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Psicologia. Comunicare e metacomunicare – (P. Watzlawick – II Assioma) – PODCAST

Con questa tappa torneremo a viaggiare attraverso i canali della comunicazione umana. Continueremo quindi a percorrere la strada già intrapresa con l’episodio di qualche giorno fa “Psicologia. L’importanza della comunicazione. (P. Watzlawick I assioma)”. Parleremo, infatti, del secondo assioma della comunicazione umana di Watzlawick.
Buon Ascolto..

Psicologia. Comunicare e metacomunicare – (P. Watzlawick – II Assioma) – PODCAST – In viaggio con la Psicologia

“Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi meta-comunicazione”

Paul Watzlawick

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“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
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Psicologia. L’importanza della Comunicazione (P. Watzlawick – I Assioma) – PODCAST

Il termine comunicare anticamente significava “mettere in comune”. Poi nel corso del tempo il significato si è evoluto in: far conoscere, far sapere, divulgare, diffondere, rendere partecipe di un sentimento.

Si può comunicare a parole (comunicazione verbale) o con i gesti, attraverso le nostre espressioni del viso e la postura del corpo (comunicazione non verbale).
Possiamo persino comunicare stando semplicemente in silenzio.
Insomma.. come direbbe Paul Watzlawick: “Non si può non comunicare“.
Buon Ascolto.

Psicologia. L’importanza della Comunicazione (P. Watzlawick – I Assioma) – PODCAST – In viaggio con la Psicologia
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“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Relazioni patologiche: La Teoria del Doppio Vincolo di Gregory Bateson – PODCAST

Con la nostra prossima tappa ci spingeremo ai confini della comunicazione e dell’interazione umana e scopriremo un tipo di comunicazione paradossale che può determinare una relazione patologica e quindi essere l’innesco per una psicopatologia individuale.

Bateson intende per Doppio Vincolo (Doppio Legame) una comunicazione interpersonale paradossale caratterizzata da segnali incongrui e contraddittori che mettono il destinatario del messaggio in una condizione di profondo dilemma.
Buon Ascolto..

Relazioni Patologiche – La Teoria del Doppio Vincolo di Gregory Bateson – Podcast – In Viaggio con la Psicologia
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“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

La Comunicazione

La comunicazione si può definire come uno scambio di informazioni e significati tra due o più individui, che hanno intenzionalità reciproca nel condividere e costruire un’informazione attraverso dei sistemi simbolici convenzionali di riferimento.

La comunicazione, quindi, nasce dall’interazione e produce significati; è un’attività sociale che caratterizza ogni essere umano e contribuisce a formare e consolidare il nostro senso di identità.

Un primo approccio “matematico” alla comunicazione, quello di Shannon e Weaver (rappresentato nella figura sotto), intendeva la comunicazione come un processo lineare, in cui non è tanto rilevante il contenuto del messaggio, che passa decisamente in secondo piano.

Nello schema di Shannon e Weaver è possibile osservare che un segnale (messaggio) passa dal mittente, attraverso un trasmettitore, al destinatario, attraverso un recettore, lungo un canale fisico (supporto materiale). Il messaggio, in sostanza, deve essere codificato da chi lo emette e decodificato da chi lo riceve.

Modello Comunicazione di Shannon – Weaver – (fonte google)

Il contesto, in cui avviene la comunicazione, in questo modello, gioca un ruolo poco importante. Sono previsti, però, dei “rumori” (fattori di disturbo) lungo il canale, che possono disturbare la trasmissione corretta del messaggio.

Inoltre, bisogna che ci sia un feedback (segnale di ritorno) per segnalare che il messaggio è arrivato a destinazione.

Il difetto di questo modello è che riduce di tanto la complessità della comunicazione umana. Si danno per scontato quelli che sono i processi di interpretazione, l’ambiente, la cultura, il contesto comunicativo e gli eventuali problemi psicologici, di chi comunica.

Non molto tempo dopo, l’approccio relazionale di Paul Watzlawick (1971) descriverà la comunicazione come un processo di interazione tra due o più persone. La vera svolta però sarà il primo assioma della sua “pragmatica della comunicazione“.

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Egli ritiene infatti che non si può non comunicare; in una interazione è impossibile non comunicare nulla. Quindi per comunicare non c’è bisogno dell’intenzione. L’interazione è un sistema aperto che consente la possibilità di perturbazioni della comunicazione.

La comunicazione si basa secondo Watzlawick, su cinque assiomi che descrivono proprietà semplici della comunicazione; tali proprietà hanno fondamentali implicazioni
interpersonali.

  • Non si può non comunicare.
  • Ogni comunicazione ha due livelli: uno di contenuto e uno di relazione, quest’ultimo ha valore metacomunicativo, perché classifica e contestualizza il primo.
  • La natura della relazione dipende dalle punteggiature delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti.
  • Gli esseri umani comunicano sia in modalità numerica (digitale) sia in modo analogico (verbale e non-verbale).
  • Gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari.

Per approfondire, ecco due articoli sul primo e secondo assioma della comunicazione.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Relazioni che ammalano, relazioni che guariscono..

” Di relazioni ci si ammala, di relazioni si guarisce.”

Patrizia Adami Rock
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Noi nasciamo in un sistema di relazioni (la famiglia) e viviamo la nostra vita circondati da relazioni. Queste possono farci ammalare, oppure possono farci star bene.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

La trigenerazionalità

“Noi pensiamo per storie perchè siamo costituiti da storie, immersi in storie, fatti di storie”

Gregory Bateson

Ogn’uno di noi, ogni famiglia ha una propria storia, una propria “cultura familiare”, che si tramanda di generazione in generazione.

Ogni generazione ha un legame diretto con le generazioni precedenti, da cui dipendono in qualche modo. La trasmissione intergenerazionale avviene attraverso il passaggio di tutta una serie di insegnamenti, tradizioni, valori, comportamenti.

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Il processo di trasmissione può avere degli intoppi dei “nodi” che dipendono proprio dal modo in cui sono state affrontati i compiti di sviluppo, gli eventi critici e i processi di differenziazione e di separazione. Se questi eventi, per qualche motivo, non sono stati superati, risolti o elaborati, diventano l'”aspetto nodale” che viene riproposto come vincolo o obbligo ad ogni generazione successiva. Se invece vengono elaborati e superati, saranno anche compresi e quindi il passaggio intergenerazionale favorirà la crescita.

“Quando le generazioni precedenti non riescono a trattare i sentimenti di colpa di vergogna, di scacco, di perdita irreparabile connessi a tali difficoltà del vivere, facilmente trasferiscono tale incapacità sulle generazioni successive […] Per pensare, sentire, agire come persone, bisogna essere stati fiduciosamente attesi..”

Vittorio Cigoli

La trasmissione intergenerazionale riguarda anche il passaggio di “eredità” positive. Infatti, se il legame familiare sarà improntato sulla fiducia, sul rispetto, il riconoscimento dell’altro e sull’empatia, allora i membri della famiglia ne trarranno grossi benefici, perché saranno risorse positive da utilizzare nelle relazioni future.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Copioni Familiari..

“Nascere è come venire catapultati in un libro già popolato di personaggi e di storie, è come stabilire un contatto con una realtà le cui regole sono già parzialmente scritte. La nostra presenza creerà delle modifiche alla trama, anche al finale, ma non saremo mai in grado di separarci dalle pagine che precedono la nostra entrata in scena e saremo inevitabilmente influenzati da queste pagine di cui siamo figli.”

Maurizio Andolfi
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Le trame invisibili delle nostre storie familiari legano con fili sottilissimi le storie delle generazioni passate con quelle del futuro. Ogn’uno è attore, suo malgrado, del proprio copione familiare e insieme agli altri attori della sua famiglia sarà parte integrante di una narrazione (con relativa “messa in scena”) coerente con rituali, credenze e comportamenti e della propria storia familiare. Trame narrative intessute dalle generazioni precedenti, ma con una grande influenza per il presente e per il futuro.

La domanda potrebbe essere questa: quanto è coerente con il vostro “personaggio” con il vostro “copione familiare”?

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi

Comunicare e meta-comunicare.

“Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi meta-comunicazione”

Paul Watzlawick

Questo è il secondo assioma della comunicazione di Paul Watzlawick (“Pragmatica della comunicazione umana“).

Il primo assioma postulato da Watzlawick recità così: “Non si può non comunicare” (ne parlai, tra gli altri, in questo post un po’ di tempo fa Comunico ergo sum | ilpensierononlineare).

Immagine google

Cosa voleva dire Watlawick con il secondo assioma? In effetti questo enunciato sintetizza in maniera estremamente efficace due caratteristiche essenziali della comunicazione umana. In ogni comunicazione esiste un aspetto che riguarda il contenuto (la notizia contenuta nel messaggio espresso) e un aspetto di “comando” che riguarda essenzialmente il tipo di messaggio che viene espresso (definisce la relazione tra i comunicanti, una “cornice relazionale”).

Watzlawick sostiene che in genere le relazioni sono definite consapevolmente, per quello che sono, solo raramente. Sembra infatti che una relazione più è spontanea e “sana” tanto più l’aspetto relazionale della comunicazione tende a stare sullo sfondo. Nelle “relazione malate” invece l’aspetto “relazionale” prende il sopravvento, perché c’è una continua lotta, tra i comunicanti, per definirlo, ma l’aspetto di “contenuto” passerà in secondo piano e diventerà sempre meno importante.

In tutte le comunicazioni c’è quindi un rapporto molto stretto tra l’aspetto di contenuto (notizia) e quello di relazione (comando). “Il primo (contenuto) trasmette i dati della comunicazione, il secondo il modo in cui si deve assumere tale comunicazione (ad es: Questo è un ordine! – Sto solo scherzando, tranquillo.. questi sono esempi verbali di comunicazione sulla comunicazione) . Le informazioni sulla natura della relazione definiscono e caratterizzano il contenuto del messaggio, sono quindi di un tipo logico più elevato: sono quindi Meta-informazione (Meta-comunicazione – sono informazioni sull’informazione).

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Anche il contesto fisico, in cui ha luogo la comunicazione, può definire il livello di “relazione”; sarà diversa una conversazione fatta con degli amici al bar, da quella fatta in famiglia oppure a lavoro. Ovviamente una comunicazione in cui c’è confusione tra il livello di contenuto e di relazione ci possono essere dei problemi e confusione.

Watzlawick infine sottolinea il fatto che la capacità di Metacomunicare nella maniera giusta è la conditio sine qua non della comunicazione efficace ed è strettamente collegata con la capacità della persona di aver consapevolezza di sé e degli altri.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi