessare una moltitudine di persone.

hqdefault

Fonte immagine “Google”

La fiaba trova largo uso in ambito terapeutico in particolar modo con i bambini, (ma non solo). Il potere terapeutico della fiaba risiede nel suo consentire di bypassare le difficoltà del canale comunicativo, consentendo a bambini anche più piccoli e/o che mostrano difficoltà nel comunicare, di raccontarsi/ raccontare/raccontarci.

Per concludere, non ci resta che riscoprire il piacere di abbandonarsi a una buona lettura: Cappuccetto rosso

POSTER-CAPPUCCETTO-margherita-1.jpg

Fonte Immagine “Google”

Dott.ssa Giusy Di Maio

[1] Oscillazioni: “spostamenti di atomi e molecole”.