Ho spesso parlato delle scelte, nei miei post.
La scelta è spesso al centro di molte domande che spingono le persone a chiedere una consultazione; c’è malessere, disagio, senso di colpa, paura, sconforto, dolore.. C’è sofferenza, poi
c’è la scelta.
Mi è capitato -recentemente- di leggere alcune cose, di emozionarmi e riflettere..
Ci sono pazienti incapaci di scegliere, sono quelli ad esempio che non sono mossi da motivazioni intrinseche ma estrinseche (motivazioni estrinseche sono ad esempio le insistenze fatte da familiari convinti di aver così convinto il caro, a seguire un percorso psicologico); la scelta quindi qui non è del diretto interessato ma avviene sotto “pressione” di un terzo.
Ci sono pazienti poi che scelgono sempre, incessantemente.. sono quelli che restano imbrigliati, legati e avvolti quasi come in una ragnatela che hanno intessuto loro, senza rendersene conto.. Questa ragnatela fatta di fili di seta così lucida, elegante, sottile ma resistente allo strappo tiene ancorate le persone alle proprie scelte senza possibilità di porsi un minimo dubbio; sono persone senza possibilità di incertezza: il dubbio non è contemplato.
Scegliere comporta l’individuare tra più cose, quella che, sopravvissuta ad un confronto basato su valutazioni oggettive o soggettive, appaia più rispondente al nostro scopo o alla circostanza.
Scegliere implica in sostanza farmi carico di ciò che in quel momento e in quella situazione è per me la cosa giusta, quella migliore, quella che mi fa stare bene.
Questo in sostanza il motivo per cui non potrai mai scegliere tu per me, questo il motivo per cui le scelte imposte non avranno mai un esito positivo.
La possibilità e la libertà – dal punto d vista psichico- di poter essere sempre primo attore delle mie scelte mi pone come soggetto attivo della mia esistenza spingendomi al contempo a valutare la mia e l’altrui posizione: scegliendo mi curo di me e dell’altro.
Scegliendo mi apro alla valutazione del “me e non me”, di chi sono (non sono), di chi sei (non sei) di cosa sarò (non sarò) di chi sarai (non sarai).
Scegliere fa paura per questo motivo perché affermare e affermarsi come soggetti pensanti implica l’affermarsi come soggetti portatori di un desiderio che va detto, affermato e portato avanti, nonostante tutto.
Scegliere è difficile sì.. spesso la scelta si presenta come un taglio netto.. una ferita che lancia un dolore atroce ma ogni seme, per germogliare ha bisogno di essere piantato partendo da un buco, piuttosto profondo, fatto nel terreno.
“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio.