Ho sempre trovato affascinanti le rocce e ogni volta che posso, le osservo, le “studio”, le manipolo.
Una roccia è un aggregato solido naturale di minerali o mineraloidi (si tratta, in questo caso, di un materiale che non corrisponde alla definizione di minerale).
Nella maggior parte dei casi, le rocce, hanno una composizione polimineralica (composte quindi da molti tipi di cristalli minerali) ma abbiamo anche rocce monominerali (composte da cristalli di un singolo minerale).
Come facciamo a fare l’identikit di una roccia?
Dobbiamo fare un’analisi petrografica, un terminone che indica la possibilità di fare delle sezioni sottili della roccia usando un microscopio petrografico (cioè un microscopio che illumina questa sottile sezione utilizzando una luce polarizzata trasmessa).
Lo so… stai cercando di capire il mio inconscio dove vuole finire…
Aspetta… e -se ti va- seguilo insieme a me…
Le rocce possono essere:
Ignee: in maniera (troppo) breve, dirò che si tratta di di rocce che si formano per solidificazione del materiale fuso.
Sedimentarie: si formano a bassa temperatura e pressione sulla superficie terrestre mediante il consolidamento (diagenesi) dei sedimenti, dopo che sono stati trasportati e depositati/accumulati dall’acqua, dal vento o dal ghiaccio in un bacino.
Metamorfiche: derivano da cambiamenti nel tempo dei fattori ambientali (pressione, temperatura, composizione dei fluidi) di una roccia precedente (denominata protolite) rispetto al suo stato iniziale. Il metamorfismo si verifica al di sotto della superficie terrestre, quando il protolito si trova in un nuovo ambiente e subisce cambiamenti sia fisici (cioè strutturali) che chimici. Il metamorfismo è un processo molto lento, che richiede tempi geologici per permettere ai nuovi assemblaggi minerali di formarsi e di equilibrarsi alle condizioni metamorfiche.
L’essere umano è un po’ come una roccia metamorfica; non è passivo spettatore dell’ambiente che lo circonda ma interagisce e agisce con e su esso: si tratta di uno scambio che è un processo attivo e circolare.
Siamo costantemente esposti (che ne siamo consapevoli o meno) a processi che agiscono dentro -e fuori- di/da noi; la nostra temperatura, la nostra pressione e i nostri fluidi sono continuamente in variazione/movimento.
La stasi non è condizione naturale -pertanto- nemmeno condizione umana.
Buona parte delle psicopatologie contemporanee ha infatti inizio in una stasi che la persona “si impone”. Hikikomori (persone che decidono di ritirarsi completamente dalla vita sociale, chiudendosi in una stanza della loro casa .Nei casi gravi non escono nemmeno per andare in bagno, ma lasciano i propri bisogni fuori dalla porta della stanza); disturbi di ansia generalizzata, panico e fobie, ne sono grandi esempi.
Anche la psicoterapia è un processo metamorfico lento e persistente.
Un processo implica un avanzamento, una successione di fenomeni (qui condivisa), uno scambio attivo in cui nel momento presente della situazione terapeutica, paziente e terapeuta modificano qualcosa di sé pur conservando -analogamente alle rocce- sottili lamelle della propria forma originaria.
Siamo fatti di strati; siamo sovrapposti, certo… ma non del tutto schermati dalla possibilità di sfaldarci.
Cosa può accadere allora?
Diventiamo sabbia (e anche di questa, ne ho passione) una roccia sedimentaria clastica, che proviene dall’erosione di altre rocce.
La sabbia non è ben vista; si dice si “attacchi”, da fastidio.. a certi prurito… te la trovi nei posti più assurdi del costume (per chi lo usa).. e anche se spazzi come un ossessivo compulsivo, anche dopo settimane la trovi sempre da qualche parte, sul pavimento…
Siamo come le rocce, portatori pluristratificati di storie con la possibilità di diventare sedimento che persiste senza insistere (quindi esiste) e come la sabbia, abbiamo possibilità di lasciar nostra traccia…
Prenditi cura dei tuoi strati e se ne hai bisogno, chiedi aiuto.
“Finisce bene quel che comincia male”.
#PromozioneDelBenesserePsicologico
Dott.ssa Giusy Di Maio.
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