
Il caso clinico che condivido oggi è piuttosto complesso e particolare, motivo per cui l’indecisione sul procedere o meno, con la scrittura, è stata piuttosto forte fino alla fine.
E’ compito del clinico proteggere il cliente nel mentre si condivide la propria esperienza clinica con i colleghi e si fa, ancora, un resoconto a terzi per procedere con l’attività di promozione del benessere psicologico.
In accordo, quindi, con quanto espresso dal Codice Deontologico degli Psicologi (ART.4,9,11,17,28,segreto professionale e dalla tutela del cliente ) condivido la storia di un giovane uomo che chiameremo Salvo.
Buona lettura.
Salvo mi contatta perché non riesce a gestire continui dolori che sente ovunque nel corpo. Ha strane sensazioni, formicolii incessanti che non lo fanno dormire né stare sereno durante il giorno, cedimenti muscolari (così lui li definirà durante la consultazione) e continua sensazione come di “essere in un frullatore”; un frullatore che sembra voglia sbriciolargli le ossa.
Durante la telefonata il tono del giovane è molto frettoloso; Salvo sembra voler già durante la nostra prima telefonata, metter fine alle sue sofferenze. E’ veloce nell’eloquio ma molto schematico e minuzioso tanto da doverlo stoppare per ricordargli che “di questo, parleremo nel nostro incontro”.
Nei giorni seguenti mi capiterà di pensare diverse volte a quella voce “veloce e schematica”, andando incontro a ciò che dai miei studi, so essere la fase delle fantasie del clinico (come Carla Candelori, ricorda); quell’importantissima zona di collegamento (fatta dalle fantasie stesse) che separa il clinico dall’incontro con il suo paziente.
Salvo giunge in consultazione; è un ragazzo molto alto e atletico, ha grosse spalle, braccia molto lunghe è ben proporzionato e vestito; ha il viso da classico bravo ragazzo. I movimenti del corpo di Salvo sono lenti a tratti meccanici poi d’improvviso veloci e convulsi. C’è qualcosa di stranamente affascinante ma al contempo vibrante, negli occhi del ragazzo. E’ una sensazione strana quella che proviene dalla persona che sta seduta dall’altra parte della scrivania, è quasi come se qualcosa prima o poi, salterà fuori…
“Ecco Dottoressa, questo mi succede. Sento che il mio corpo non risponde a quello che gli chiedo. Sti dolori poi… le ossa Dottoressa… sento le ossa che mi pulsano dentro; lo so che le ossa non pulsano mica sono scemo… però sento come non lo so.. qualcosa dentro che si sta sbriciolando”.
D’improvviso la parola ossa, mi riporta ai miei studi di citologia. Le ossa formano il sistema scheletrico. Sono formate dal tessuto osseo, ovvero un tessuto dall’alta concentrazione di minerali, caratterizzato da notevole durezza e grande resistenza meccanica, con funzioni connettive e di sostegno. Le ossa hanno forme, densità e dimensioni diverse. Le ossa hanno diverse funzioni: molto brevemente, costituiscono la riserva e il deposito di minerali come calcio, fosforo, sodio; Il midollo osseo in loro contenuto ha la facoltà di produrre le cellule del sangue; Danno forma e sostegno alle parti del corpo da cui sono formate; Grazie all’interazione con i muscoli e i tendini consentono il movimento degli arti; Hanno fondamentali funzioni protettive (si pensi all’importanza del cranio nella protezione del cervello); Danno supporto e stabilità anche in mancanza di movimento.
Salvo mi sta in sostanza dicendo di sentire la sua impalcatura non solo vacillare, ma anche non rispondere ai “suoi comandi”; sente -inoltre- che qualcosa dall’interno si sta sbriciolando.
Sente che il suo sostegno, lo sta abbandonando senza un minimo di preavviso.
Salvo è un uomo intelligente, la sua cultura è disarmante; ha voglia di mettersi in gioco e di capire che cosa -da dentro- lo sta abbandonando.
La qualità del pensiero, però, comincia ad essere sempre più eccentrica. Recenti eventi nella vita dell’uomo (insieme ad eventi passati della sua esistenza), metteranno a dura prova l’aderenza alla realtà di Salvo.
L’esordio psicotico (FEP – First Episode Psychosis) avviene in genere prima dei 30 anni, l’insorgenza in età adolescenziale, con esordio prima dei 18 anni, è stimata del 18% (Davi, 2014). Anche se può presentarsi come un evento apparentemente improvviso, ci sono (come Salvo ben mostra), fasi prodromiche che hanno una durata media di 5 anni durante le quali avvengono una serie di cambiamenti e anomalie psicologiche e comportamentali.
Una sera Salvo decide di scavare tra le sue 206 ossa, nella speranza di trovare questo qualcosa che da dentro, lo stava mangiando e sbriciolando.
Salvo prende un coltello e comincia a scarificarsi con una forza indicibile. La famiglia (fino a quel momento blando ma caotico orpello nella vita del giovane), riesce a chiamare abbastanza prontamente i soccorsi.
Quando vedrò Salvo, avrò la sensazione di vedere non più il corpo di quel giovane atletico del primo incontro; vedrò innanzi a me tutte le 206 ossa parlanti.
“Finalmente mi vedo, Dottoressa.
Finalmente mi vedono.”
“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio