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Serendipity

“Molti dei bivi più importanti delle nostre vite sono il risultato di casi banali”

Albert Bandura

Serendipità significa scoprire qualcosa di importante senza cercarlo.

La storia del termine serendipità probabilmente si può collegare a una storia che attinge ad un’altra storia.

Il 28 gennaio del 1754 Sir Horace Walpole, quarto conte di Oxford scrisse una lettera a Horace Mann dove descriveva una scoperta fortuita e fortunata che aveva fatto da poco. Cercando nella sua biblioteca personale, trovò per caso un blasone che decorava anche un quadro rinascimentale che proprio l’amico Horace Mann gli inviò da Firenze, quando aveva servito la corona come ambasciatore britannico presso il Granduca di Toscana.

Photo by Wallace Chuck on Pexels.com

Walpole descrisse la propria scoperta come un caso di “serendipity”, un neologismo coniato da lui stesso e che gli ricordava una fiaba che aveva letto da bambino: “I tre Principi di Serendippo”.

Serendippo è l’antico nome sanscrito di Ceylon, l’attuale Sri Lanka.

La fiaba racconta della storia dei figli del Re Jafer che viaggiando in paesi stranieri affrontano diverse esperienze e traggono ogni genere di conclusioni curiose dalle esperienze che vivono, nel corso del loro viaggio.

La morale della favola era che con il necessario spirito di osservazione si conoscono cose che restano nascoste agli altri e così facendo si dà una grossa mano alla propria fortuna.

Oggi il concetto di serendipità è molto considerato sia in ambito filosofico che scientifico. Resta infatti spesso oggetto di analisi da parte di ricercatori che lavorano in modo empirico in studi sul campo e di laboratorio.

Il meccanismo che farebbe scattare la serendipità è direttamente collegato all’osservazione casuale o a qualcosa di apparentemente insignificante che però attira l’attenzione a cui segue la cosiddetta incubazione.

Non possiamo controllare gli eventi della nostra vita e il modo in cui si verificheranno, ma possiamo fare in modo di sfruttarli al meglio delle nostre capacità.

La curiosità, l’apertura mentale, la speranza e la fiducia nelle proprie capacità e nella propria fortuna, sono le condizioni migliori per farlo.

“Finisce bene quel che comincia male”

dott. Gennaro Rinaldi
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Lontano dalla folla..

“Colui che segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Colui che va da solo sarà più probabile che si troverà in luoghi dove nessuno è mai arrivato.”

Albert Einstein
Immagine personale – Giardini La Mortella – Ischia

Gli itinerari già percorsi, sono quelli più sicuri, quelli più battuti dal calpestio degli scarponi della gente, quelli già visti, esempi conformistici di scenari preconfezionati.

La curiosità della scoperta, lascia aperta la nostra mente a nuove possibilità, non conformistiche. Spingiamoci più in la, dove la folla non arriva..

dott. Gennaro Rinaldi

Un pezzo di cuore.. all’improvviso..

Immagine personale “Valencia”

Anni fa -abbastanza- direi.. abbiamo avuto modo di innamorarci del mondo. Abbiamo iniziato (nel nostro piccolo) a conoscerlo, scrutarlo.. amarlo talvolta odiarlo..

Abbiamo incontrato posti dove ogni colore poteva avere la sua sfumatura convivendo – senza troppi fronzoli- con ciascun aspetto di una palette infinita di possibilità.

Immagine personale “Procida”

Abbiamo scoperto la possibilità di sentirsi parte di un tutto.. per poi vedere questo tutto modificarsi ancora e ancora, donandoci aspetti sempre nuovi dell’essere.

Immagine personale “Varsavia”

Il mondo mi manca.. e ci manca. Manca la possibilità di sentirsi in dubbio, in difetto.. di apprezzare quello che hai e maledire la possibilità di non aver altro.

Manca il dubbio, la possibilità di poter scegliere dell’incertezza invece di vedersela obbligare.

“Finisce bene quel che comincia male”

Dott.ssa Giusy Di Maio