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Pallone & Psiche: 50 sfumature di emozioni

Giro di boa a cinquanta punti. Seconda a meno dodici. Impensabile, incredibile..

Nel mezzo del cammino di questo campionato e all’alba luminosissima di un nuovo anno ci stropicciamo gli occhi increduli e proviamo imperterriti ad accomodare la vista per avere la prova visiva e oggettiva di ciò che sta accadendo.

Il tifoso del Napoli sta vivendo questi giorni immerso in un mare magnum di emozioni crescenti, e pallide visioni di vecchi tormenti e paure, che ogni tanto tornano e vedono concretizzarsi in gelide e piovose sere di coppa.

Ma la realtà spesso supera l’immaginazione e i più fervidi desideri.

Eppure, se lanciamo uno sguardo alle nostre spalle, scorgiamo il ricordo dello stato d’animo del tifoso medio napoletano, nel periodo che precedeva l’inizio del campionato. Un umore altalenante e instabile.

Si galleggiava emotivamente e cognitivamente nell’ambivalenza estrema. 

Pallone & Psiche rubrica in collaborazione con il Blog di Giulio Ceraldi - "Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli"

Ma probabilmente era solo “pessimismo difensivo”, un atteggiamento adattivo che al tifoso napoletano,  permetteva di premunirlo e difenderlo da una possibile, ennesima delusione imminente. Una sorta di meccanismo di “controllo”, legato  all’anticipazione dei problemi e al controllo dell’ansia.

Forse quell’atteggiamento era il preludio ad una sorta di consapevolezza inconscia della potenzialità di un gruppo e di un progetto vincente. Allora piuttosto che inebriarsi di un pericoloso ottimismo “irrealistico” che avrebbe potuto far abbassare la guardia dinnanzi a possibili difficoltà e insidie future (già vissute, già viste) e quindi potenzialmente dannose per l’autostima, il tifoso ha deciso di far prevalere il più negativo pessimismo.  

Oggi forse ci stiamo risvegliando da quel torpore emotivo dovuto a quell’atteggiamento “preventivo” e a quella scaramanzia insita e caratteristica di buona parte di noi tifosi napoletani, che ci ha condizionato fino alla ripresa del campionato e addirittura fino alla partita delle partite.

Personalmente (e credo sia esperienza condivisa anche da altri), le emozioni che provo, in particolare post 5 a 1, vacillano tra incredulità, meraviglia, gioia e frenesia. E si sommano, ma crescendo pian piano, senza esondare (per il momento).

L’entusiasmo, che in questo momento è lo stato emotivo prevalente della squadra e dei tifosi, dovrà accompagnarci per il resto della stagione, perché permette all’autostima di crescere. L’entusiasmo garantisce anche la una maggiore e più efficace consapevolezza dei propri mezzi. Insomma l’entusiasmo è veramente come un carburante potente. Ma proprio perché l’entusiasmo ha il potere di inebriare e alterare gli stati cognitivi, c’è il rischio che diventi un’arma a doppio taglio e che alteri la percezione del pericolo e che abbassi il livello di attenzione.

Quindi meglio premunirsi con un po’ di quel pessimismo difensivo che ci ha caratterizzato nel recente passato; accogliamo l’ansia di ogni partita, anche quelle apparentemente più semplici, e utilizziamo il nostro entusiasmo bene, magari per riempire quei momenti di insicurezze e paure che ci accompagneranno fino alla fine di questo splendido viaggio.

Il calcio è una cosa seria! Il Napoli è una cosa seria!”

Leggi l’articolo anche su “Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli”.

Dott. Gennaro Rinaldi – Psicoterapeuta e tifoso del Napoli

 

Pallone&Psiche, rubrica a cura dei Dott.ri Giusy Di Maio e Gennaro Rinaldi (ilpensierononlineare | Riflessioni e sguardi non lineari sulla Psicologia) in collaborazione con “Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli”, a cura di Giulio Ceraldi.

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Obiettivi

“L’acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare”

Paolo Coelho

La nostra vita spesso ha un carattere frenetico e nella frenesia del quotidiano, sommersi dalle innumerevoli richieste della società, e delle nostre famiglie ci affanniamo per raggiungere obiettivi, spesso lontani e apparentemente irraggiungibili.

Ma una volta raggiunti scopriamo che la felicità, la soddisfazione e la gioia attesa, per il raggiungimento dell’obiettivo, è fugace e insoddisfacente.

Quando focalizziamo tutte le nostre aspettative e le nostre risorse solo ed esclusivamente sul successo, siamo destinati quasi certamente a fallire.

Photo by Engin Akyurt on Pexels.com

Bisogna confrontarsi sempre con i propri limiti e con le proprie reali aspettative (quelle nostre personali), non con quelle che ci vengono imposte direttamente o indirettamente dagli altri.

L’importante è riconoscere le proprie priorità e le proprie reali esigenze, per poi percorrere la strada più congeniale verso i nostri obiettivi, quelli che più desideriamo.

Il tempo, la fatica, il piacere della conquista, il brivido dell’imprevisto e la rassicurante risoluzione dei nodi, darà valore e soddisfazione agli obiettivi e ai successi raggiunti.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Psicologia e Alimentazione. L’Effetto rimbalzo – PODCAST

Chi non ha mai iniziato, nella sua vita, a fare una dieta per perdere peso?

In questa tappa del nostro viaggio assaporeremo il gusto delle tentazioni attraverso una breve analisi delle ricadute psicologiche e comportamentali che potrebbero avere le diete troppo restrittive e rigide.

Parleremo dell’Effetto Rimbalzo.

Buon Ascolto!

Psicologia e Cibo. L’Effetto Rimbalzo – In Viaggio con la Psicologia – Podcast Spreaker

Puoi ascoltare l’episodio del Podcast anche su nostro canale @ilpensierononlineare (su YouTube).

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“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Giornata Mondiale dell’Infanzia e Adolescenza. Il Diritto dell’Infanzia e dell’Adolescenza alla Salute Mentale

“Curare in modo sistematico, intelligente e paziente le infanzie infelici potrebbe essere determinante per la prevenzione di quei disturbi che recano un contributo fondamentale alla psicopatologia più tradizionalmente psichiatrica dei disturbi di personalità, alle dipendenze gravi da sostanze, da gioco e da sesso e alla criminalità giovanile e adulta. Quello che serve è evidentemente uno scatto culturale o uno scatto di civiltà.”

Luigi Cancrini – “La cura delle infanzia infelici (2012)

Nel Mondo a causa della povertà, dei conflitti e della crisi climatica più di 400 milioni di bambini vivono in aree di conflitto. Tra i 10 ei 16 milioni non possono tornare a scuola perché costretti a lavorare o a sposarsi. A causa dei matrimoni troppo precoci 22.000 bambine e ragazze muoiono a causa di gravidanze e parti.*

A causa della carenza di condizioni sanitarie, igieniche e alimentari bambini in diverse parti del mondo rischiano di perdere la vita.*

In Italia la situazione non è assolutamente rosea. Quasi un milione e quattrocentomila bambini vivono in una condizione di povertà assoluta. Ovviamente questa condizione di precarietà inficia gravemente pure sulla condizione psicologica dei bambini e dei ragazzi.

La condizione di precarietà in cui versano i minori in Italia è anche frutto di politiche spesso disinteressate alla condizione dei minori e ai loro diritti e quindi alla loro salute mentale.

L’impatto della pandemia e delle crisi (climatica, energetica, guerra), ha solo peggiorato la situazione.

Quest’anno l’attenzione di questa giornata, grazie all’UNICEF è in particolare rivolta al benessere psicologico e la salute mentale dei minori.

“Nel mondo il suicidio è la quinta causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni, la seconda causa in Europa: parliamo di quasi 46.000 adolescenti che si tolgono la vita ogni anno – più di uno ogni 11 minuti. Quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% di queste si sviluppa entro i 24 anni: la maggior parte dei casi però non viene individuata nè presa in carico. “

UNICEF ITALIA

Oggi più che mai l’attenzione alla salute psicologica deve diventare un presupposto essenziale per garantire un futuro più sereno alle nuove generazioni.

Il dolore, la sofferenza psicologica, ripetuti traumi e relazioni familiari complesse, maltrattanti, malate o violente, possono avere conseguenze devastanti per i bambini e per i ragazzi a livello psicologico ed emotivo.

Photo by cottonbro studio on Pexels.com

Vissuti traumatici, maltrattanti e distorti possono indurre cicatrici difficili da rimarginare. Se queste ferite non vengono curate il prima possibile possono portare a patologie psicologiche e mentali spesso gravi come disturbi di personalità e antisociali.

Purtroppo le ferite psicologiche subite negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, (anni fondamentali per lo sviluppo emotivo, dell’identità, per la formazione dell’autostima, dell’immagine corporea, per la formazione dei valori, del senso di sé e del rispetto degli altri) sono spesso le più profonde e quelle più difficili da guarire.

I traumi legati alle figure di attaccamento sono quelli più gravi, perché minano un elemento fondamentale che lega le relazioni e la sicurezza dell’individuo: la fiducia verso una figura di riferimento che istintivamente deputiamo alla protezione, all’accudimento alla rassicurazione. Questa ferita mina la sicurezza interna e la fiducia verso gli altri e verso se stessi.

La speranza è che la nostra società si liberi da questo meccanismo di difesa del “diniego” (che ne condiziona quello “scatto di civiltà” di cui parlava Cancrini), per cui nega che la questione della Salute Psicologica possa essere un problema, solo perché non accetta la possibilità che la mente si possa ammalare proprio come il corpo.

I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza passano anche dal diritto a poter avere l’accesso a servizi che garantiscono loro il Benessere Psicologico.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

*Dati e numeri diffusi da Save the Children

Respira.

Mi piacciono da sempre le isole.

Mi piacciono, tra le tante cose, per la loro indiscussa capacità di saper accogliere.

L’uomo d’isola porta impastato dentro di sé l’essere molo, pezzo di congiunzione tra la terra e il mare essendo egli stesso movimento perpetuo, costantemente aperto all’orizzonte.

I popoli di mare accolgono, facendo pochissime parole e molti fatti, nei limiti di quel che l’aria di sale, concede loro.

Granello dopo granello.

Mano a mano.

Prendere posizione su ciò in cui si crede -fortemente- è fondamentale poiché “fondante” dell’essere umano..

Certi esseri -però- possono non essere “umani”.

(Anche questo è un dato di fatto).

Respira.

Ciascuno, con la propria verità, si rende libero.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio

5 regole per iniziare al meglio la giornata – Benessere Psicologico e Psicologia Positiva

Secondo la Psicologia Positiva approcciarsi al mondo e alle nostre difficoltà con spirito positivo e ottimista, può aiutarci a superare le difficoltà e a diminuire il peso dei pensieri negativi e dello stress che ne consegue.

Prendersi cura di se stessi quotidianamente a partire dalla nostra Psiche è un buon modo per cominciare a stare meglio, quando le difficoltà ci sorprendono e ci assalgono.

Ecco 5 semplici regole per iniziare la giornata e per predisporsi positivamente al quotidiano. Un modo per affrontare lo stress e le difficoltà quotidiane.

5 regole per iniziare al meglio la giornata – Benessere Psicologico

Consultare uno Psicologo apre a nuove possibilità e prospettive spesso inaspettate.

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“Finisce bene quel ce comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Chi sale?

“Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta.”

Margaret Mead

Ci sono momenti e situazioni dove il contributo responsabilmente pensato del singolo è decisivo ai fini dell’esito. Non esistono alibi.

Scegliere di non agire e dare il proprio contributo, non è una “non scelta”, è scegliere di non agire il proprio diritto a poter esprimere il proprio parere.

Gatto ANTIFA

Daniele Silvestri – Caparezza – La guerra del sale

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi