La nostra prossima tappa ci permetterà di viaggiare in quella parte della nostra mente dove persistono i ricordi. Memorie di Immagini, odori, sapori, sensazioni.. suoni.. emozioni.. ricordi, che si intrecciano e danno vita alla nostra memoria autobiografica, ma anche alla memoria collettiva e storica. Come possono intrecciarsi la memoria autobiografica e la memoria storica? Scopriamolo insieme.. buon ascolto!
Intrecci di Memoria: autobiografica e storica – Podcast – In viaggio con la Psicologia
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“Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi.”
Gino Strada.
Le mie magliette, le manifestazioni, gli articoli di giornale e quel sogno… rimasto un po’ così..
Il clima di oggi – blandamente autunnale- (cosa che non mi rende felice), mi riporta alla mente ricordi.
Non sopporto le nuvole, oltre al mal di testa mi sanno di malinconia (inoltre ho già fatto cadere una caterva di cose)..
Oltre a questi dettagli bizzarri è accaduto però, un fatto..
L’inaspettato profumo di natura bagnata, mi ha riportato alla mente la mia amata Baviera.
Ho deciso di condividere con voi qualche foto “non altrimenti specificata”; è estate, non sono in vacanza e la voglia di tornare a viaggiare si fa ogni giorno più pressante.
Le famose strade del caso ci portarono a Monaco di Baviera (la prima volta più di 11 anni fa) e il caso mi regalò uno degli amori più grandi, tanto da ritornare – negli anni- più e più volte.
Monaco è una città incredibile e i Bavaresi un meraviglioso popolo!
Bis bald. Tschüss!
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Schwangau-Fussen
“In viaggio la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia”
Questa maglietta mi fu donata da una persona a me molto cara.
Erano gli anni in cui accompagnavo, al pianoforte. Per anni mi è toccato il compito di accompagnare, offrendo conforto, spalla e piede (vedi i pedali del pianoforte) a chi si trovava seduto, al mio fianco.
Mi sono – in sostanza- resa conto che -da sempre- il mio ruolo è stato accompagnare per un tot, le persone..
Sentivo il respiro dell’altro, vedevo tremare le sue mani (più o meno delle mie), avvertivo la presenza fisica di un corpo caldo, accostato al mio.
C’era il terrore del non riuscire a girare la pagina in tempo “va tranquillo tanto io so a memoria”.. Il dover cantare la melodia ai piccolini..
Poi il momento del duo…
Una t-shirt che resta e ti ricorda delle ore eterne passate a studiare mentre gli altri si divertivano, il panico sul filo del sipario, l’applauso e un bacio veloce, veloce lì.. sullo sgabello, prima della fuga.