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Tra passato e futuro

“Ci sono momenti nella vita in cui dobbiamo capire che il nostro passato è esattamente quello che è, e non possiamo cambiarlo, ma possiamo cambiare la storia che ci raccontiamo sul passato, e in questo modo possiamo cambiare il futuro”.

Eleanor Brown
immagine personale

dott. Gennaro Rinaldi

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Passato

“Il passato è quello che ci definisce. Possiamo cercare a torto o a ragione di sfuggirgli o di sfuggire alle brutture che contiene, ma ci riusciremo solo se gli aggiungeremo qualcosa di migliore.”

Wendell Berry
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Il passato ci definisce sicuramente e non sempre ci regala ricordi, sensazioni ed emozioni belle. I ricordi che ci portano dolore vanno affrontati, quelle ferite vanno curate prima che possano infettarsi e cominciare a provocare più dolore.

Prendersi cura delle proprie ferite e cominciare ad aggiungere qualcosa di nuovo, di migliore..

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

IL TEMPO DELL’INCERTEZZA

Il tempo è il protagonista nel bene o nel male della nostra esistenza, ma come facciamo a riferirci ad esso come a qualcosa di reale?

L’unica cosa ad essere reale è la nostra idea di tempo, perché il tempo non è altro che una concettualizzazione mentale di un qualcosa di astratto. È l’idea sostantivata che designa l’alternarsi regolare del giorno e della notte dovuto alla rotazione della terra sul proprio asse; un modo per definire quel fenomeno dell’invecchiamento che è di tutta la materia vivente e non; è un tentativo patetico dell’uomo di dare un senso e una regola a tutto ciò che pensa di conoscere.

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In virtù di tale definizione, mi sembra abbastanza evidente che la nostra paura di qualcosa di intangibile di cui conosciamo nulla o che ci illudiamo di conoscere almeno in parte e in qualche modo di controllare, è lecita. Anche e in particolar modo quando la nostra capacità e libertà di scelta nel presente ci viene preclusa da vincoli che possono essere di natura soggettiva o ambientale. In tal modo la nostra già sbiadita immagine del nostro presunto futuro svanisce, allora tutte le nostre convinzioni scandite da obbiettivi e previsioni cadono inesorabilmente, quindi abbiamo paura.

Questa paura deriva dal fatto che la stessa natura umana è portata a vivere disseminando per strada continui appoggi che si basano sulla nostra capacità predittiva, che a sua volta deriva dalla nostra esperienza; venuti a mancare tali appoggi che derivano quindi da una mancata attività esperienziale in quel campo, senza rendercene conto cadiamo nel baratro delle incertezze e quindi nel terrore verso l’avvenire.

L’uomo ha bisogno di certezze perché spesso senza di esse sopraggiunge l’ansia che prelude all’incertezza e allo sconosciuto. Se queste certezze non si possono avere spesso ci rivolgiamo alla fede o in qualunque cosa possa dare un senso al non senso.

Passato, presente e futuro nel bene e nel male sono persistenti nella nostra vita, sono caratterizzanti e significativi rispetto al nostro vissuto con il susseguirsi di problemi, opportunità e soluzioni.

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Ad esempio, un problema che caratterizza il futuro, nell’epoca che viviamo, risulta essere abbastanza comune nella generazione dei giovani molto sensibile alla attuale instabilità del sistema sociale, economico e sanitario mondiale.

https://ilpensierononlineare.com/2019/09/26/leta-in-divenire-ladolescenza-come-terra-di-mezzo-tra-linfanzia-e-la-vita-adulta/

La sorta di insicurezza nella quale ci troviamo a vivere può creare nevrosi collettive e individuali, che alimentano timori e paranoie nei singoli e nei gruppi che nel peggiore dei casi possono sfociare in estremismi verbali e comportamentali più o meno gravi che a volte condizionano moltissime persone e popoli interi.

Il problema del passato invece può avere un peso specifico più determinante. Ad esempio, un rifiuto e una negazione di esso, nella visione psicologica e psicoanalitica, potrebbe derivare da traumi più o meno gravi. Per trauma intendo inquadrare tutta una serie di situazioni che possono aver inciso in modo distruttivo sulle certezze, sulla morale, sull’esperienza e sulla coscienza dell’individuo inteso, ovviamente, nel suo contesto ambientale ed esperienziale. Il rifiuto del passato è sintomo di una carenza, di una mancanza che genera una falla in un sistema chiaramente precario.

Le nostre certezze riguardo il tempo si rivolgono unicamente al passato, in quanto tangibile e osservabile nell’ immenso scorrere dei fotogrammi dei nostri ricordi; il futuro non esiste in quanto esso è continuamente soggiogato dal presente che è l’attimo irrisorio che esiste e poi muore cedendo all’ incombenza del passato.

Enzo Avitabile feat Pino Daniele “E’ ancora tiempo” – Album “Black Tarantella”

“Finisce bene ciò che comincia male”

Dott. Gennaro Rinaldi

La memoria e l’indifferenza

La società contemporanea soffre di un male: l’indifferenza.

Indifferenza alla memoria, alla storia, agli eventi e alle loro conseguenze.

L’uomo contemporaneo nonostante l’expertise di secoli e di svariati eventi continua sistematicamente a persistere negli stessi errori a distanza di tempo.

La sua bramosia di potere politico ed economico spinta da un pizzico di eccessiva presunzione, mette a riposo la memoria di un recente passato ricadendo inevitabilmente nel vorticoso labirinto di un errore, dal quale non sarà facile uscirne.

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<< La maggior parte dei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente >> (Hosbsawm).

Questo potrebbe essere l’errore reale della nostra società?

I giovani perdono interesse nella memoria storica perché stanchi di una realtà già vissuta, già vista, già studiata, che non appartiene più al loro mondo impregnato fin troppo nel benessere e nella velocità.

Un mondo a parte, un’ isola felice in mezzo ad un mare sconosciuto e percepito come buio e profondo. Il mondo delle connessioni estemporanee, veloci, sintetiche. Un mondo in cui la percezione del tempo è relativa e confusa.

Quindi la sensazione è che la memoria storica sia diventata solo una grande cassaforte il cui contenuto è conosciuto solo in parte. Essa viene aperta solo quando è necessario per far cronaca. Il suo contenuto è troppo ingombrante e poco conveniente, lo si osserva da lontano, forse da troppo lontano e si dimentica troppo in fretta quello che si è visto.

Il futuro è in balia di una corrente che gira sempre in tondo.

Dobbiamo ricordare che Noi siamo attori protagonisti, autori del nostro futuro, ma soprattutto contenitori del ricordo e della memoria.