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Personalità, Salute e Qualità di Vita.

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Il termine personalità affonda le sue radici nel latino “persona”; termine che indicava la maschera dell’attore teatrale.

La maschera del teatro ha (tra le altre) una caratteristica che è quella della fissità. Proprio il concetto di fissità è stato ripreso e fatto proprio dalla psicologia classica che ha visto nella personalità “la funzione psichica con la quale e grazie alla quale un individuo si considera come un Io unico e permanente”.

La personalità si presenta pertanto come una struttura fissa, portante, che si può caratterizzare, definire e riconoscere rivedendo nella fissità che la caratterizza un modo per prevedere un comportamento coerente e costante proprio del suo repertorio di base. Il concetto evidenzia un punto: se la personalità è qualcosa di fisso allora posso aspettarmi un certo tipo (repertorio) di comportamenti (analogamente a quanto avveniva in teatro dove una certa maschera indicava un certo repertorio comportamentale, atteggiamenti, espressioni e modo di atteggiarsi e relazionarsi, tanto che il pubblico poteva facilmente prevedere una certa risposta della maschera stessa).

La personalità può essere definita come “l’organizzazione dinamica degli aspetti affettivi, cognitivi e conativi (pulsionali e volitivi), fisiologici e morfologici dell’individuo”.

La finalità sociale dell’intervento per le professioni si aiuto (specie in ambito sanitario), è legato alla prevenzione e – soprattutto- alla valutazione delle condizioni di benessere e di salute individuale e collettiva, dove la salute è intesa non come condizione assoluta ma come equilibrio ed ottimale qualità di vita della persona e del gruppo. Lo psicologo deve pertanto (per la sua posizione professionale e sociale), essere in grado di definire la personalità nei suoi aspetti strutturali per coglierne successivamente le potenzialità e con essa la possibile qualità di vita ottimale.

E’ proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità a definire la qualità di vita come “la percezione di ciascun individuo del proprio benessere in rapporto alla propria cultura, al contesto sociale in cui vive, alle sue aspettative, alle sue preoccupazioni”.

La salute pertanto non è assenza di malattia, ma coincide nella qualità di vita con l’equilibrio e il benessere in cui si raggiunge “trasparenza”, in cui in sostanza non si avverte alcuna presenza interna o esterna che sia fonte di disagio, sofferenza o estraneità.

“Finisce bene quel che comincia male”.

Dott.ssa Giusy Di Maio.

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