Stasera il salotto di casa mia si è trasformato più o meno nel video di Michael…
Certo.. non ci sono zombie e affini (forse).. e la mia qualità da ballerina è quasi sicuramente discutibile ma.. sono stanca, stanchissima e più sono stanca e più ballo e più ho voglia di fare (in napoletano il termine descrittivo è ragazza con l’arteteca).
Ora..il senso qui non è discutere sulle mie prodezze da Carla Fracci o da Shakira.. quanto ritornare sulla solita parolina magica a cui continuo a dare importanza: Cura.
So che forse qualcuno si sentirà annoiato nel vedere rimarcare il “solito concetto” ma.. se la Doc insiste.. un motivo ci sarà.
Nessuno potrà mai prendersi cura di noi se prima di tutto noi non ci prendiamo cura di noi stessi e accusare continuamente l’altro di esserci indifferente, di essere aggressivo o menefreghista nei nostri confronti.. cela molto probabilmente un meccanismo proiettivo in cui le “mie insicurezze” vengono escluse dalla coscienza e relegate nell’altro che diventa, di fatto, serbatoio delle “mie mancanze”.
Ricordiamoci di irrigare il nostro piccolo orto; teniamolo idratato quotidianamente anche – soprattutto- quando la stanchezza prende il sopravvento perché mantenere una buona tonicità, idratazione e pulizia del nostro spazio, aiuterà quando – per forza di cose- la siccità sarà presente.
“Infondere e mantenere la speranza è di importanza decisiva in tutte le psicoterapie”.
Irvin D. Yalom.
Dott.ssa Giusy Di Maio.