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L’amore è cieco?

L’amore è cieco. Pare proprio di si, o almeno in alcuni casi.

Alcuni psicologi ricercatori dell’Università del Texas hanno chiesto a 167 coppie di fidanzati quanto tempo era passato della prima volta che si erano incontrati al primo appuntamento. In base alle risposte avute da queste coppie, i ricercatori hanno scoperto che i partner che si conoscevano da tempo, esprimevano giudizi molto personali sull’aspetto fisico del proprio partner.

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Sembra, pertanto, (secondo questa ricerca) che quando il primo appuntamento e il primo bacio sono preceduti da una conoscenza graduale, l’avvenenza dell’altro sarà giudicata in maniera diversa e sicuramente differente dai parametri estetici comuni.

Nei casi in cui le coppie si sono formate dopo un periodo precedente di conoscenza ( amicizia, conoscenza, colleganza) l’opinione che ci si fa dell’altro, in base ai tanti parametri avuti a disposizione nel periodo precedente, condizionerà anche la valutazione dell’aspetto fisico. L’altro quindi risulterà più attraente di quanto possano giudicarlo altre persone.

Voi siete mai stati influenzati nel giudizio sull’aspetto fisico e l’avvenenza del vostro partner dall’opinione che vi siete fatti di lui/lei?

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
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Non ho scelta?

Immagine Personale.

Il libero arbitrio esiste davvero?

Secondo studi recenti il libero arbitrio non è pura e semplice illusione. Questa conclusione nasce da tutta una serie di ricerche condotte su ciò che prende il nome di “prontezza motoria”, ovvero, l’inizio dei movimenti volontari che scaturiscono in seguito ad attività cerebrale che inizia circa un secondo prima che il gesto stesso inizi, ovvero, prima del momento in cui decidiamo consciamente di eseguire il movimento.

Questo fenomeno è stato interpretato come la prova che la decisione viene presa da processi neurali inconsci (fuori dal nostro controllo) indicando invece la percezione dell’intenzionalità come una illusione prodotta a posteriori dai nostri meccanismi mentali.

In seguito, però, ad un lavoro pubblicato sui “Proceedings oh the National Academy of Sciences”, da Matthias Schultze-Kraft, dell’Università di Berlino, il libro arbitrio è tornato alla ribalta.

Il ricercatore sostiene di “aver verificato se i partecipanti riescono a vincere un duello contro una interfaccia cervello- computer che prevede i loro gesti leggendo l’attività cerebrale inconscia che li precede”.

L’esperimento consiste nella seguente situazione:

Il soggetto impara a premere più volte un pedale e a bloccare il gesto se vede una luce rossa accendersi. Quando la macchina avverte che il piede si prepara inconsciamente a muoversi (essendo il soggetto provvisto di elettrodi), può accendere la luce; se la scelta del soggetto fosse irrevocabile egli stesso non riuscirebbe a fermare l’azione. Le ricerche hanno invece mostrato altro.

Spesso accade che il soggetto riesce con uno scarto di 200 millisecondi, ad interrompere il movimento. Questo studio ha dato prova dell’importanza dell’intenzionalità.

L’intenzionalità e la volontà hanno molto più spazio di quanto i ricercatori avevano in precedenza, immaginato.

L’attività inconscia prepara il gesto, ma la volontà può fino alla fine, modificare la decisione; volontà che riesce persino a battere il potere dell’intelligenza artificiale.

La volontà e la possibilità di scegliere restano i nostri migliori alleati.

“Finisce bene quel che comincia male”

Dott.ssa Giusy Di Maio.