Giro di boa a cinquanta punti. Seconda a meno dodici. Impensabile, incredibile..
Nel mezzo del cammino di questo campionato e all’alba luminosissima di un nuovo anno ci stropicciamo gli occhi increduli e proviamo imperterriti ad accomodare la vista per avere la prova visiva e oggettiva di ciò che sta accadendo.
Il tifoso del Napoli sta vivendo questi giorni immerso in un mare magnum di emozioni crescenti, e pallide visioni di vecchi tormenti e paure, che ogni tanto tornano e vedono concretizzarsi in gelide e piovose sere di coppa.
Ma la realtà spesso supera l’immaginazione e i più fervidi desideri.
Eppure, se lanciamo uno sguardo alle nostre spalle, scorgiamo il ricordo dello stato d’animo del tifoso medio napoletano, nel periodo che precedeva l’inizio del campionato. Un umore altalenante e instabile.
Si galleggiava emotivamente e cognitivamente nell’ambivalenza estrema.

Ma probabilmente era solo “pessimismo difensivo”, un atteggiamento adattivo che al tifoso napoletano, permetteva di premunirlo e difenderlo da una possibile, ennesima delusione imminente. Una sorta di meccanismo di “controllo”, legato all’anticipazione dei problemi e al controllo dell’ansia.
Forse quell’atteggiamento era il preludio ad una sorta di consapevolezza inconscia della potenzialità di un gruppo e di un progetto vincente. Allora piuttosto che inebriarsi di un pericoloso ottimismo “irrealistico” che avrebbe potuto far abbassare la guardia dinnanzi a possibili difficoltà e insidie future (già vissute, già viste) e quindi potenzialmente dannose per l’autostima, il tifoso ha deciso di far prevalere il più negativo pessimismo.
Oggi forse ci stiamo risvegliando da quel torpore emotivo dovuto a quell’atteggiamento “preventivo” e a quella scaramanzia insita e caratteristica di buona parte di noi tifosi napoletani, che ci ha condizionato fino alla ripresa del campionato e addirittura fino alla partita delle partite.
Personalmente (e credo sia esperienza condivisa anche da altri), le emozioni che provo, in particolare post 5 a 1, vacillano tra incredulità, meraviglia, gioia e frenesia. E si sommano, ma crescendo pian piano, senza esondare (per il momento).
L’entusiasmo, che in questo momento è lo stato emotivo prevalente della squadra e dei tifosi, dovrà accompagnarci per il resto della stagione, perché permette all’autostima di crescere. L’entusiasmo garantisce anche la una maggiore e più efficace consapevolezza dei propri mezzi. Insomma l’entusiasmo è veramente come un carburante potente. Ma proprio perché l’entusiasmo ha il potere di inebriare e alterare gli stati cognitivi, c’è il rischio che diventi un’arma a doppio taglio e che alteri la percezione del pericolo e che abbassi il livello di attenzione.
Quindi meglio premunirsi con un po’ di quel pessimismo difensivo che ci ha caratterizzato nel recente passato; accogliamo l’ansia di ogni partita, anche quelle apparentemente più semplici, e utilizziamo il nostro entusiasmo bene, magari per riempire quei momenti di insicurezze e paure che ci accompagneranno fino alla fine di questo splendido viaggio.
“Il calcio è una cosa seria! Il Napoli è una cosa seria!”
Leggi l’articolo anche su “Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli”.
Dott. Gennaro Rinaldi – Psicoterapeuta e tifoso del Napoli
Pallone&Psiche, rubrica a cura dei Dott.ri Giusy Di Maio e Gennaro Rinaldi (ilpensierononlineare | Riflessioni e sguardi non lineari sulla Psicologia) in collaborazione con “Il Ciuccio sulla Maglia del Napoli”, a cura di Giulio Ceraldi.