“Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”.
Oscar Wilde
Uno dei principali problemi che possono avere le persone “costrette” ad un regime alimentare restrittivo (una dieta), è che se si cade in tentazione, dopo giorni e settimane di rigide privazioni, si è più inclini all’abbuffata. Diversi studi hanno infatti dimostrato che le persone che sono convinte di aver in qualche modo infranto le regole rigide della propria dieta (cedendo ad una tentazione), saranno più inclini a perdere l’autocontrollo e quindi abbandonarsi ad una scorpacciata (“tanto ormai ho già ceduto con quel dolce; oggi è andata così, tanto vale godermi il resto delle pietanze”).
Alcuni regimi alimentari prevedono la completa abolizione di alcuni alimenti e cibi che consideriamo tra i nostri preferiti. Nel momento in cui vi rinunciamo la nostra mente svilupperà un desiderio profondo nei confronti di quegli alimenti, fino a sognarli di notte. La preoccupazione per il cibo è l’inevitabile conseguenza di ogni dieta.
Questo fenomeno è detto “effetto rimbalzo” e si può verificare ogni volta che, sopprimendo un pensiero, ne incrementiamo automaticamente la ricomparsa, anche se indesiderata.
Quindi ciò fa pensare che tutti i tipi di proibizioni rigide, non hanno un effetto realmente positivo sul corretto mantenimento di un regime alimentare sano, ma paradossalmente fanno da effetto boomerang. Non appena l’alimento viene proibito il desiderio nei suoi confronti aumenta moltissimo. Chi usa la strategia delle restrizioni per perdere peso finisce per consumare quantità maggiori di cibi proibiti.
Quindi pare necessario un equilibrio, concentrarsi su ciò che piace del proprio corpo, mettendosi obiettivi realistici e non pretendere cambiamenti troppo repentini. Introdurre cambiamenti costanti, semplici e graduali, senza rinunciare e abolire intere categorie di alimenti preferiti è il modo migliore per favorire una perdita di peso duratura (è escluso da questo discorso ovviamente chi ha patologie o intolleranze alimentari, tali da dover per forza eliminare alcuni alimenti).
“Finisce bene quel che comincia male”
dott. Gennaro Rinaldi
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